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Crystal aveva apprezzato sinceramente che Damiano si fosse fermato. Si siede al suo fianco sul divano, guarda le mani intrecciatte a quelle del ragazzo.
Una parte di lei, desiderava farlo, desiderava il ragazzo... ma l'altra aveva paura: paura di essere usata, paura che dopo lui avrebbe perso interesse.

Nonostante avesse interrotto tutto, poteva ancora sentire una strana elettricità nell'aria. Damiano si alza con una scusa, lei finisce la cena ormai fredda.
Il cantante torna da lei: il volto leggermente umido, il petto tonico privo di ogni copertura. Indossava solo i pantaloni, niente cintura, i piedi nudi sul pavimento fresco.
Deglutisce a quella visione.
Icaro sparisce in cucina, torna poco dopo con il gelato e due cucchiaini. Crystal sorride alla vista del dolce.
Icaro si accomoda vicino a lei, apre la vaschetta del gelato e poggia uno dei due cucchiaini sul coperchio. 《Fai ahhh, bambolì! 》 lei Ubbidisce e Damiano la imbocca, in un gesto volutamente sensuale che fa arrossire la giovane donna. Mangiano il gelato in silenzio, guardandosi negli occhi, la tensione sessuale rendeva l'aria elettrica.

[...]
Erano ormai le due di notte. Crystal si gira e rigira nel letto del cantante. Era rimasta a dormire lì, Damiano era andato a dormire sul divano.
Non riesce a chiudere occhio:
Vedeva il volto del ragazzo quel pomeriggio durante le prove, vedeva il suo corpo tonico, la sua mano che gli offriva il gelato, tentando la sua gola. Sentiva ancora il suo sapore sulla lingua.
No, dormire gli era impossibile. Decide di prendere le cuffiette, forse se avesse ascoltato della musica sarebbe riuscita a dormire...
Mette la playlist rilassante, si sfila il bracciale con i pianeti ed inizia a giocarci. Accarezza distrattamente la pallina della Luna.
Guarda il soffitto, circondata dal suo profumo. Improvvisamente non riesce a respirare, sente il reggiseno stringerla troppo, così lo toglie.
Chiude gli occhi, mezz'ora scorre ma il sonno non si decide a raggiungerla. Sospira per la frustrazione. Si siede sul letto, la porta si apre. 《Tutto bene?》
"Non riesci a dormire neanche tu? Vieni qui Damià, forse se mi abbracci riesco a dormire."

《Sì, solo non ho sonno, e tu?》 Sì sfila le cuffiette, la musica ancora in sottofondo. Damiano entra in stanza, chiudendosi la porta alle spalle. 《Neanche io riesco a dormì. Me frulli en testa. Me togli er sonno, pischella. Famme spazio.》 Crystal diventa rossa alle sue parole, benedice il buio e gli fa posto sul letto. Damiano nota il reggiseno gettato per terra, si china a raccoglierlo e lo osserva. Crystal diventa ancora più rossa. 《 È bianco.》 Damiano aveva accesso la lucetta sul comodino. Mette l' indumento intimo dentro il cassetto. 《Mo tengo io, ha il tu profumo.》 Sì accomoda sul letto, vicino a lei. Gli ruba il bracciale tra le mani, lo ripone sopra il comodino. 《Pischella, che te tormenta?》 Crystal si morde le labbra, quella voce così sensuale la ubbriacava. Damiano era decisamente troppo vicino.
La situazione non migliora, gli bacia lentamente la spalla. 《Nun parli più? Er gatto te ha mangiato la lingua? Eppure fino a qualche ora fa c'era.》 Crystal si volta a guardarlo, per puro spirito bambinesco gli mostra che la lingua era ancora al suo posto.
Damiano ride contro il suo collo.
Lo bacia lentamente, salendo verso le sue labbra. 《Ah... piccoletta... Sei uno spasso c'ho sai? Sei sexy e divertente. Un pover' omo nun po' resistere... A che pensi, pischella? 》 Chiese curioso. Crystal risponde prima ancora di decidere cosa dire, averlo così vicino le faceva perdere il controllo sul proprio corpo e sulla propria mente. 《 Che sei bello, che vorrei farlo con te ma ho paura. Che mi piace il tuo profumo ma è intossicante... Non riesco a pensare.》 Damiano le sorride sensuale. 《Non trattenerti... Anche io te voglio. Nun solo pe' na sera.》il giovane romano la bacia, le fa perdere contatto con la realtà. Crystal si avvicini a lui, stringe i suoi fianchi con le gambe, lo tira dolcemente a sé. Si sentiva al sicuro tra le sue braccia.
Damiano aderisce al suo corpo morbido, la bacia in maniera sensuale, poi dolce. Crystal perde il contatto con la realtà, nuovamente. Si arrende a quel l'attacco. Si rilassa al contatto con la sua bocca, per poi tendersi come una corda di chitarra quando Damiano le solleva la maglietta. Damiano la guarda negli occhi, per un istante.
Non chiede il permesso, bacia il suo corpo: i suoi baci bollenti passano attraverso il collo, scendono sulle clavicole, muoiono sul suo seno.
Piagniucola quasi quando sente la bocca di Damiano lavorare per lasciare un succhiotto sul seno sinistro.
La sfiora e la tocca con dolcezza, come se potesse rompersi.
Sarà l'ora tarda, sarà la mancanza di sonno, sarà che Damiano è maledettamente convincente ma cede. Cede nonostante poche ore prima avesse detto di no, cede perché quei tocchi sono piacevoli, gentili. Cede perché vuole farlo. Cede perché forse, quella luna bastarda terrà il segreto per una volta, il segreto di una prima volta consumata su un letto sfatto, alla luce di una misera lampada che forse illumina troppo.
Crystal sospira per la piacevole sensazione della bocca del minore che scende sul suo corpo.
Resta nuda, si vergogna quasi, ma Damiano si lecca le labbra, apprezzando la visione di quel corpo nudo sotto il proprio. Accarezza i suoi fianchi, poco prima di togliersi i vestiti a propria volta.
Si guardano per un lungo istante. L'eccitazione scorre nelle vene, aumenta i loro battiti, accelera il respiro, colora le guance.
Sono nudi, privi di barriere. Damiano accarezza le sue cosce, le stringe prima di fargliele aprire con uno scatto, si infila tra di esse e la bacia.
Esperto nei gesti, accarezza, sfiora, preme i tasti giusti per infuocare quel corpo che non aveva mai conosciuto la passione.
Quella passione che veste di rosso, di peccato, di silenzi e sospiri.
Geme la ragazza, geme di piacere, lo bocca spalancata in una "O".
Damiano era piegato tra le sue gambe, quella lingua da diavolo faceva correre il piacere dentro di lei. Piacere che le attorcigliava le budella, faceva impazzire il cuore nel petto. Stringe i suoi capelli con una mano, l'altra nasconde il volto. Non ha la forza di guardarlo, un leggero imbarazzo la spingeva a coprirsi. Ma Damiano non è soddisfatto, voleva vedere il suo volto. Stringe le sue cosce. 《Guardame Crystal. Guarda che me hai fatto, hai piegato Sto povero diavolo. Guardame mentre te rubo l'innocenza. Guardame Pischella, nun smettere de farlo mai. Guardame.》 Quelle parole sono come benzina sul fuoco. Divampano dentro di lei, le bruciano la pelle, rendendo quella distesa chiara ora rossa, calda.
Damiano si solleva, la bacia, facendole assaggaire il proprio sapore. La prepara dolcemente, strappandole suppliche e gemiti da quelle labbra a forma di cuore.
Le dita cedono il posto ad una dolorosa erezione fasciata dal preservativo.
Le unghie smaltate graffiano la sua schiena, lasciano solchi rossi.
Le bocche si cercano per soffocare quei gemiti che la maledetta luna vuole rubare.

Lascia che quel ragazzino egocentrico le porti via qualcosa che aveva custodito gelosamente durante l' adolescenza.
Perché Damiano era come il peccato originale: impossibile non cedervi.
Ci aveva provato, ci aveva davvero provato ma aveva ceduto a quel serpente dalla voce sensuale.
Perché Damiano David poteva avere chiunque, ma aveva scelto lei. Perché era lì, tra le sue di braccia, era lì con lei, da quella bocca peccaminosa usciva il suo di nome, i suoi occhi divoravano la sua di immagine. Perché Crystal si sentiva completamente divorata, si sentiva preda di un lupo affamato troppo allungo.
Era l'agnello sacrificale sull'altare del piacere dedicato a quella bestia seducente.
Facile preda di un cacciatore forse troppo esperto.

Tra Ali D' Oro e Fogli Bianchi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora