18. (Damiano)

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Ci aveva provato, ci aveva provato sul serio a fare il bravo ragazzo, a tenere le mani al loro posto.
In quei giorni aveva conosciuto sfaccettature diverse della ragazza, ad iniziare dalla sua fragilità, da quella telefonata che lo aveva gettato nel panico e nell' ansia, e poi c'erano state le lacrime della giovane. Altro che cristallo fragile, Crystal era un delicato fiore de campo.
Poi c'era stata la serata alla Caritas, aveva capito che la ragazza era quanto di più vicino ad un angelo potesse esserci su quer monno.
E con quale coraggio lui macchiava quella purezza con i suoi desideri sessuali e le fantasie zozze?
Ci aveva provato, ci aveva davvero provato a resistere: aveva evitato di stare solo con lei, aveva cercato di fare il bravo ragazzo e comportarsi come un protagonista di un libro del seicento, timoroso di Dio, uno di quelli che Crystal amava leggere.

Ma quel giorno... Quel giorno non era riuscito più a trattenersi.
Il suo comportamento aveva gettato la ragazza nel panico, ed era quello che voleva evitare. Quanto stupido era? Troppo.
E poi... poi vederla in costume, vederla ballare... Come poteva n'omo resistere a tutto quello? Come poteva non sbavare su quelle cosce, su quei fianchi e su quer seno?

"Ce voglio morì su quer seno.
Voglio svegliamme ogni mattina su quelle montagne e baciarle appena sveglio."

Damiano non resiste, soprattutto a quelle provocazioni. Perché daje, gli si struscia contro e gli dice che da lui si farebbe "sporcare volentieri"... Come può n' omo resistè? Specialmente se l'uomo è un giovane con l'ormone che galoppa... semplicemente non può.

E Damiano non resiste davero, trascina la ragazza in auto, fa lui una corsa per prendere le sue cose.
Non saluta nessuno, non gliele importa un cazzo, sinceramente.
Crystal ride, notando la sua impazienza, si mette i pantaloni anche se con qualche difficoltà dato che era in auto e Damiano guida come un folle.
《Andiamo a casa mia?》 Propone la ragazza. E Damiano che vuole entrare nelle sue lenzuola, le vuole segnare con il suo profumo, peggio di na bestia che marchia il territorio, accetta immediatamente la proposta, guidando verso casa della ragazza.
Icaro è sicuro, domani avrà a casa diverse multe per eccesso di velocità, si fa mezza Roma in un tempo da formula 1. Se gli andava male come cantante aveva un futuro da pilota.

La ragazza scende per prima dall'auto, bacia il giovane amante, tra le mani la maglietta, le scarpe e la borsa. Si baciano durante il tragitto fino all' ascensore, si lasciando andare a leggere palpatine dentro l' abitacolo.
Crystal gli strizza il culo tra le dita piccole di una mano, gli morde il collo. Lo assale, come una leonessa che bracca la sua preda. Perché Icaro si sente in trappola sotto quel corpo prorompente.

"A Damià, me sa che qua hai risvegliato un altra bestia... Anvedi la Bambolina! Altro che santa, questa è più diavolo de te."

Damiano sorride soddisfatto per l' audacia della ragazza, offre il collo, eccitato da morire da quel nuovo aspetto. L'ascensore si apre, ma nessuno dei due ci fa immediatamente caso, persi come sono nel loro mondo di piacere. Una signora li osserva scandalizzati, si lascia sfuggire un verso isterico. Damiano ride, fa il dito medio alla vecchia e spinge la ragazza fuori dall' ascensore. Crystal arrossisce pudicamente sotto lo sguardo accusatore della signora.
Damiano maledice la vecchia, lui voleva esplorare quel nuovo lato della ragazza, non poteva mica spegnerse così!

