Il mattino dopo a svegliarmi furono le voci della mamma e di Travis. Balzai letteralmente giù dal letto e veloce come un missile corsi giù per le scale, raggiungendo mio fratello.
"Trav!" Gridai, piena di sollievo nel rivederlo.
Mi alzai sulle punte dei piedi e lo abbracciai con tutte le mie forze.
Lui mi accolse fra le sue braccia, stringendomi. Rise dolcemente contro la mia spalla.
Travis sembra stare benissimo. Aveva il viso riposato e allegro.
"Dove sei stato?!" Gli chiesi, quando mi allontanai.
"In giro. Avevo bisogno di staccare un po'." Scrollò le spalle.
"Forse dovresti sapere una cosa..." abbassai lo sguardo. Giocherellai con le mie dita per il nervoso.
"Che è successo, Cami?" Mi domandò, cercando il mio sguardo con il suo.
"Mentre tu non c'eri... sono andata a casa di Cindy. Ti stavo cercando e ho pensato che potessi essere lì..."
"Capisco. È plausibile."
"Abbiamo discusso. C'era il suo ex, lì con lei e non ho resistito. Le ho detto la verità, Trav. Le ho detto che eri andato da lei per cercarla e che l'avevi vista con lui. Le ho detto che non ti meritavi quel che ti stava facendo. Mi dispiace. So che non era affar mio, ma ero preoccupata per te e..."
"È tutto okay, Cami." Mi rassicurò Travis. "Voglio lasciarmi questo brutto episodio alle spalle."
"Non vuoi...?"
"Lei ha fatto la sua scelta, del resto io mi sono già incamminato in una strada diversa." Scrollò le spalle.
Stavo per domandargli cosa intendesse con quell'affermazione quando la porta si aprì e Rider entrò gridando.
"Buongiorno!"
Trav gli dava le spalle e fortunatamente non vide l'occhiolino che il suo amico mi fece.
Gli passò accanto e gli diede una pacca sulle spalle.
"Menomale che sei tornato amico, non sopportavo più le lagne di tua sorella." Commentò.
Spalancai la bocca, esterrefatta dalla sua abilità nel cambiare totalmente personalità in presenza di altre persone.
Sghignazzò, andando a sedersi.
Entrai in cucina e recuperai la mia tazza dal ripiano sopra al lavello. Inarcai appositamente la schiena, con ogni intenzione di provocarlo.
Quando mi girai notai con piacere che il mio piccolo piano era andato a buon fine. Mi stava fissando senza ritegno.
"Smettila!" Sbottò mio fratello.
Rider sbatté le palpebre.
"Che ho fatto!?" Esclamò quest'ultimo con aria innocente.
"Ti ho visto mentre fissavi mia sorella."disse Travis con schiettezza.
Risi sotto ai baffi dirigendomi al mio posto.
"Figurati! Non la guarderei mai. Ero perso nei miei pensieri." Mentì.
Mio fratello lo scrutò a lungo con le sopracciglia inarcate. Neanche lui sembrava crederci tanto, ma lasciò perdere.
"Che ne dici di andare a vestirti?" Mi chiese tuttavia, abbassando lo sguardo sul mio pigiama.
"Finisco." Borbottai, impegnata a mandare giù un boccone di latte e cereali.
Allungai un piede nudo verso la gamba di Rider e lo strusciai contro il polpaccio.
Era esilarante guardarlo come si impegnava per trattenersi. Concentrato con lo sguardo sul cucchiaino, ma non per davvero, gli scivolò tutto il latte sulla maglietta nera.
Scoppiai a ridere sguaiatamente. Mio fratello mi seguì a ruota, anche lui divertito, ignaro completamente della situazione.
Serissimo, Rider, cercò di pulirsi.
"Prendo una tua maglietta." Avvisò a mio fratello. Salì di sopra e sparì nella stanza di Travis.
Per conto mio andai a prepararmi. Con il ritorno di Travis avevo fatto tardi e dovevo assolutamente sbrigarmi.
Mi spazzolai i capelli, lasciandoli sciolti e mi lavai i denti con cura. Mi stavo asciugando il viso quando la porta si aprì all'improvviso e Rider ci si intrufolò dentro.
"Che fai qui!?" Sussurrai. "C'è mio fratello di sotto!" Gli ricordai, cercando di spingerlo fuori dal bagno. Lui non si mosse di un centimetro.
Mi prese per un fianco e mi attirò a se con un gesto deciso. Avvicinò il suo viso al mio così tanto che chiusi gli occhi, pronta a sentire le sue labbra morbide sulle mie. Il suo respiro caldo mi accarezzava il viso.
Mi spinsi verso la sua bocca, pronta a baciarlo, ma lui si allontanò.
Lo guardai confusa.
"Non te lo meriti." Scosse la testa. "Mi hai fatto soffrire poco fa!" Disse, dispettoso.
Con la mano sinistra mi palpò il sedere.
Io lo schiaffeggiai sul braccio.
Con un sorriso beffardo arretrò fino ad uscire completamente, lasciandomi sola e vogliosa.
Gemetti dalla frustrazione. Lui ridacchiò dal fondo delle scale.
Finii di prepararmi con una certa frustrazione in corpo. Tanto che ci misi più del dovuto per infilarmi la maglia, la prima volta l'avevo messa al contrario.
Rider si era cambiato con una maglietta blu di mio fratello. Essendo più muscoloso rispetto a Travis gli stava così stretta da evidenziare ogni linea del suo torace.
Scacciai qualunque pensiero dalla mia mente e li oltrepassai, salendo nella macchina di Travis.
Sarebbe stato tutto più semplice se non mi avesse lanciato un'occhiata, ogni due per tre, dallo specchietto sopra alla sua testa.
Il suo sguardo a differenza sua non giocava mai. Il modo in cui mi guardava mi faceva sentire come se fossi il centro dell'universo. Una perla rara, preziosa.
Solo allora mi accorsi che Rider mi aveva sempre dedicato quello sguardo. Immagini di noi da bambini mi vennero in mente.
Episodi accaduti semplici ed innocenti ma con del significato importante.
Aveva quello sguardo ogni volta che piangevo e ritornava indietro per consolarmi. Ogni volta che rispondevo ad un suo dispetto, dandogli così le attenzioni che desiderava. Ogni volta che andavo al suo compleanno e gli davo il mio regalino. Che fosse un peluches o semplicemente un braccialetto.
Mi aveva sempre riservato quello sguardo e per tanto tempo non ne avevo colto il valore vero. Non avevo colto le sensazioni che mi avrebbe causato se solo ci avessi fatto caso.
Sotto al suo sguardo mi sentivo nel posto giusto.

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The boy who stole my heart
RomanceRider Smith è uno degli studenti più belli e popolari del liceo che frequenta. Bei voti, un ruolo fondamentale nella squadra di football, una bella famiglia e tante ragazze ai suoi piedi, non potrebbe chiedere di meglio. Le sue giornate cambiano qu...