3. (Damiano)

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Non aveva mai immaginato di incontrare una ragazza del genere. Un amica del genere.
Quel giorno, di un mese fa, quando era entrato in libreria per cercare un regalo per suo fratello, non poteva sapere quello che lo attendeva. Una commessa bionda lo avvicina, è una sua fan. È anche gnocca, ci fa un pensierino... Se non fosse che quegli occhi gli ricordano troppo Vic.
La ragazza bionda, Cecilia, gli parla di una sua amica, una sua fan con un cuore troppo bono per Sto Monno infame. E lui non riesce a crederci.
Alla fine, Damiano era uscito dalla libreria con due libri: uno per suo fratello, ed uno per sé. Aveva mantenuto i contatti con la biondina, che gli aveva detto di farsi trovare al negozio di cd un sabato pomeriggio.
Aveva ascoltato la loro conversazione e non poteva crederci.
Ma esisteva ancora gente cor core buono?
Evidentemente si.
Non aveva resistito, aveva comprato i cd alla ragazza e con una scusa qualsiasi si era avvicinato a lei.
La sera poi, aveva ritrovato il suo volto tra i like delle fan sotto una foto di istagram. Le aveva scritto, incuriosito.
E le settimane erano passate, e non avevano smesso di scriversi. Gli aveva detto di essere siciliana, di essere negata con i dialetti, e lui si era sforzato di non parlare il suo, di dialetto, per farle capire cosa voleva dirle.
Avevano scherzato, le aveva chiesto consigli per conquistare "le ragazze", ma in realtà voleva conquistare una ragazza precisa. Era andata male, poco gli importava. L'attrazione fisica si spegneva facilmente.
Aveva trovato però una buona amica in lei, e voleva conoscerla meglio, per questo gli aveva chiesto di uscire. Si erano visti in compagnia di Cecilia e Lello, per bersi un caffè o un aperitivo, ma non erano mai stati soli. Ed ora, ne aveva l'occasione.
L'occasione di studiare quel cristallo perennemente vestito di nero o rosso o bianco, di conoscere i suoi segreti, di parlare seriamente.

[...]

Damiano chiude la chiamata con l' Osteria Mangiafuoco, sotto consiglio di Cecilia aveva scelto un posto dove si trovava carne buona, che poi, lui non aveva mai conosciuto una ragazza con un tale amore per la carne.
Gli occhi vanno all' orologio, erano le cinque del pomeriggio, aveva tempo per sistemarsi.
Lo sgaurdo gli corre sul libro che in quel mese aveva letto e riletto mille volte. "Il Ritratto Di Dorian Gray", lo osserva, con cipiglio quasi beffardo.
Era il libro preferito di Crystal, che poi, non aveva mai capito che ci trovava di bello in quel libro.
Sorride al pensiero dell'amica, al ricordo fresco di quella mattina, al suo profumo di vaniglia e cioccolato, al suo corpo morbido.
Perché Crystal era diversa, tanto bassa da arrivargli al petto, con quella vita stretta, quei fianchi morbidi e pronunciati, quel seno enorme che non riusciva a nascondere in nessun modo, quei capelli così lunghi e neri che gli sfioravano il culo tondo ed abbondante, le cosce piene e morbide... sorride al pensiero del suo modo di imbarazzarsi quando parlavano di sesso, ed anche se ci provava a rispondere, le guance diventavano sempre troppo rosse, e la tradivano.
《Perché sorridi Ica?》alza lo sguardo e la figura di Vic gli si para davanti.
Stava sorridendo? 《Nun ne niente Vic. Sto Arrivando.》La bionda annuisce, e si siede sul letto vicino a lui.
Da qualche settimana Vic aveva notato che Damiano passava più tempo al cellulare, e aveva preso a leggere ossessivamente un libro, che si portava sempre dietro, peggio di Ethan.
《A che pensi Damià? Perché stavi a sorridere? Te ho sentito, stavi ordinando un tavolo pe due.》 Insite la danese, perché era chiaro che qualcuna fosse entrata nella vita del migliore amico. 《È per Lauretta?》 Chiese curiosa, quasi speranzosa. Damiano alza gli occhi al cielo. 《Lauretta tua me ha pigliato a carci in culo. E no, non mi interessa più, nun me piacciono le fie mignotta, c'è basto io.》 Risponde guardando l'amica. Si accende una sigaretta, e prende il posacenere sul comodino. 《Esco cu n'amica, nulla de ché. Na cosa informale.》 Risponde cercando di non dare troppo informazioni, perché sapeva che Vic, protettiva com'era, avrebbe indagato. Infatti fa altre domande. 《N' amica? E chi? La biondina di cui Lello ha parlato?》 Chiese maliziosa, conosceva bene quello sguardo. Damiano scuote la testa, i capelli gli cadono sul volto. 《No, nun è lei. Non c'è sto en confidenza. Non così tanto》 chiarisce. E Vic sembra confusa. 《Nun te piace? Lello ma detto che è bella, bionda, occhioni azzuri...》Damiano butta fuori il fumo a quella frase. 《Vic, c'ho sai che tu sei l'ultima biodina co gli occhi azzuri che me so scopato, nun ne so più capace. Rivedo te, me sembra de farmi mi sorella ora. Nun c'è tengo.》 Risponde nuovamente, facendo ridere l'amica. Sapeva che anche lei condivideva quel sentimento, perché la loro storia di sesso risaliva a mezza vita fa, troppo tempo, era n' arta epoca, lui era n' arto 'omo.
《Allora chi è? 》indaga ancora. 《L' amica sua nun po essere, Lello me ha detto che nun è il tipo tuo.》
Damiano si sente colpito da quella frase. Perché non poteva essere il suo tipo? Che voleva insinuare? Insomma, sarà pure uno stronzo narcisista, ma non era così superficiale da guardare la taglia. E poi, Crystal era sexy prorpio perché aveva quel corpo pieno e sensuale.
Ripensa a quelle volte in cui le sue mani avevano stretto la sua pelle morbida, ed era a mejo sensazione der monno, stringe qua carne fresca e morbida.
Damiano scuote la testa, non dice altro.
Non voleva dare spiegazioni. 《Vic me devo preparare, me trucchi?》La bionda sorride. Lo trucca, impigandoci come sempre un ora abbondante. Tra gli " Statti fermo o te renno ceco" e gli "Devo rifare il bordo, Statti fermo!" Finiscono.
Vic lo saluta, più tranquilla nel sapere che la ragazza con cui usciva non era attraente come l'amica sua.

Damiano si sistema i jeans addosso, controlla velocemente la camicia vinaccia, gli stivali neri. Riflette molto su quale accessorio indossare, opta per un orecchino di piume nere, un cappello dei suoi, del medesimo colore della camicia, una serie infinita di varie collane.
Crystal amava gli accessori, una passione condivisa.
Mette il profumo preferito di Crystal, si era anche fatto la barba.
"Damià, che cazzo te stai a fa bello per n' amica? Nun ta devi scopà"
"Quanto te piacerebbe averla tra e lenzuola tue? Nun sei mai stato co una così, a cosa te eccita, vero? Cojone."
Sì rimprovera mentalmente, ed esce di casa, fumando una sigaretta.

Raggiunge la casa di Crystal, e l'aspetta, appoggiato al cofano della macchina, alcune ragazze lo avevano riconosciuto e chiesto un selfie. Quando ci metteva a scendere?
Lui, non aveva mai aspettato qualcuno, di solito era lui quello in ritardo.
Il portone si apre, e sorride come un idiota.
Crystal aveva arricciato quei capelli sempre troppo lisci, indossava delle scarpe con il tacco alto, che rendevano il suo corpo formoso ancora più attraente. Gli ricordava una donna anni '50, con quella gonna morbida sulle ginocchia, una maglietta che lasciava le spalle scoperte. Il seno non ci stava quasi, stretto in quella maglietta nera come la gonna.
Damiano aveva sempre desiderato affondare il viso in un seno come quello, ma non aveva mai trovato una ragazza abbastanza armoniosa e sexy.
Si avvicina a Crystal, che lo saluta timidamente, e nonostante il rossetto rosso e gli occhi felini perfettamente truccati, sembrava appena un adolescente e non una giovane donna de 22 anni.
Che lui, ancora non ci credeva fosse più grande di lui.
《Sei uscita da un film anni 50? Stai meglio senza rossetto però, c'ho sai?》 Chiese automaticamente. Perché quella bocca a cuore, era troppo pura per quer rossetto da mignotta. Crystal diventa rossa alla sua frase. 《A me piace, e me lo tengo!》 Ribatte capricciosa, e va a sedersi in auto. Damiano ride, e va a mettersi alla guida. 《Dove andiamo?》 Quella vocetta acuta gli accarezza i timpani. 《Ora ho vedi, metti a cintura, ne abbiamo di strada.》 E fu lui stesso a sistemargli la cintura, sfiorando quel corpo che inconsciamente, desiderava da qualche giorno.
Mette in moto, e parte, spedito. Il viaggio era silenzioso, fatta eccezione per la radio dell'auto.

Tra Ali D' Oro e Fogli Bianchi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora