4.

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Guarda l' Osteria Mangiafuoco sorpresa.
Durante il viaggio, non avevano detto una parola. Aveva sentito la fama di quel posto, e che si mangiava benissimo.
Crystal si slaccia la cintura che Damiano le aveva allacciato, scende dall'auto facendo risuonare il tacco numero 7. Un tacco abbastanza alto, ma non troppo da farle rischiare una caduta.
Damiano le si affianca, le tiene la porta aperta.
L'ambiente era caldo, le pareti arancioni, le tovaglie rosse. Ma loro non si fermano in quella sala, vanno nella seconda sala, dalle pareti bianche, le tovaglie candide, candele e fiori arancioni sul tavolo. Il cameriere li fa accomodare ad un tavolo appartato. Damiano si accomoda, e lei lo imita. Damiano non sembrava tipo da scostare sedie, o forse, non era quella la situazione. Forse lo faceva solo con le ragazze che gli interessavano.
Prende il menù e il suo sguardo si piazza direttamente sulle offerte di carne.
Sceglie una bistecca con patate, Damiano prende una carbonara.
《Allora... com'è andata con quella ragazza per cui mi hai chiesto consiglio?》Crystal chiede curiosa, iniziando così la conversazione. Damiano scuote la testa, come a non volerci pensare. 《Male. Era n'arta stupida stronza. So stanco, de stronze, de mignotte che cercano solo fama er soddi. L' ultima bona che ho beccato... risale a prima che i Måneskin fossero famosi, quanno ancora stavamo a suonare per strada. Ma nun ne voglio parlare.》
Crystal ascolta le sue parole, poteva solo immaginare come ci si sentiva, anche se non lo aveva provato sulla pelle. Lei non aveva grandi soldi, non aveva neanche fama, non aveva nulla da offrire.
Gli sembra anche che Damiano provasse qualcosa per quella ragazza.
《E tu come stai messa a pischelli? 》 apprezza lo sforzo del ragazzo di parlare in un italiano il meno accentato possibile.
A quella domanda, le sue guance si tingono di rosso. 《No... Io... Ho avuto solo un ragazzo. In prima superiore. Per una settimana... Ci siamo baciati una sola volta... Da allora... niente ragazzi.》 Damiano sobbalza alle sue parole, ne sembrava sorpreso. 《Perché? Li hai rifiutati tutti?》 Chiese ancora. Crystal ride, come davanti alla cazzata del secolo. 《No, non c'è mai stato nessuno. Non sono... abbastanza attraente.》 Ammette, ancora più imbarazzata. Damiano aggrotta la fronte, facendo formare tante piccole rughe. Il cameriere interrompe la loro conversazione, serve il vino, l'acqua, le loro ordinazioni, accende la candela e li lascia alla loro cena, pensando fosse un appuntamento romantico.
Damiano affonda la forchetta tra gli spaghetti. 《Non svalutatte così, certi pischelli, nun c'è capisco di donne.》 Ma sa che quelle sono frasi di circostanza. 《Damià, non prendiamoci in giro, guardami. Non sono bella, ho troppi chili, non ho nulla che possa anche solo lontanamente rendermi interessante, almeno dal punto di vista fisico. Ma alla gente interessa solo il copro, ultimamente, quindi io che non sono bella non ho niente da offrire ad un ragazzo. E va bene anche così, davvero.》Crystal fa spallucce e taglia la carne. Damiano stava per ribattere, ma preferisce soffocare le parole con una forchetta di pasta.
Mangiano in silenzio per qualche minuto, poi Damiano gli sorride. 《Ma le pischelle nun mangiano solo un' insalatina insipida quanno so in compagnia de n' omo?》 Chiese divertito. Crystal diventa rossa, gli fa una linguaccia. 《Io no, amo la carne ed odio la verdura. Lascio l'insalata alle altre.》 Risponde per le rime.
Crystal mangiava sempre con moderazione, non esagerava mai, ma odiava davvero la verdura, peggio dei bambini. La risata di Damiano riempie il locale.
"Sei bello Damiano, ma questo già lo sai... invidio un po' tutte le ragazze con cui stai. Damià, non mi guarderai mai in quel modo, vero?"
Scuote la testa a quei pensieri, fa un sorriso triste quando lo nota guardare il culo a mandolino della cameriera.

Crystal aveva provato a perdere peso, ci aveva provato sul serio, ma il suo corpo più di tanto non cambiava. La pancia aveva sempre quella leggera curva morbida, che ai suoi occhi era più simile ad una montagna, ma che in realtà non era così eccessiva.
Aveva consultato dietologi e medici, gli avevano detto che la sua forma fisica dipendeva da una questione ormonale, e più di tanto non poteva cambiare. A quel punto aveva perso ogni speranza.

Torna alla realtà quando Damiano le chiede di fargli assaggiare una patata. Crystal infilza il povero ortaggio speziato e lo porta alla bocca di Damiano.
Dalla bocca del romano esce un verso simile ad un gemito di piacere. 《Quanno è bona. Oh, senti sta carbonara, Siciliana. Questa è a vera carbonara.》 Damiano arrotola qualche filo di pasta e lo porta alla sua bocca. Crystal lo assaggia e deve ammettere che con il guanciale è più buona. Damiano le sorride furbo. 《T' ho detto che era bona. 》 Crystal ride, e gli da ragione. Damiano la guarda strano per un istante. 《Qualcosa non va? Perché mi guardi così? 》Chiese inarcando un sopracciglio. Damiano non le risponde. Si alza dalla sedia e si sporge verso di lei. Con il tovagliolo di stoffa gli sfiora delicatamente le labbra, le toglie via tutto il rossetto. 《Il rossotto da mignotta nun te dona, piccoletta.》Sì fa serio, mentre dice quelle cose.
Il cuore di Crystal schizza come impazzito. Abbassa lo sgaurdo, si alza con una scusa e va in bagno, per pulire le tracce di rosso che erano rimaste intorno le labbra. Si sfiora poi la bocca con la punta delle dita.
"Damià, non guardarmi più in quel modo, mi fa paura. Non fare questi gesti dolci, il mio cuore non regge. "

Prende dei profondi respiri prima di tornare da lui, Damiano sorride quando la vede. 《Era da quando sei uscita di casa che te lo volevo levà.》 Crystal diventa nuovamente rossa. 《La prossima volta metto la tinta labbra, così non puoi fare nulla. 》 ribatte decisa. Damiano le fa una linguaccia. 《Er rosso nun fa pe te. Manco er nero. Tu dovresti vestì de bianco e mettere solo er mascara. Come n' angelo puro. Perché a te, er sesso nun ta ancora contaminato er core.》 Quella frase la colpisce peggio di un colpo di frusta. Non sa cosa rispondere e lascia cadere la conversazione.

Damiano la riporta a casa, la saluta con un bacio sulla guancia e va via, ma non prima di averla vista varcare il portone.

Tra Ali D' Oro e Fogli Bianchi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora