Quello era stato decisamente il mese più lungo della sua vita. Le ore sembravano giorni, i giorni settimane, le settimane anni.
E non gli bastava sentire la sua voce.
Alcune volte sentiva il bisogno fisico di stringerlo a sé e baciarlo, di nascondersi tra le sue braccia. Di non pensare più a nulla.Crystal si alza dal letto, accendendo il cellulare. Aveva una stranissima sensazione. Sbadiglia, mentre Risponde ai primi messaggi, entra poi su istagram.
Le dita allentano la presa sul cellulare, che finisce sul pavimento freddo.
Era luglio, ma il freddo gli stava congelando il cuore. Sulle varie fanpage rimbalzava la foto di Damiano avvinghiato ad una ragazza, mentre entravano in hotel.
Si porta una mano alla bocca, il freddo la stringe in una morsa paralizzante. Calde lacrime bagnano la sua guancia. Non si muove, immobile, fissa il vuoto. Impressa nella retina quella foto.Victoria l'aveva avvertita, un paio di mesi e si sarebbe stancato.
Aveva evidentemente trovato di meglio.
Meglio di una patetica commessa, meglio di una ragazza con troppi chili e troppi problemi, meglio di un insicura del cavolo, meglio di una patetica idiota che si vergognava ancora a farsi vedere nuda da lui e che nella loro ultima notte di passione gli aveva detto di amarlo.
Già... avrebbe dovuto capirlo allora: Damiano non aveva ricambiato il suo "Ti amo", perché lui non l'amava.Crystal fa un sorriso triste, la vista offuscata dalle lacrime, accarezza distrattamente il tatuaggio che aveva fatto insieme a lui.
"Se un bel sogno finisce, che diritto abbiamo di lamentarci?
Non può durare per sempre.
Io non potevo essere il tuo per sempre, Icaro."Silenziosa Va in bagno, lasciando il cellulare a marcire sul pavimento, ignorando le chiamate e i messaggi. Almeno funzionava ancora.
Si infila sotto la doccia, cerca di scacciare via quella sensazione di freddo, ma non riesce.
La sua pelle diventa rossa a causa del calore dell'acqua, eppure lei aveva freddo.
Esce dalla doccia, si lava i denti, asciuga velocemente i capelli.
Trucca gli occhi e la bocca, indossa l'intimo e poi una maglietta a maniche lunghe.
Il freddo non andava via.
Solo dopo aver indossato le scarpe raccoglie il cellulare. Aveva un graffio in alto, sullo schermo. Aveva pensato peggio. Cecilia dorme ancora, le prepara la colazione, le lascia un biglietto e va a lavoro.
Cammina sotto il sole cocente.
Ma il freddo non va via.
Indossa una maschera, la maschera che aveva indossato nei suoi anni di depressione: il suo migliore sorriso abbelliva il suo volto. Ma era un sorriso freddo.
Come il suo cuore congelato.
Finge che nulla sia accaduto. Finge che Damiano non sia esistito, perché lei è una comune mortale, ha bisogno di quel lavoro. E non può perdere anche il posto solo perché la sua storia era finita.
C'era un tempo per soffrire, magari di notte, nascosta sotto le coperte.
Crystal si muove come un automa, la mente assente.
Crystal si era spenta quella mattina, il freddo l'aveva congelata.《Ei... terra chiama Crystal! Mi ricevi? 》 Crystal rabbrividisce, volta lo sguardo verso Alex.
Il biondino dagli occhi verdi gli sorride amichevole, mostrandogli una serie di libri. 《Dove li metto?》 Chiese nuovamente il ragazzo. 《Terzo scaffale a destra, vai per ordine cronologico, mensola centrale. 》 La sua voce ha un suono strano anche alle sue orecchie. 《 Okay... Mi dici cosa hai? Sei strana questa mattina. Sembra che la strega cattiva ti abbia fatto strappare via il cuore dal cacciatore.》 Ride alla sua battuta, risata che non coinvolge la siciliana. Anzi.
《Non è nulla. Ho dormito male, sono stanca.》 Negli anni aveva imparato ad affilare l'arte della menzogna. Almeno per quello che riguardava il suo umore.
Non voleva mostrarsi vulnerabile. Il ragazzo gli crede e va a posare i libri.Le ore sembrano anni. Tutto si è fermato. Compreso il suo orologio, la cui batteria si è scaricata esattamente un ora fa.
Scuote la testa, cercando di restare lucida.
Alle tre del pomeriggio il suo turno finisce.
Va verso il bar dell' amica.
Sente il corpo pesante, quell' immagine gli stava bruciando il cervello, fingere non era più possibile.
