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Maggio era finito, Giugno era giunto.
Damiano era stato impegnato con il tour, con la scuola. Si erano sentiti poco e niente, non erano riusciti a vedersi neanche per cinque secondi.

Era il primo giugno, Crystal guardava il proprio cellulare. Non sentiva il ragazzo dallo scorso sabato...
Guarda Cecilia, con aria disperata.
《Ila... Secondo te mi devo preoccupare? Non lo sento da sabato scorso. È passata una settimana...》 La ragazza dai capelli recentemente tinti di bianco la guarda inarcando un sopracciglio, mentre beve il proprio caffè. 《Non si fa vivo da sabato? Ma tu gli hai scritto?》 La mora annuisce a quella domanda. 《Un paio di messaggi. Ma dopo mercoledì non gli ho più scritto. 》 Risponde guardando il cellulare. 《Sarà stressato per il tour, solitamente in queste situazioni non si è mai soli, ci sono sempre giornalisti o altre seccature anche se... è improbabile non abbia avuto il tempo manco di un messaggio. Dovresti parlargliene appena torna, comunque. 》 Crystal si morde un labbro, guardando ancora il cellulare. 《Credo che forse sono di troppo. Tra scuola e lavoro... Io sono un inutile distrazione. 》 Cecilia alza gli occhi al cielo per le assurdità dell' amica. 《Gli devi rompere er cazzo più da scuola e del lavoro. Tu gli servi anche per farlo rigare dritto, ai ragazzi piace ricevere ordini, infondo.》 Risponde la bella abruzzese. Fu il turno di Crystal di inarcare un sopracciglio. 《Non conosci Damiano. Quello odia stare sotto anche tra le lenzuola, non gli piacciono gli ordini...》 guarda nuovamente il cellulare. 《È troppo invadente se vado a prenderlo in aeroporto quando torna?》 Chiese incerta sul da farsi.《È un idea carina, ma devi cercare di non farti beccare dai paparazzi... e di non fare tardi a lavoro. 》 Crystal controlla l'orologio alla frase dell' amica. Era in un mostruoso ritardo. Salta giù dallo sgabello del bar, correndo nel negozio. Aveva sforato l'orario della pausa di dieci minuti.
Si scusa con la sua collega che gli dà il cambio per andare a fare colazione.
Crystal riprende a lavorare.

Sorride dolcemente ai clienti, gli consiglia i libri migliori.
Anche se la testa era altrove. Stava mostrando ad un ragazzo le varie offerte della sezione dei romanzi romantici del novecento quando una voce familiare la risveglia. 《Vedo che te sei data da fa in mia assenza... mo te la fai coi nerd sfigati? Amico, scollate che nun è aria. 》 il ragazzo indietreggia sotto lo sguardo violento di Damiano, ed anche lei fa un passo indietro.
Quello era lo stesso sguardo che il ragazzo aveva quella sera in discoteca, quando aveva fatto a pugni. Crystal non comprende tutta quella rabbia. 《Damià, che ti prende? Era solo un cliente... Non stava facendo nulla di male.》 Cerca di calmarlo, avvicinandosi a lui, ma il cantante fa un passo indietro, lo sguardo di un animale feroce pronto a scattare. 《 Me faccio ore de volo pe fatte una sorpresa e te trovo ad amoreggiare. Bella merda.》 Crystal è punta sul vivo da quella frase. 《Da quanno i clienti te stanno attaccati ar culo? 》 Chiese con cattiveria, attirando l'attenzione di quei pochi clienti presenti. 《Damiano... ma che dici? Gli stavo solo dando un consiglio sui libri!》 Risponde guardandolo incredula. Il ragazzo era completamente impazzito. 《Se. Ed io so vergine. C'è stava a prova. A quale pischello sano de mente interessano i romanzi? Nun dirme cazzate Bambolì. Te piace? 》Crystal è senza parole, come poteva pensare una cosa del genere? 《 Ma che diavolo dici? Lo sai benissimo anche tu che i miei sentimenti sono rivolti esclusivamente a te. Hai perso la testa durante il tour? 》 Crystal sospira, cerca di non perdere la pazienza e posa in libri che aveva in mano. 《A testa dici? Te fai la gatta con un quattrocchi der cazzo ed io perdo a testa? Se te peso basta dirlo che me levo de palle eh.》 Damiano alza la voce, stringendola per un braccio e facendola voltare su di sé. Ma la lascia immediatamente, notando il suo sguardo. Crystal lo affronta. 《Pesarmi... Non dire cazzate. Senti, io devo lavorare... Ne parliamo quando esco.》 Cerca di farlo uscire, perché stava iniziando ad attirare troppa attenzione. 《Così c'è provi co quello? Te aspetto qui finché nun finisci.》 Va a posizionarsi dietro il bancone, come se il negozio fosse il suo. Crystal spalanca la bocca a quel comportamento da folle. Non gli piaceva quel suo aspetto. Si avvicina a lui, preoccupata per un possibile licenziamento. 《Damiano ti prego... aspettami a casa okay? Io qui rischio il lavoro. Lavoro che non posso perdere.》 Cerca di farlo ragionare ma Damiano ascolta solo quello che vuole. 《 Me stai a cacciare?》 Crystal scuote la testa, improvvisamente esausta. Gli lascia le chiavi del proprio appartamento. 《Ti prego, aspettami a casa okay?》 Lo supplica nuovamente. Damiano afferra le chiavi, esce dal negozio sbattendo la porta.
Crystal sobbalza alle suono della porta, si scusa imbarazzata con i clienti.

"Ma che ti è preso? È dal giorno che hai ricevuto quella chiamata che sei strano.
È solo stress Damiano? Non pensi veramente quelle cose, vero?
Come se a me potesse seriamente piacermi qualcun'altro. Ma non lo capisci che il mio cuore è tuo da quando mi hai lasciato la pila di cd sul tavolo di quel bar?
Non lo capisci che sto mettendo in discussione ogni cosa per te?
Come puoi pensare che io possa provarci con un altro?
Mio caro, sei insicuro anche tu. Sotto quella corazza, sotto la tua aggressività e la maschera da coatto...
Ti hanno già tradito vero? Ma certo che lo hanno fatto. Victoria, Lucrezia... David, io non sono come loro. Lo sai vero?"

Crystal finisce il turno e torna a casa, un sorriso dolce dipinto sul viso. Trova Damiano seduto davanti al portone, stava fumando, le mani gli tremavano. Crystal si siede accanto a lui, gli mette una mano sul ginocchio. 《Che te piasce de lui?》 Chiese il romano, guardando le auto che passavano. 《Il suo essere completamente pazzo, paranoico e fuori strada.》 Risponde divertita, parlando di lui. Damiano si gira con uno scatto verso di lui. 《Da quanto lo conosci?!》 Chiese rabbioso, evidentemente non c'era arrivato. 《Da qualche mese, mi ha corteggiato con una pila di cd sul tavolino di un bar.》 Risponde sperando che cogliesse le allusioni. 《Io non ti ho corteggiato. E dico seriamente, che te piace de lui?》 Chiese ancora. Crystal piega la testa di lato. 《Damià. Ma che stai dicendo? 》Chiese sinceramente confusa da quel comportamento. 《 Cosa ti piace di Damiano David? È una capra, un idiota, un violento coatto co troppo testosterone. Che te piace de quella testa calda?》 Chiese nuovamente. Crystal gli prende una mano che inizia a baciare. 《 Non lo so. Mi piace e basta.》 Risponde sinceramente. Damiano si alza, spegne la sigaretta e gli lancia le chiavi in mano, senza dire una parola.
Crystal si alza di scatto, guarda il giovane uomo. Vede sofferenza nei suoi occhi.
Damiano aveva capito di aver esagerato, vede il pentimento nel suo sguardo, vede un sacco di cose in quegli occhi caldi.
Lo bacia dolcemente, sulla guancia. Accarezza il suo volto, poi apre il portone. Capisce che quello scatto d' ira era stato dettato dalla sua insicurezza, dallo stress.
Capisce anche che non è il momento per le domande.
Damiano aveva fatto il diavolo a quattro in libreria, un modo strano per richiedere attenzioni, aiuto.
Crystal lo guida fino alla propria stanza, lo spinge sul letto, gli toglie le scarpe e si stende vicino a lui. Gli accarezza i capelli ed il volto, cerca di calmarlo.
Non c'erano bisogno di parole in quel caso, i gesti bastavano. Damiano aveva semplicemente bisogno di una pausa dal mondo, da se stesso.
E lei era lì per quello.

Crystal si sfila il bracciale, toglie la luna dalla fila composta di pietre colorate, la mette dentro un altro filo. Crea un bracciale con solo quella piccolissima pallina al centro e del filo nero sapientemente intrecciato. Lo lega al polso del ragazzo. 《Il tuo posto speciale, il tuo pianeta. Quando perdi la testa... pensa alla luna, pensa a me. Io sarò il tuo posto sicuro.》 Bacia la mano del ragazzo, che stancamente gli sorride. Stanco ma grato, per quel gesto piccolissimo eppure così dolce.

Tra Ali D' Oro e Fogli Bianchi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora