"Abbassatevi" Urla Jorge.
Mi nascondo dietro la prima macchina che vedo, quella più vicina, e sono da sola. Gli altri sono più avanti, e io sono rimasta dietro per cercare cosa ci fosse nelle auto.
Vedo Minho girarsi preoccupato, e nonostante io stessa sia consumata dall'ansia e dalla paura che WICKED ci abbia scoperti e che stia per riportarci in quel posto orribile, gli regalo un sorriso incerto, cercando di rassicurarlo.
Il rimbombo dello sparo che si dilaga per le montagne rocciose che ci circondano inizia a scemare, e un silenzio colmo di ansia e domande scende tra di noi. Sembra quasi irreale.
Sento Jorge sussurrare a qualcuno, probabilmente Thomas, visto che era quello più vicino a lui prima che iniziassero a spararci addosso: "Quello stronzo di Marcus ha fatto una soffiata, è una trappola"Cavolo.
Questa non ci voleva. Non ci voleva proprio.
Ci siamo lasciati distrarre dalla speranza di aver raggiunto il Braccio Destro, e invece siamo a punto da capo.
Sento, nella macchina poco più avanti a me, sulla sinistra, le voci di Thomas e dell'ispanico, mentre cercano di inventarsi qualcosa per questa assurda situazione.
L'ansia mi scorre nelle vene, e per una frazione di secondo penso di rifugiarmi nel pensiero di Gally, come facevo quando mi stavano facendo tornare tutti i ricordi nella base WICKED dalla quale siamo scappati neanche due settimane fa, ma mi impongo di non farlo. Non risolverebbe niente, mi porterebbe solo ad avere un attacco di panico. Sono da sola, lontana dagli altri, è meglio rimanere lucida."Ragazzi appena ve lo dico, abbassatevi e correte verso l'auto" ci sussurra Thomas. Che diavolo hanno in mente quei due?
Inizio a preparare i muscoli allo scatto che dovrò fare per raggiungere la salvezza da qualsiasi pazzia abbiamo in mente di fare, dal tono che avevano e dalla situazione in cui ci troviamo non mi dice niente di buono, anzi.
"3..." inizia il conteggio Jorge.
"2..." continua, avverto tensione nella sua voce, e non posso fare altro che fidarmi, non vedendo quello che stanno per fare, e avendo la mente offuscata dall'ansia.
"1..." sto per lanciarmi verso la macchina, quando la canna di un fucile si posa sulla mia tempia, e allo stesso tempo sento gridare da una voce sconosciuta: "Mettilo giù! Subito!" La voce è aggressiva e sembra appartenere a una donna, sicuramente molto giovane. Nonostante ciò, riesce a incutere timore, come penso sia la sua intenzione.
Sposto lentamente lo sguardo verso la persona che mi sta puntando un fucile contro, alzando le mani in segno di resa lentamente, cercando di non fare mosse brusche per non ritrovarmi morta a terra.
La ragazza bionda, con due trecce quasi completamente sciolte, mi dice in labbiale "Alzati". Sempre lentamente, mi alzo, notando che anche gli altri sono circondati da ragazze e ragazzi armati, dalle facce non sembrano minacciosi, ma i fucili e le pistole nelle loro mani dicono tutt'altro.
Minho mi guarda preoccupato, lo capisco dallo scatto nervoso della sua mascella, ma sa che non può fare niente, visto la pistola che ha puntata contro e il fucile che ho contro io. Non farebbe in tempo neanche a fare un passo, che uno dei due avrebbe già una pallottola in fronte.
Okay, rilassati. Dobbiamo trattare, sono ragazzini, ma sono troppi per essere sconfitti da un gruppo piccolo come il nostro, ci hanno fatto buttare le armi a terra, e hanno dei cecchini nascosti nelle rocce che ci circondano. Lo so, perché prima gli spari sono venuti da lì.La voce della ragazza, a cui adesso riesco a dare un volto, continua nervosa: "Mettilo giù, subito" impugnando il fucile ancora più forte. Thomas non sembra convinto di farlo, ma Jorge lo fa, e mio fratello lo segue, mettendo un telecomandino con un pulsante rosso per terra, accanto alla carica esplosiva di Jorge. Ecco quale era il loro piano, farci saltare in aria tutti. Mi dovrò ricordare di non fidarmi più delle loro idee suicide.
La ragazza, che avrà al massimo qualche anno più di noi, con capelli neri divisi in rasta e un fisico atletico, passa ognuno di noi con lo sguardo, studiandoci, mantenendo la sua espressione minacciosa. Alla vista di Aris, il ragazzo nuovo che ci ha aiutati alla base della WICKED e che da quel momento è sempre stato con noi, gli occhi della ragazza si sgranano e lei emette un urletto. Cosa sta succedendo?
"Aris!" dice la ragazza felice, mutando la sua espressione cattiva da una felicissima.
"Harriet?" risponde lui sorpreso.
Si conoscono, quindi.
La ragazza che mi punta il fucile alla testa da circa 5 minuti buoni, lo butta per terra, buttandosi in un abbraccio a tre.
"Le conosco, erano nel labirinto con me." afferma Aris, facendoci uscire un sospiro di sollievo.
La paura di essere ricatturata da WICKED si dissolve, mentre lancio uno sguardo verso la figura di Minho, che sembra uccidere con lo sguardo la ragazzetta bionda che fino a qualche secondo fa stava per farmi saltare la testa, sembra si chiami Sonya, o almeno è così che la chiama Aris.
Mi avvicino a Minho, sentendo i suoi muscoli rilassarsi e la sua mano cercare timidamente la mia, cercando di non farsi vedere dagli altri.
"Va tutto bene" sussurro. Lui deglutisce.
"Ragazzi è tutto apposto, potete uscire!" Urla la ragazza con i rasta, Harriet, e una schiera di circa dieci cecchini escono da punti strategici, nascosti precedentemente da rocce.
"Finalmente ci avete trovato!" Afferma la biondina con le trecce sfatte felice, nei confronti di Aris.
"È il Braccio Destro?" chiede Thomas scioccato. Un cecchino, sceso dalla sua postazione sorride.
"Si, ci siete arrivati."
Finalmente a casa.Angolo Autrice
Questo capitolo è stato un partooooo, una noia nello scrivere che non avete idea ahah, spero non sia altrettanto noioso leggerlo.
La situazione si sta iniziando a fare calda, e tra poco, come tutti voi sapete, succederà una cosa molto brutta. Buona fortuna poveri personaggi.
Siamo anche quasi a termine del secondo libro!!Un bacione!
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Radioactive-The Scorch Trials
FanficSEQUEL DI STAY-THE MAZE RUNNER Rosalind è distrutta dal dolore in seguito alla morte dei suoi compagni e del suo amore. Cerca di trascinarsi con il resto dei radurai sopravvissuti al labirinto, credono di essere salvi, di essere al sicuro, lontani...