《Ila... dammi una vodka secca.》 La bionda inarca un sopracciglio, non aveva bisogno di spiegazioni del perché stava così. Aveva visto, come tutti del resto. 《Non posso servirti una cosa del genere a quest'ora del giorno. E comunque sappiamo entrambi che bere non È una soluzione.》 Il tono della bionda è dolce. 《Ma almeno potrebbe aiutarmi a cancellare quelle foto dalla mente》 Risponde. La bionda la prende per mano. 《Sai che niente può cancellare quelle foto da questa testolina. Dovresti parlare con lui. Chiarire. 》 Crystal scuote la testa alle parole della bionda. 《No. Semplicemente non ero abbastanza. Victoria mi aveva avvertito... 》 Crystal si fissa il tatuaggio, stringe la mano dell'amica perché era tentata di graffiare l'inchiostro fino a toglierlo. Cecilia gira il bancone, si siede vicino a lei e le prende il viso tra le mani. 《Mi dispiace tesoro... ma chiediti se ne è valsa la pena, se vale la pena perdonarlo.》 Crystal chiude gli occhi, cercando di non piangere. Ripensa a tutti i momenti passati insieme a lui, ai baci, alla pasta cucinata dopo una serata fallimentare in discoteca, alle ore in sala prove, agli sgaurdi che si lanciavano, complici."Vorrei poterti dire così tanto. Ma non riesco. Non ancora. Fa troppo male.
Perché lo hai fatto Damiano?"Stava per rispondere quando la porta del bar si apre. Riconosce la sua ombra sul pavimento, il suo profumo, il suono dei suoi passi frettolosi. 《Crystal! Ti giuro che non volevo! Ho bevuto troppo e... Mi dispiace, mi dispiace》 Damiano era un fiume, impetuoso come sempre l'aveva travolta, strappandola dalle mani confortanti della sua amica.
Il calore delle mani del cantate scalda le sue guance, ma non il suo cuore.
Non c'è la fa a guardarlo negli occhi. La gente nel bar li osserva silenziosi.
Sente lo sgaurdo di Damiano su di sé. 《Sei un idiota del cazzo! Perché lo hai fatto?!》 Non voleva urlare, ma quello... Quello era troppo. Si separa, cercando ancora una volta di non piangere. Fallendo miseramente. 《Io... Non ricordo un cazzo. Ti prego Crystal... dammi un ancora una possibilità.》 Crystal si copre il viso, sedendosi nuovamente. Singhiozzi soffocati sfuggono tra le sue dita, Cecilia fulmina il cantante con lo sguardo mentre accarezza la schiena della sua amica. 《Non c'è la faccio, non ora. Ho bisogno di tempo》 Risponde ancora nascosta.
Damiano si inginocchia, davanti a lei.
Fin'ora si era inginocchiato solo davanti a Victoria.
《Va bene bambolì. Io te aspetto, te aspetto tutto er tempo che te serve. Ma te Prego, perdonami. Da lucido nun avrei mai fatto na cosa del genere.》 Damiano si alza, lascia un bacio tra i suoi capelli. Cecilia gli fa cenno di andare via, lui ubbidisce silenzioso, le spalle basse."Dare la colpa agli alcolici è troppo semplice.
La verità è che ti sentivi in catene con me.
Me lo avevi detto, che non eri fatto per le relazioni. Ho avuto la presunzione di pensare di essere diversa.
Ma diversa non sono.
Sono una delle tue tante ragazze, un fuoco di paglia, un qualcosa di passeggero.
E non posso lamentarmi, mi hai dato più di quanto meriti.
Ma fa così male.
Ti ho inciso ovunque, dentro e fuori.
Sei stato decisivo, mi hai cambiato così tanto...
Tutto è cambiato. Tutto è degenerato.
Mi sento precipitare nel vuoto.
Perché fa così male? Eppure lo sapevo. Che tu non mi amavi come ti amo io.
Perché ti amo ancora.
Damiano, l'unica donna che tu abbia mai amato veramente è Vic, vero? Tutte noi, tutte le altre... Non abbiamo importanza, vero?
Fa male Damiano. Fa malissimo.
Mi sento come un libro a cui hanno strappato tutte le pagine."
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Tra Ali D' Oro e Fogli Bianchi.
FanfictionDamiano è nato a Roma l'8 gennaio 1999. Ha frequentato il liceo linguistico Montale in zona Bravetta, ma poi ha abbandonato gli studi per dedicarsi completamente alla musica. Il suo sogno è di avere una stella sulla Walk of Fame. Il suo colore pre...