Entrano in casa, Damiano la stringe a sé nuovamente, la bacia quasi con aggressività e Crystal sembra riaccendersi immediatamente.
Iniziano a spogliarsi nel soggiorno.
Le mani si cercano, le bocche esplorano la pelle lasciata esposta. Raggiungono la stanza della giovane lasciando dietro di sé una scia di abiti.
Crystal non è più timida, con una sicurezza assolutamente sensuale si posiziona su di lui, prendendo lei le redini di quel rapporto. Muove i fianchi, seducente, si muove con sicurezza come se stesse ancora ballando, seguendo il ritmo dei tamburi dei loro cuori.
Ammaliatrice porta le mani del giovane a scoprirla ancora una volta.
In un primo momento Damiano ne resta incantato, ma non si lascia dominare così facilmente, porta le mani sul suo culetto sodo, lo stringe tra le dita affusolate mentre lascia avidi baci sul suo seno, dopo essersi tirato a sedere. 《Nun pensà de averce er controllo così facilmente, Bambolì. Ora movi sto culo e famme venì come solo tu sai fa.》
Damiano le va incontro come può, dettando il movimento di bacino della ragazza.
E non ci sono freni, non ci sono limiti. Bruciano, come Roma sotto la follia di Nerone, ardono nelle fiamme di quelle passione, si cercano, si scontrano e si marchiano, selvaggi come il tamburo di Ethan, come quelle danze sul prato, come la gioventù, come gli istinti che spingono i loro corpi l'uno verso l'altro.
Si scoprono sotto nuovi aspetti, più audaci, amabili amanti che conoscevano già il corpo dell'altro. Crystal non cede la posizione " di dominio ", lo cavalca selvaggia e quasi esperta. E Damiano prova a non cedere a quella sensualità esplosiva, appena scoperta anche dalla ragazza stessa.
Icaro si brucia le ali, la sua vista viene a mancare e vede solo bianco.
Bianco come i fogli della ragazza, bianco come la sua pelle, bianco come il suo gelato preferito, bianco e ancora bianco ovunque.
Bianco come il piacere che riversa sul corpo della giovane.
Ed il bianco dei fogli viene tinto da due parole rosse come il fuoco.
La ragazza accasciata su di lui, il 《 Ti Amo》 Sussurato ad altezza del cuore, che perde due battiti, a quei suoni proibiti.

[...]

Damiano si risveglia in una stanza che non era la sua: lenzuola rosse, letto in ferro dalla spalliera alta ed imbottita in ecopelle nera, mobili scuri, pareti bianche macchiate di nere parole, come se fosse dentro un libro.
Crystal dorme nuda accanto a lui, ranicchiata sul fianco, coperta fino al collo, un sorriso beato, i capelli stravolti.
È bella anche mentre dorme.
Damiano pensa di essere fortunato, perché ha tutto ciò che si può desiderare: una bella donna accanto a sé, un pacchetto di sigarette pieno.
Si accende una sigaretta, la ragazza aveva messo un posacenere per lui, perché l'ultima volta che era entrato lì non c'era.

Un bacio lo desta dai suoi pensieri, la ragazza gli stava baciando il petto. 《Ho sempre odiato i fumatori.》 Confessa con voce impastata dal sonno, Damiano ride, e gli soffia il fumo in faccia, solo per darle fastidio. 《Ed ora stai con me.》 Anche Crystal ride, sollevandosi a sedere, comprendosi con il lenzuolo rosso.
Damiano la bacia, un bacio che sa di tabacco e che fa mugulare la giovane, tra il contrariato e l'eccitato.
La tira a sé con la mano non occupata dalla sigaretta.
Si, era proprio fortunato...

《Damià... Ti suona il cellulare 》 La ragazza si separa, soffocando un sorriso. Damiano guarda il cielo, come a maledirlo.

"Proprio ora? Stavo lavorando per un secondo round mattutino! "

Ignora il cellulare 《Lascialo suonare. 》 la bacia ancora, avido e mai sazio. Ma il suono si fa troppo insistente. Si alza, ancora nudo e va a recuperare il cellulare dai pantaloni. Era la sua manager. Torna in stanza, sedendosi sul letto, continua a fumare, mentre Risponde alla chiamata.
Quella che era una giornata perfetta si trasforma in una giornata di merda. La manager gli comunica la sua iscrizione a scuola. 《Ma cazzo no... Marta non voglio andare a scuola.》 La manager gli dice che era già stato iscritto, che avrebbe fatto tutto da privatista e che doveva iniziare subito. 《Marta nun scherzà. Nun so fatto pe la scola... Ad inizio anno ho detto che sarei andato solo per far tacere i giornali... annamo nun poi farme questo. Me stai a mette e catene e nun me piace. 》 sente lo sguardo di Crystal su di sé, spegne rabbiosamente la sigaretta e si sporge in avanti. Si incazza, perché lui non se ne faceva nulla di un diploma del cazzo. La manager gli dice che aveva coinvolto anche sua madre in quella cosa. 《Me stai ad incastrà, to dico. Accetto, ma i tutor me li scelgo io, e pure quando annà a lezione. Nun me rompere er cazzo e nun mettere de mezzo mamma. 》chiude la chiamata, Crystal gli accarezza il viso per farlo calmare. Non fa domande, aveva già capito.
Damiano getta il cellulare ai piedi del letto e si fionda a baciare la ragazza, per calmare i bollenti spiriti della rabbia.

La scuola non faceva per lui, il diploma non faceva per lui, tutta quella giostrina ipocrita e perbenista non faceva per lui. Ti insegnavano solo quello che volevano, raramente i professori davano voti per meritocrazia. La scuola era una merda.
Ma forse, studiare da privatista era una buona soluzione. Vede la ragazza tra le sue braccia, ripensa a quando lei gli parlava di filosofia e letteratura e storia. Se magari fosse stata lei la sua insegnante, a scuola sarebbe andato più volentieri.

Tra Ali D' Oro e Fogli Bianchi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora