ᴠᴇɴᴛᴏᴛᴛᴏ

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Era Yoongi.

Ci guardammo a lungo senza spiaccicare una parola. C'era un senso di inquietudine nell'aria che si respirava, ma nessuno dei due voleva fare il primo passo.

Ci fissammo. E basta.

Mi ritagliai un momento per osservarlo meglio: era lo stesso, con i suoi occhi dal taglio che ricordava quelli di un gatto, le labbra piene e rosee. I suoi capelli erano ancora neri ma sembravano essersi allungati. E poi, era vestito come sempre, con una t-shirt e un paio di jeans strappati sulle ginocchia.

Dischiusi le labbra per parlare, ma la voce mi rimase bloccata in gola.

"Signore, il suo ordine è pronto: non si preoccupi di pagare, offre la casa-"

Yoongi afferrò frettolosamente la busta col suo cibo all'interno e, senza aggiungere nulla più, corse fuori. Non riuscii neppure a seguirlo, ero letteralmente paralizzata.

Non lo avevo visto per due mesi e l'ultima volta che gli avevo parlato avevo rovinato tutto. Qualcosa mi pesava sul petto. Rimasi ancora ferma immobile nello stesso punto in cui mi ero bloccata, finché la voce del cassiere mi fece risvegliare da quella sorta di trance.

"Uh... Signorina?" disse "V-Vuole ordinare?".

"O-Oh, sì," risposi avvicinandomi "mi scusi."

"Conosce quel ragazzo?"

"Diciamo di sì" risposi.

"Viene sempre qui," parlò il ragazzo "in realtà più durante il giorno, ma sono sicuro che sia la prima volta che diventa così silenzioso all'improvviso."

Inclinai la testa di lato, come a chiedergli una spiegazione.

"Allora, pronta per ordinare?"

Annuii. Rimasi ad aspettare che mi venisse portato ciò che avevo comprato, ma avevo una miriade di pensieri che mi frullavano per la testa in quel momento. Non poteva essere vero che Yoongi andasse sempre in quel posto, altrimenti, ne ero sicura, me ne sarei accorta.

"Hey," richiamai l'attenzione del ragazzo "hai detto che viene qui spesso, giusto?".

Lui annuì con sospetto.

"A che ora si presenta, solitamente?" chiesi.

Il ragazzo mi fissò con un'espressione stralunata. Sembrava essersi innervosito di punto in bianco.

"C-Cosa?" balbettò "Non credo di poterle dare informazioni di questo tipo-"

"Ti prego? Lui è... un mio vecchio amico" la mia voce si spezzò.

Mi guardò per un istante prima di fare un respiro profondo.

"Non hai intenzione di fargli del male o qualcosa del genere, vero?" chiese.

"No, ho solo bisogno di parlare con lui." risposi, seria.

Sospirò ancora e incrociò le braccia al petto.

"Di solito viene verso le quattro di pomeriggio: si siede sempre nello stesso posto, laggiù," mi indicò col dito il tavolo accanto alle vetrate "e si mette ad osservare fuori dalla finestra. In realtà, è un tizio davvero strano."

Le quattro di pomeriggio. Lo stesso orario in cui io e Hoseok girellavamo in quella strada per andare a mangiare qualcosa. Sarebbe stato difficile separarmi da Hoseok proprio in una di quelle occasioni, si sarebbe insospettito.

Pensai a cosa fare per avere la possibilità di riuscire a parlare con Yoongi, anche solo per pochi minuti, ma non riuscii a escogitare un piano decente.

"Sei sicuro che venga qui tutti i giorni?" domandai.

"Assolutamente. Ordina sempre la stessa cosa e si siede anche nello stesso posto." rispose con sicurezza "Sembra che stia passando un periodo piuttosto difficile, forse si è appena lasciato con la sua ragazza o qualcosa del genere. Mi pare sempre così... turbato."

Sospirai.

"In ogni caso, ecco il tuo ordine."

"Aspetta! Prima che tu mi dia quello, qui c'è il mio numero." dissi mentre prendevo in mano la penna che giaceva inutilizzata accanto alla cassa e iniziavo a scrivere su un tovagliolo "Mandami un messaggio quando si fa vedere."

Gli porsi il fazzoletto, aspettando che lo afferrasse, ma si limitò a fissarmi con un sopracciglio sollevato.

"Non credo sia una buona idea per me accettare numeri di telefono dei miei clienti."

Sbuffai. Solo in quel momento si decise ad assecondarmi, prendendolo tra le dita e portandoselo in tasca.

"Non sai nemmeno il mio nome" disse, imbronciato.

Strizzai gli occhi per leggere la targhetta che aveva appuntata sulla divisa.

Jungkook.

"Invece sì, Jungkook."

"Bah, senti, prendi il tuo cibo e vai." disse porgendomi nuovamente la busta "Come ti inserisco nel telefono? Ce l'hai un nome?".

"Mijin." risposi.

I suoi occhi si fecero più grandi, come se avesse capito qualcosa.

"Tu sei quella Mijin?" domandò.

Annuii lentamente, un po' confusa sul perché della sua reazione.

"Perché sei così sorpreso?" gli chiesi.

"Nulla, è solo che ha parlato così tanto di te..."

Ancora, il peso sul petto si ripresentò. Non riuscivo a capire cosa mi stava succedendo.

"C-Cosa ha detto di me?" chiesi.

"Onestamente, non credo che apprezzerebbe che ti riferissi quello che mi ha detto su di te. Preferirei evitare una sua ennesima scenata come quella di poco fa." mi riferì, scocciato.

Improvvisamente il mio telefono prese a squillare. Era Hoseok.

"Perché ci stai mettendo così tanto? Mi stavo preoccupando!" disse, suonando imbronciato.

Mi uscì un risolino.

"Ci hanno messo un po' a preparare: arrivo tra poco, ok?" dissi.

"D'accordo, fa' attenzione."

Chiusi la chiamata, afferrai la busta appoggiata sul bancone e vi lasciai sopra qualche banconota.

"Tieni il resto, e non dimenticarti di scrivermi."

ᴡʀᴏɴɢ ɴᴜᴍʙᴇʀ ♡ ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ  ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora