Quel giorno, per distrarmi da ciò che era accaduto durante la mattinata trascorsa a scuola, decisi di sistemare la mia stanza e renderla meno infantile.
La prima cosa che feci fu raccattare tutti i giocattoli, i pupazzi, le bambole e oggetti vari di quando ero bambina e li chiusi dentro ad una scatola di cartone.
Svuotai l'intero armadio con abiti decisamente improponibili e li sostituii a quelli nuovi che indossavo giornalmente.
"Ecco dove era!" Esclamai, quando in fondo all'armadio un luccichio attirò la mia attenzione. I glitter della scatola rosa scintillavano sotto i raggi del sole.
La tirai fuori e la aprii. Conteneva vari ricordi di quando ero piccola. Letterine, piccoli oggetti che potevano sembrare insignificanti.
"Cosa stai combinando?" Mi domandò Rider entrando nella mia stanza.
"Riordino un po'." Risposi distrattamente. "Guarda qua cosa ho trovato!" Esclamai, afferrando la bustina bianca.
Sopra c'era scritto: "Buon noncompleanno Camomilla." Ogni letterina aveva un colore diverso e tutto attorno c'erano disegnati tanti cuori rossi spezzati a metà.
"Secondo te chi me l'avrà data?" Chiesi a Rider.
Lui spalancò gli occhi quando la vide.
"Non l'hai mai letta?" Mi chiese, strappandomela dalle mani.
"No... quel giorno avevi mangiato la testa della mia principessa preferita della mia torta di compleanno e mi ero arrabbiata così tanto con te che l'avevo lasciata qui dentro e me ne sono dimenticata." Spiegai. "Però la aprirò adesso." Dissi.
Lui sbiancò.
"È meglio di no."
"Perché?" Chiesi, confusa.
"Ci sono scritte brutte cose." Rispose.
"Che tipo di brutte cose?" Risi.
"Offese." Deglutì.
"Rider, eri un bambino, cosa mai avrai scritto di così tanto terribile? Sono sicura che mi hai detto cose ben peggiori." Insistetti.
"No, non penso." S'impuntò.
"Oh!" Sbuffai, arresa.
Infilò una mano nella scatola e tirò fuori una palla matta. "Questa è mia!"
"Non è tua. Me l'avevi regalata." Protestai, riprendendomi la pallina.
Era trasparente e dentro aveva un dinosauro. Quando ero bambina mi piaceva da morire, mi divertivo tantissimo a farla rimbalzare per casa.
"Non te lo ricordi?" Inarcai le sopracciglia.
Lui fece spallucce, come se non gliele importasse tanto.
Chiusi la scatola di scatto e la riposi nel fondo dell'armadio, sbattendola appositamente per fargli capire quanto fossi arrabbiata.
"Ma che ti prende adesso?" Ebbe il coraggio di chiedermi.
Lo ignorai e me ne scesi di sotto.
In quel momento suonò il campanello. Andai dritta all'ingresso di casa e aprii la porta. Dall'altra parte c'era un fattorino con due pizze in mano e due bibite.
"Ehm... credo che tu abbia sbagliato indirizzo, non ho ordinato tutta questa roba." Dissi, perplessa, indicando i due cartoni.
"Infatti sono stato io." Fece Rider, comparendo alle mie spalle. "Quanto è?" Inarcò le sopracciglia.
"Sono venti dollari." Rispose il ragazzo, leggermente intimorito dalla figura di Rider.
Rider tirò fuori il portafoglio dalla tasca dei suoi jeans, prese una banconota da venti e gliela porse, prendendosi a sua volta il cibo che aveva ordinato.
Il fattorino arretrò di un passo. Mi scrutò qualche secondo.
"Tu sei Camille Mitchell?" Mi chiese.
"Già." Annuii. "Come mi conosci? Frequenti anche tu la Millenium?"
"Oh no." Scosse la testa. "Non posso permettermi scuole del genere... però sei conosciuta un po' ovunque, anche grazie al blog della tua amica."
"Amica?" Corrugai la fronte.
"Si! Jasmine Johns, è sorella del mio amico. Ci racconta molto spesso di te."
"E di me vi hai mai accennato qualcosa?" Chiese Rider, apparendo nuovamente dietro di me.
"N-no" balbettò il ragazzo.
Non era un tipo esile, neanche tanto giovane, ma l'espressione di Rider era così minacciosa che avrebbe inquietato chiunque.
"Allora approfittane per farti una cultura prima di osare disturbarmi." Concluse, prima di chiudetegli la porta in faccia.
"Sei stato maleducato! Stavamo parlando!" Spalancai le braccia.
"Le pizze stavano diventando fredde." Si giustificò.
"Beh? A quest'ora le avresti già finite." Incrociai le braccia.
"Finite? Una è per te." Mi disse. Spostai lo sguardo e notai che le aveva separate nei posti che solitamente occupavamo nel divano. Per me aveva preso Coca Cola, la mia bibita preferita.
"Perciò se hai finito di fare l'arrabbiata inutilmente puoi anche cominciare a mangiare." Mi disse, mentre apriva il suo cartone e si portava uno spicchio alla bocca per staccarne un morso.
"Inutilmente?" Sbottai.
Lui mi guardò sconcertato.
"Ho capito, hai il tuo periodo no." Affermò.
"Impertinente!"
Rider imitò i miei gesti facendo strane smorfie.
"E anche bambino!" Continuai.
Mi avventai su di lui e gli colpii la testa.
Indispettito mi afferrò per una gamba e mi scaraventò sul divano. Prontamente cercai di difendermi con i piedi, dimenandomi.
Accidentalmente calciai la lattina della bibita che teneva in mano. Il liquido si sparse dappertutto, sulla sua maglietta, nel divano e persino sul pavimento.
Lui scattò indietro, preso alla sprovvista.
"Complimenti Camomilla! Adesso ti tocca anche pulire il disastro che hai combinato!"canticchiò, facendo aumentare la mia irritazione.
"Ah!" Gridai, frustrata.
Si allontanò e si diresse di sopra, a metà tragitto si tolse la maglietta bagnata. Si girò verso di me e mi fece l'occhiolino.
Con passi pensanti e veloci andai nel ripostiglio e presi un panno per asciugare il disastro che avevo combinato.
Il mio telefono squillò.
Rimasi letteralmente paralizzata quando sentii quel suono.
Non era una notifica qualunque. Era la suoneria personalizzata che avevo impostato per i messaggi di Theo, il mio ormai ex ragazzo.
Lo afferrai dal divano su cui l'avevo lasciato. Si trattava di una foto. Quando l'aprii mi cadde di mano.
L'immagine ritraeva la facciata di casa mia.
Corsi alla finestra e sbirciai fuori, di lui non c'era nessuna traccia.
"Che stai cercando? Non dirmi che pensi ancora al fattorino." Disse Rider dietro di me.
"H-ho sentito un rumore." Balbettai.
Riguardai la foto e pensando si trattasse di un semplice scherzo chiusi la chat senza neanche rispondere.
In fin dei conti era impossibile che Theo fosse qui, in America. Lui abitava in Inghilterra.
Probabilmente quella foto gliela avevo inviata io e neanche me ne ricordavo.\\
So che questa storia non l'aggiorno spesso ma come vedete sono sempre qui.
Mi raccomando state attente perché in questo capitolo, pur essendo corto, ci sono presenti alcuni dettagli importanti!Al prossimo capitolo! Vi voglio bene, Niky 💕
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The boy who stole my heart
RomanceRider Smith è uno degli studenti più belli e popolari del liceo che frequenta. Bei voti, un ruolo fondamentale nella squadra di football, una bella famiglia e tante ragazze ai suoi piedi, non potrebbe chiedere di meglio. Le sue giornate cambiano qu...