Crystal osserva il cellulare a bocca aperta.
Vic, le aveva chiesto di uscire per fare shopping.
L'invito le puzzava tremendamente, non si fidava. Era anche tentata di rifiutare dopo aver sentito quella chiamata, ma forse... Forse avrebbero potuto chiarire, magari avrebbe convinto la bionda a seppellire l' ascia di guerra.
Accetta dunque, anche se leggermente titubante.
Finito il turno passa prima per la mensa dei poveri, per avvertire che avrebbe fatto il turno sabato sera, va poi verso la piazza che la ragazza le aveva indicato.
Indossava ancora la divisa, non gli importava mettersi in tiro.
Tira fuori il coraggio che non aveva mai tirato fuori, voleva affrontare Vic, falle capire che lei era parte della vita di Damiano ora, che doveva accettarla.
Vic indossa dei jeans scuri, un camicetta zebrata, gli occhi erano nascosti da occhiali da sole oro, i capelli erano raccolti in due codini disordinati. Era bella anche così.
Crystal inizia a pentirsi di non aver indossato qualcosa di meglio.
Si trovano vicino al quartiere etnico.
《Crystal! 》 La ragazza danese la stringe a sé, le bacia una guancia.
"Falsa come me quando dico che rinuncio definitivamente al cioccolato."
Crystal non ricambia la stretta, non era così ipocrita.
Victoria sorride, come se nulla fosse accaduto. La prende per mano e la guida dentro il mercato di bancarelle multicolore. 《Come è andata a lavoro?》 Chiese con voce il meno accentata possibile, parlava un perfetto italiano, per farle capire cosa diceva. Apprezza lo sforzo. 《Bene, e le prove?》 Chiese a sua volta. 《Il re ha smesso di sbagliare brani e testi, è nuovamente concentrato sulle prove. Mi rode ammetterlo... ma avevo ragione su alcuni arrangiamenti. Hai studiato musica? 》 Chiese curiosa, Crystal scuote la testa, non aveva mai studiato musica, aveva semplicemente seguito... l' istinto.
《Sei un artista? Insomma.. Damiano ha sempre nutrito interesse per ragazze che suonavano o dipingevano...》Aveva immaginato una cosa del genere, e lei non rientrava in quelle categorie. 《No, non sono un artista. Amo la lettura, amo ascoltare musica ed amo andare alle mostre ma... Il dono delle arti non mi sfiora.》 Ammette candidamente. Vic sembra compiaciuta da quella informazione. 《Sai... Io e Damiano abbiamo avuto una storia di un anno... Sono stata così stupida... me lo sono lasciata scappare via.》 Vic va dritto al punto, ed anche Crystal lo fa. 《Ma ora siete amici, e non è più il tuo ragazzo. 》 Risponde per le rime. 《Non è neanche il tuo. Dopo di me non ha avuto più relazioni durature, non ha voluto più definire le relazioni. Sai che sono l' ultima bionda con cui è stato? E che le sue ragazze almeno dal collo in giù mi assomigliavano tutte?》 Crystal non cede a quella bambinesca provocazione. Le sorride, un sorriso gelido, spaventoso quasi. Perde la sua caratteristica dolcezza. 《È il passato infatti. Non pretendo di dire che Damiano mi ami, di essere più importante di te. Ha scelto me, e finché mi vorrà io sarò al suo fianco. Ma ne tu, ne Laura, ne nessun altro dovete intromettervi. Avete avuto la vostra occasione. Ora tocca a me. Farò tutto ciò che è possibile per renderlo felice come tu e neanche le altre siete riusciate a fare.》 Le sue parole sono rasoi avvelenati, che uccidono lentamente. Prende una collana di perle. 《Tu nun sei adatta al mio re! 》 Le urla contro, facendo girare qualche testa. Crystal si volta verso di lei con una calma gelida che congelava il cuore. 《Non sei tu che devi dirlo se io sono adatta o meno. È lui a scegliere. Ringrazio Dio ogni giorno per avermelo fatto incontrare.》 Compra la collana di perle nere e la ripone in borsa. 《Lui ti lascerà. 》 L'avverte beffarda. 《Quando accadrà sarà una cosa da affrontare insieme. Io e lui. Non con patetiche ed inutili interferenze.》 Risponde, nuovamente. 《Tu non sei abbastanza sexy... 》Crystal alza lo sgaurdo, leggermente ferita. 《Non credo sia un parere che tu debba dare. Anche in questo caso, sono i gusti di Damiano, non i tuoi.》 Risponde afrotandola. 《Non sei così dolce come dai a vedè. Non sei così buona.》 L' accusa la biondina. 《Sono dolce, non stupida. So quanto tirare fuori la dolcezza e quando tirare fuori le unghie. In questo caso tocca alle unghie.》 Risponde con calma, il tono pacato, ma era chiaro che non si sarebbe lasciata intimidire.[... ]
Era tornata a casa quasi immediatamente, ma quella giornata di merda sembrava non finire più.
Vercata la soglia di casa il suo cellulare aveva iniziato a squillare. Sullo schermo appare il nome di sua madre.
Era da quando era scappata via dalla Sicilia che non sentiva più i suoi genitori.
Risponde, con mani tremanti. 《Ma - mamma? 》 La voce era già incrinata dal pianto. Ma a parlare non era la dolce voce della madre. Era suo padre.
