Blake (Sei)

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 L'unico suono che il mio udito riesce a percepire è quello della lancetta dei secondi dell'orologio che si muove.

Perché non l'ho fermata? Per quale assurdo motivo non le ho detto la verità su Tom, impedendole di farsi del male?

Non riesco a pensare ad altro che a Clary insieme a quel verme. È un pensiero fisso e assillante, a tal punto che non ascolto neanche la mia ragazza che da diversi minuti mi sta parlando, la sua bocca si muove ma io non ascolto il suono della sua voce.

«Pensi che possa metterle le mani addosso?» Domando impetuoso e pieno di rabbia.

Una rabbia che non riesco a controllare e che mi sta divorando. Harriet intanto mi rivolge un'occhiata confusa, facendomi rendere conto che lei stava parlando di tutt'altro.

«Di cosa parli?» Mi chiede abbozzando un sorriso gentile.

«Di Tom e Clary» Rispondo a denti stretti, fissando sottecchi un punto indefinito di fronte a me.

«La tua amica non mi sembra proprio il tipo di farsi mettere i piedi in testa da qualcuno, soprattutto da un ragazzo» Commenta lei, utilizzando un tono a tratti sprezzante.

«Tu non la conosci quanto la conosco io» Chiarisco infastidito da come parla di Clary.

«Perché ti interessa così tanto della sua vita sentimentale?» Mi domanda alzando la sua voce, cercando, a modo suo, di sottolineare che Clary non è mai stata niente per me.

«Non ti riguarda...Accontenti del fatto che passo più tempo con te» Ribatto duramente, ignorando completamente la sua espressione ferita.

«Sono la tua ragazza, perché non riesci a confidarti con me?»

A questa domanda evito di risponderle, altrimenti finiremmo con il litigare pesantemente. Da quando ho allontanato Clary, per dar dare spazio a questa relazione con Harriet, non ho più parlato dei miei sentimenti, o di come mi sento.

«Ho gli allenamenti» Affermo alzandomi dal tavolo della biblioteca, nella quale abbiamo pranzato.

«Anch'io» Dice alle mie spalle, convinta che mi fermi per andare insieme a lei.

Non ho intenzione di aspettarla, ho bisogno di correre da solo e in santa pace. Dato che se dovessi rivolgere la parola a Clary, quest'ultima, mi salterebbe addosso, non mi rimane che sfogare le mie ansie e preoccupazioni all'interno di un capo da football.

In queste ultime due settimane nella mia famiglia, se ancora così posso definirla, sono accadute tante cose, fin troppe a dire il vero. Hanno dovuto ricoverare Elena, le nuove terapie non hanno alcun effetto sulla sua malattia, intanto Alex è rimasto praticamente da solo a prendersi cura di lei mentre mio padre sembra sparito nel nulla.

Ho chiamato mia madre e lei mi ha rassicurato che aiuterà sia Elena che Alex con alcune spese, so quanto le costa questo gesto, d'altronde Elena è la donna per cui papà ci ha lasciati, tuttavia mia madre ha un cuore d'oro e, nonostante tutto il male che ha subito, non sopporta l'idea di vedere un bambino rimanere da solo.

I genitori di Clary vorrebbero adottare Alex, ma da quando io e Clary ci parliamo a stento, non ho il coraggio di parlare di questo, solo per puro interesse personale.

Senza essermene reso conto ho percorso già tre volte l'intero campo da football, ho il fiatone e, un po' stanco, piego il mio busto in avanti, poggiando le mani sulle ginocchia. Riprendo a respirare regolarmente quando decido di alzare il mio sguardo, ritrovandomi ad osservare Clary entrare in campo al fianco di Tom, con il quale ridacchia e scherza come se si conoscessero da anni.

Contraggo la mascella a causa dell'ira che sta travolgendo il mio corpo. Ma non è solo rabbia quella che sto provando, insieme ad essa provo un'immensa e incontrollabile gelosia. Li guardo fissi e, per una frazione di secondo, mi scontro con lo sguardo della mia migliore amica. Una tempesta elettrica sembra trapassare il mio corpo e improvvisamente rammento quanto sia doloroso amare quella ragazza.

All my life ~ (Da tutta una vita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora