Quel lunedì non era un lunedì come gli altri. Per il nostro liceo era una giornata importante che dava il via ad una settimana piena di festeggiamenti. Festeggiamenti che prevedevano l'homecoming, il ballo che di tradizione si svolgeva ad inizio anno.
Ogni giorno, fino al venerdì prossimo, si sarebbe svolto un tema prestabilito a cui gli studenti partecipavano eccitatissimi e con grande spirito.
Per me, era la prima volta a cui vi partecipavo. E onestamente non stavo nella pelle.
Mio fratello me ne aveva parlato tanto. Anche nel blog di gossip diretto da Jasmine se ne discuteva. E se ti eri perso qualcosa, non dovevi preoccuparti, perché lei pubblicava con puntualità i promemoria e le raccomandazioni.
Per quella mattina il tema deciso era il 'lazy day'. Si poteva andare a scuola direttamente in pigiama, con tanto di pantofole e bigodini nei capelli.
Tuttavia io mi ero svegliata indecisa. Non avevo un pigiama vero e proprio. Andavo a dormire come mi capitava: con una maglietta larga, dei pantaloni sportivi pescati a caso e quando faceva troppo caldo persino con solo gli slip indosso.
Perciò optai per la via più semplice: pescai dei pantaloncini neri, in raso, abbinati ad una canottiera del medesimo colore e tessuto, con le stampe di ciambelle sparse ovunque.
Infilai dei calzini semplici, neri, calzai le mie pantofole e fui pronta. Mi lavai i denti, spazzolai i mie lunghi capelli e scesi di sotto per la mia solita colazione.
"Buongiorno Cami." Mi salutò allegro Travis, baciandomi su una guancia.
"Buongiorno." Gli sorrisi.
Mi sedetti al mio posto, mi versai del latte caldo dentro alla mia tazza grigia e successivamente ci versai dentro un po' di cereali.
Ancora mezzo addormentata non mi resi conto che dentro alla scatola c'era uno strano oggetto, di quei giochini che davano in omaggio e mi finì dentro al latte.
Rider sghignazzò al mio fianco.
Sapevo per certo che era stata opera sua.
Strinsi gli occhi e gli lanciai un'occhiataccia.
"Poi dimmi com'è." Mi disse, sorridendo sornione.
Infilai le dita dentro al latte e lo tirai fuori. Era un personaggio di un cartone animato sicuramente.
Glielo lanciai in testa.
Allora, fu il mio turno a ridere. Persino mio fratello sorrise, che solitamente era sempre contrario ai nostri battibecchi.
La tensione che si era creata il giorno prima, fra di noi, sembrava essere sparita.
"Non ti sei già vestita, vero?" Mi domandò poi, mio fratello, inclinando la testa per scrutare il mio abbigliamento.
"Si." Annuii.
Lui corrugò la fronte, contrariato.
"Non se ne parla, è troppo... intimo." Protestò.
"Intimo? Ha delle ciambelle stampate sopra." Gli feci notare.
"A che gusto sono?" Chiese Rider, avvicinandosi parecchio con la scusa, fissandomi determinati punti del corpo.
Travis si allungò e gli diede uno schiaffo.
"E anche troppo corto." Aggiunse Travis.
"Trav! Non si vede assolutamente niente! Sono solo tue stupide fissazioni!" Mi lamentai.
Rider mi diede un'altra sbirciatina, nel momento in cui stavo mostrando a Travis che il retro dei miei pantaloni era abbastanza lungo da tener coperto il necessario.
Nessuno si sarebbe scandalizzato per delle gambe.
"Se salgo per cambiarmi, mi metto quella vestaglia trasparente che usa la mamma." Dissi, provocandolo appositamente. Non l'avrei mai fatto, volevo solamente vedere la sua reazione.
Lui tossì e sventolò una mano in aria.
"Così vai bene." Borbottò.
"Non era un'idea malvagia, se hai bisogno di un parere vieni pure da me." Commentò Rider.
"Cosa?!" Strillò Travis.
"Niente." Si affrettò a correggersi.
Anche loro due erano già pronti. Travis indossava dei pantaloni corti, blu e una maglietta bianca. Ai piedi dei semplici infradito.
Rider invece aveva messo dei pantaloni, anche lui corti, di cotone grigio e una maglietta nera che aderiva al suo torace. Anche lui indossava degli infradito.
Quando fummo pronti uscimmo di casa e ci avviamo verso scuola.
Erano poche le persone che non avevano aderito alla ricorrenza.
Alcuni ragazzi si facevano dei selfie per ricordo, altri ridevano fra di loro per i pigiami bizzarri.
Io, dal mio canto, rimasi al fianco di mio fratello che attraversava il corridoio completamente a suo agio.
"Ciao Trav!" Lo saluta una ragazza bionda che mi è capitato di vedere qualche volta in mensa.
Lui si blocca. Le sorride e ci dice di aspettarlo, prima di raggiungere la ragazza.
Nell'esatto momento in cui iniziano a parlare, mi viene in mente Cindy e immediatamente provo un pizzico di irritazione nei confronti di quella sconosciuta.
"Come si chiama?" Chiedo a Rider, impegnato a lanciare un'occhiolino a un gruppetto di ragazze.
Alzai gli occhi al cielo.
"Mh? Lei? Si chiama Emily." Mi rispose, distrattamente.
"Spero non ci sia niente fra di loro." Mormorai.
"Sono usciti insieme qualche volta, anche venerdì." Mi riferì lui.
Cosa? Solo un giorno prima era uscito con lei e quello dopo era andato a letto con la mia migliore amica come se niente fosse?
Avrei parlato presto con lui.
"È carina." Scrollò le spalle.
La guardai con più attenzione: si arrotolava di continuo una ciocca di capelli tra l'indice e il pollice e gli sorrideva seducente.
Era veramente carina e il suo pigiama non era tanto male. Niente di volgare, ma aveva un non so che di sensuale.
"Rider!" Esclamò qualcuno.
Qualcuno che conoscevo, purtroppo.
Mi voltai lentamente. Davanti a me si presentò nientemeno che Shannon.
Il suo pigiama non si poteva definire neanche tale. Era un vestitino in pizzo rosa che arrivava a metà coscia, con un reggiseno incorporato che le teneva in alto il seno.
Fortunatamente indossava delle culotte sotto.
Ai piedi aveva dei tacchi in vernice nera.
Dubitavo andasse a dormire con quelle scarpe, ma mi tenni i commenti per me stessa.
"Come sto?" Gli chiese, facendo una giravolta su se stessa.
Rider ovviamente ne approfittò per osservare il suo corpo.
"Questo lo conosco già, sai già come la penso." Ghignò lui.
Incredula a ciò che stavo sentendo, strabuzzai gli occhi.
Incrociai le braccia al petto e controllai se mio fratello aveva finito di parlare con Emily. Tuttavia mi sembrava piuttosto preso dalla conversazione.
Quando tornai a guardarli, Shannon aveva le mani sulle sue spalle e lo massaggiava, mentre lo fissava negli occhi.
"Anche tu stai bene." Sorrise. Poi si avvicinò al suo orecchio e ci strofinò il naso sopra. "Anche se ti preferisco nudo." Aggiunse con un sussurrò.
Purtroppo il tono basso di voce non era bastato a farmelo sentire.
Stanca di dover stare ad aspettare Travis e di dover sentire quei due flirtare, mi voltai di scatto.
In fondo al corridoio captai Jack. Alzai una mano e la sventolai in aria, attirando la sua attenzione.
"Hey, Jack!" Lo chiamai.
Lui mi guardò perplesso e si assicurò che ce l'avessi proprio con lui, prima di avvicinarsi.
"Ciao bella." Mi salutò.
"Mi accompagneresti in classe?" gli chiesi.
"Con molto piacere." Sorrise raggiante. Mi afferrò lo zaino e mi guidò verso la classe in cui si sarebbe svolta la mia prima lezione del giorno.
Con la coda dell'occhio vidi Travis guardarmi in cagnesco. Anche Rider aveva spostato la sua attenzione su di noi due.
Soddisfatta, mi affiancai a Jack.
In classe, Jasmine era già nel banco che solitamente occupavo io, ad aspettarmi. Ormai ci avevo preso l'abitudine.
"Buongiorno Camille." Mi disse. "Bel pigiama!"
"Davvero pensi che sia bello?" Le domandai.
Avevo bisogno di un parere sincero e lei non era una che si faceva scrupoli a dire ciò che pensava.
"Si, su di te sta divinamente!" Confermò.
"Grazie!" Esclamai, sollevata.
Il suo pigiama ovviamente non poteva essere che blu. Una tonalità di blu che faceva quasi male agli occhi.
Aveva il suo computer portatile aperto e stava digitando qualcosa. Le sue dita si muovevano frenetiche sulla tastiera. Non guardava neanche le lettere.
Probabilmente passava tanto tempo davanti al pc.
"Che cosa fai?" Le chiesi, allungando il collo per poter vedere lo schermo.
"Aggiorno il mio blog." Rispose.
Passò qualche minuto in cui entrambe restammo in silenzio.
"Posso chiederti una cosa?" Bisbigliai.
Lei annuì, restando comunque concentrata sul suo lavoro.
"Qualche giorno fa mi hai detto che Rider non si vede mai in giro con una ragazza fissa, nonostante ci provino in tante con lui. Ma sei sicura che non sia perché lui è impegnato?" Le domandai.
Smise all'istante di scrivere e mi prestò tutta la sua attenzione.
"Impegnato? Se fosse veramente così l'avrei scoperto. Io sono una professionista in questo." Scosse la testa.
"Che mi dici di Shannon?" Le chiesi, inarcando le sopracciglia.
"In effetti tra loro due ci è sempre stata un'intesa speciale. Ma non si sono mai presi la responsabilità. Però so che vanno a letto insieme." Rispose. "Spesso." Aggiunse, sussurrando.
"Come lo sai?" Le domandai.
"Io so tutto di questo posto." Disse, con un'alzata di spalle. "Perché mi hai chiesto di loro due comunque?"
Pensai ad una risposta da darle ma la verità era che neanche io lo sapevo bene.
"Curiosità." Mi limitai a dire.
Lei mi scrutò per qualche attimo pensierosa.
"In ogni caso sta attenta a Shannon." Mi avvertì.
"Perché?"
"Perché è molto gelosa e scatena un putiferio ogni volta che qualcosa non va come vuole lei."
"Okay, ma come mai lo stai dicendo proprio a me?"
"Così." Scrollò le spalle.
Ero sicura stesse mentendo.
Alla seconda ora di lezione si svolse il test di storia. Avevo seguito attentamente la lezione e me L'ero riletta una volta tornata a casa, nel pomeriggio perciò ero prontissima.
Non andò affatto male.
Durante l'intervallo mi recai nel bar della scuola con l'intenzione di prendermi un The caldo.
Mi sedetti nello sgabello in attesa che il barista me lo consegnasse.
"Come mai tutta sola?" Mi chiese una voce maschile.
Non apparteneva a mio fratello, né a Rider, tantomeno a Jack. Si trattava di Mason.
Aprii la bocca per dire qualcosa ma alla fine mi ritrovai a sorridere soltanto.
"Un caffè." Disse lui, al barista.
Scostò lo sgabello accanto al mio e si sedette accanto a me.
Il barista ci servì il The caldo e il caffè con un sorriso. Era un ragazzo poco più grande di noi. Poteva avere massimo venticinque anni.
Feci per dargli i soldi, ma Mason mi precedette.
"Offro io." Mi sorrise, passando una banconota da cinque dollari al ragazzo.
"Grazie." Sussurrai, stringendomi nelle spalle.
"Molto carino il pigiama." Commentò. Ero certa di averlo beccato a fissarmi la scollatura.
Non sapendo come rispondere al suo complimento bevvi un sorso di The caldo.
"Ti stavo cercando perché volevo proporti una cosa." Prese un respiro. Si appoggiò con un gomito sul bancone e mi guardò in viso.
I suoi occhi azzurri erano tutti per me e per anni non avevo desirato altro.
Era a pochi centimetri da me. Tanto vicino da poter notare ogni particolare del suo viso.
"A proposito di cosa?" Domandai, quando mi ripresi.
"Volevo invitarti al ballo, sempre che non l'abbia già fatto qualcun altro."
Rimasi di stucco.
Non me l'aspettavo proprio. Credevo che sarebbe andato con una delle ragazze che lo corteggiano.
"Non me l'ha chiesto nessuno, sarei molto felice di andarci con te." Arrossii.
All'idea di me e Mason al ballo, insieme, mentre danzavamo, il mio cuore prese a battere più veloce.
"Perfetto." Non smise di sorridere. "Ci becchiamo in giro in questi giorni e ti farò sapere più precisamente a che ora vederci e il resto." Mi disse.
Si alzò dallo sgabello, si sporse sul mio viso e inaspettatamente mi baciò sulla guancia.
"Ciao Camille." Mi salutò in seguito, prima di andarsene.
A bocca aperta, con la mente che sognava di già scenari da film tra me e Mason, mi incamminai di nuovo verso la mia classe.
"Che direbbe Travis se sapesse che hai appena parlato con Mason? E che ti ha appena baciata?" Mi chiese Rider.
Sobbalzai per lo spavento e mi portai una mano al cuore.
Si era nascosto dietro l'angolo e mi aveva spiata per tutto il tempo.
"Non dirà niente perché tu terrai la bocca chiusa, non è così?" Gli puntai un dito contro, minacciosa.
"Invece glielo dirò, a meno che..." lasciò la frase in sospeso, si grattò il mentolo dove gli era cresciuto un leggero strato di barba.
Solitamente non mi piaceva particolarmente, ma dovevo ammettere che a lui stava bene.
"A meno che, cosa? Non fare il vago, so che sai già come ricattarmi!" Sbuffai.
Lui rise lievemente. Era una risata sincera che mi fece sospirare.
La maglietta nera del pigiama era in contrasto con i suoi occhi grigi, li metteva in risalto.
"Almeno che... non uscirai con me." Rispose.
Mi ci volle qualche minuto per rendermi conto che l'aveva detto davvero.
"Uscire con... te?" Balbettai, accigliata.
"Si."
"Ma... è assurdo!"
"Ti do tempo fino ad questo pomeriggio per decidere, se non ti troverò pronta ad aspettarmi nella via dietro casa tua, lo dirò a tuo fratello. Sai già come procederanno le cose." Mi avvisò.
Lanciai un grido per la frustrazione e a pugni stretti me ne andai.
![](https://img.wattpad.com/cover/164501734-288-k456507.jpg)
STAI LEGGENDO
The boy who stole my heart
RomanceRider Smith è uno degli studenti più belli e popolari del liceo che frequenta. Bei voti, un ruolo fondamentale nella squadra di football, una bella famiglia e tante ragazze ai suoi piedi, non potrebbe chiedere di meglio. Le sue giornate cambiano qu...