Suo padre che le dice che non vale niente, che pubblicava foto degne di una prostituta, che la umiliava.
Suo padre era il classico vecchio meridionale geloso da morire delle figlie, convinto ancora di vivere nel medioevo.
Crystal crolla, in ginocchio, per terra. Trattiene astento le lacrime amare, una mano poggiata sul petto, il respiro corto. L'unica cosa che riesce a dire è un urlato "vi voglio bene! Mi mancate come l'aria."Perché nonostante tutto, nonostante la durezza delle punizioni, le continue urla, lo svalutarla e farla sentire inadeguata... erano pur sempre i suoi genitori, e lei li amava immensamente.
Ila corre in soggiorno, sentendola piangere per la prima volta dopo tanti anni.
Aveva lasciato la Sicilia con il cuore pesante, li c'erano i suoi affetti, ma mai una volta aveva pianto. Ed ora...
Quella giornata infernale aveva distrutto il muro che aveva costruito tanto duramente. Si stringe tra le braccia dell' amica, come una bambina spaventata fa con quelle della madre. Non dice una parola, non riesce neanche a farlo.La crisi di pianto ci mette mezz'ora abbondante prima di finire, lasciandola con un feroce mal di testa che la costringe ad andare a dormire presto, digiuna.
Cecilia aveva accarezzato i capelli dell'amica finché non si era addormentata. Crystal le aveva raccontato dello scontro con la bionda, della paura di essere una delle tante, e poi di quella dolorosa chiamata piena di accuse.
Osserva l'amica ranicchiata in posizione fetale, stringersi nel mare di coperte per placare quel freddo che sentiva dentro. Guarda l'amica con il cuore spezzato, e decise di scrivere a Damiano.Perché Crystal poteva sembrare facile, ma non lo era.
Aveva affrontato problemi di alimentazione, aveva affrontato il branco di bulli della scuola, la paura, la sensazione di essere praticamente orfana. Perché aveva sopportato troppo in silenzio, ed ora il fiume di lacrime aveva rotto gli argini, alleggerendo almeno un po' quel piccolo cuore stanco e troppo malandato.[...]
Nei giorni successivi a quella chiamata Crystal era cambiata.
Sognava continuamente il giorno in cui suo padre l'aveva buttata fuori di casa, in cui aveva costretto la madre a metterle i vestiti dentro i sacchi della spazzatura, le aveva gettato l'oro battesimale ai piedi, gli aveva detto che sua figlia era morta.
Quel ricordo la tormentava, il sorriso che con fatica aveva riacquistato si era spento.
Aveva anche cancellato la foto che aveva pubblicato e che aveva scatenato lo sdegno del padre.
Era sicura che fosse stato uno dei suoi nipoti a far vedere la foto all' amato nonno, convinto così di fargli piacere.[...]
Crystal sospira, cancella la foto, ranicchiata ancora sotto le coperte.[08:30] Icaro♡:
Buongiorno... credevo che quella foto ti piacesse. Perché l'hai cancellata?Crystal fa un mezzo sorriso, controllava continuamente il suo profilo?
Risponde con sincerità, inviando però un vocale dalla voce impastata e incrinata.[08:34] Icaro♡:
Sto arrivando. Non ti muovere.Crystal sorride più ampiamente, ma in maniera stanca. Chi aveva voglia di muoversi? Aveva un freddo micidiale, anche se ormai era quasi estate.
Allunga una mano fuori dalle coperte, per posare il cellulare. Si stringe poi il cuscino al petto e chiude gli occhi, iniziando a contare.
La sua porta si apre esattamente 10 minuti dopo, e si chiede quanto veloce fosse andato per arrivare così in fretta, essendo che erano dalle parti opposte di Roma.
Sente il rumore dei passi, il profumo di cornetti caldi. Vede la sua mano insinuarsi sotto le coperte. Stringe la sua mano, Damiano si siede sul letto, ma senza scoprirla.
《Credevo di avere una relazione con una ragazza... non con una crisalide, peccato, mangerò da solo questi cornetti appena sfornati, ripieni di Nutella... Mh... Sono così buoni!》 Quel suo modo di fare la fa sorridere più sinceramente.
Damiano non fa domande, è semplicemente lì, fa l'idiota, scacciando via il peso che si sentiva sul petto. Allunga un altra mano fuori dalle coperte, per farsi dare il cornetto, ma Damiano ne approfitta.
Entra sotto le coperte con lei, in mano i cornetti. 《Visto crisalide? Hai un ospite. Visto che non vuoi uscire... mangiamo entrambi qui sotto.》
Icaro le bacia la fronte, con una dolcezza che distrugge quella gabbia di tristezza.
Sorride al ragazzo, grata. Damiano parla, parla e parla. Le fa pensare ad altro, le toglie quel peso dal cuore. Le asciuga le guance, bacia i suoi occhi arrossati. Se ne prende cura con dolcezza.
Crystal stringe il romano a sé, e per quel giorno, non uscirono dalla loro crisalide.
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Tra Ali D' Oro e Fogli Bianchi.
FanfictionDamiano è nato a Roma l'8 gennaio 1999. Ha frequentato il liceo linguistico Montale in zona Bravetta, ma poi ha abbandonato gli studi per dedicarsi completamente alla musica. Il suo sogno è di avere una stella sulla Walk of Fame. Il suo colore pre...