Capitolo 7: Imprevisto

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Il forte odore di disinfettante si fece largo nelle sue cavità nasali, donandole un bizzarro senso di pace; l'infermeria era decisamente il suo luogo preferito alla Wammy's House, con tutti i suoi colori delicati e terapeutici a circondarla. Sarebbe stata in grado di rimanere in quella stanza per intere ore, se non per giorni, ad ammirare ogni singolo attrezzo sterilizzato dell'infermiera Harris e a fare domande a quest'ultima, chiederle i segreti del mestiere e il perché che l'aveva spinta ad intraprendere la carriera della medicina, della prevenzione, del prendersi cura degli altri e dell'essere così carica di responsabilità.

Gemette appena per il bruciore esteso, ma poi si rilassò, percependo un fresco tocco sul viso; chiuse gli occhi con forza.

L'infermiera sorrise, continuando a spalmarle la crema sul volto. «Hai imparato la lezione?»

«Sì, signorina Harris» rispose la bambina. «Niente più giochi all'aperto nelle ore più calde d'agosto.»

«Brava, Blanca.» Si voltò alla propria destra. «E tu hai capito?»

Lui, imbronciato, incrociò le braccia e prese a dondolarsi sulla sedia dove era seduto. «Non mi tiro indietro davanti alle sfide.»

«Sì, ma guardati» disse la dottoressa. «Sei pieno di eritemi, Mello.»

«Ne è valsa la pena.»

«Secondo me no» intervenne Matt, seduto in terra a gambe incrociate a mo' di indiano, alle prese con la propria consolle portatile.

Accanto a lui, spalla contro spalla, china su una copia de L'Isola del Tesoro, Amy sorrise beffardamente, dicendo: «Sei così ustionato da sembrare un semaforo.»

«Ti ho chiesto di commentare? Non mi pare.»

Amy inclinò la testa di lato. «Sai quanti anni ha impiegato Stevenson per scrivere questo romanzo, Matt?»

«No.»

«Neanch'io.»

«Non ignoratemi!»

Blanca rise notando l'espressione furiosa del biondo, e si massaggiò un braccio arrossato con la pomata curativa. Amy, dal canto suo, mise, poco più in là del centro, un segnalibro colorato tra le pagine del romanzo preso in prestito dalla libreria e si alzò in piedi, abbandonando lo scritto sulle gambe del bambino dai capelli rossi; si avvicinò a Mello e, repentinamente, si cosparse le mani di crema e passò questa sul viso del biondo, violentemente arrossato a causa del prepotente sole estivo, il quale pareva averlo preso a schiaffi.

«Che stai facendo, marmocchia?!» urlò lui, tirandosi bruscamente indietro; la sedia si mosse pericolosamente, ma non cadde.

Lei gli tirò le guance con il pollice e l'indice di entrambe le mani. «Ti sto dando attenzioni.»

Mello urlò, dolorante. «Mi fai male, idiota!»

«Hai la pelle delicata, principessa?»

Il biondo le tirò un calcio ed Amy cadde in terra. L'infermiera Harris fu veloce a mettersi tra i due per evitare che si facessero ulteriormente del male; disse, autoritaria: «Vi sembra questo il modo di comportarsi?»

I due s'indicarono a vicenda. «È colpa sua!»

«Siete entrambi colpevoli.»

«Che scemi» commentò Blanca, roteando gli occhi al cielo. «Fa' qualcosa, Matt, invece di guardare e basta.»

Chiamato in causa, il rosso alzò lo sguardo dal gameboy e lo puntò sulla scena tragicomica che gli si parava davanti. Sospirò. «E va bene. Amy, andiamo a bere un succo.»

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