Blake (tredici)

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Ormai ho un unico pensiero fisso nella testa e, ahimè, non si tratta della mia Susie. Quegli antidolorifici mi hanno intrappolato in uno spirale dal quale non riesco a venirne fuori. Ogni volta che il dolore alla spalla si ripresenta, il primo pensiero che sorvola la mia mente è quello di mandare giù una pillola, in modo da non sentire più nulla, nessun dolore, nessun fastidio.

Il medico ha espresso chiaramente la sua disapprovazione riguardo questi farmaci che creano dipendenza, tuttavia non posso permettermi, proprio adesso che la mia squadra è ad un passo dalla vittoria del campionato, di operarmi e rimanere, così, fermo fino al campionato dell'anno prossimo.

Proprio oggi siamo atterrati a New York per giocare, Clary è entusiasta ed io non voglio rovinare questo fine settimana, è la prima volta, da quando stiamo insieme, che visitiamo una città nuova, ragion per cui devo impegnarmi affinché tutto sia perfetto.

«Il coach ci ha concesso la serata libera, a patto che non beviamo e non fumiamo erba» Mi informa William, che si trova appena fuori dalla mia porta.

«Andrò da Clary, passerò con lei la serata e la notte» Rispondo sogghignando, lanciando al mio amico di squadra un'occhiata maliziosa.

«Come preferisci, capitano» Risponde prendendosi un po' gioco di me.

I miei compagni di squadra fanno fatica ad accettare il nuovo me, d'altronde, prima di fidanzarmi con Clary, ero io ad organizzare i festini notturni con tutta la squadra, adesso, tuttavia, ho compreso che quel che facevo prima era soltanto un vano tentativo di non pensare alla mia migliore amica e, in generale, alla mia vita.

Non ho smesso di pensare ai miei problemi, quelli esistono ancora; mio fratello Alex vive insieme a mia madre, ma so bene quanto le manchi la sua. Mio padre è chissà dove, ogni tanto chiama suo figlio minore e lo riempie di false promesse, esattamente come faceva con me. In altre parole, la mia vita è ancora un totale caos, Clary è l'unica nota non stonata della mia esistenza, per tale ragione non voglio deluderla. Io sono quel che sono; un ragazzo con tanti problemi da risolvere e drammi familiari che lo perseguitano da quando aveva sette anni. Lei, invece, è una ragazza che farebbe qualsiasi cosa per le persone che ama, ha alle sue spalle un'infanzia felice e, probabilmente la sua unica nota stonata, nella sua vita, sono proprio io.

«Tutto bene, Blake?»

Al tocco della mano di Will, sulla mia spalla, sobbalzo, lievemente sovrappensiero.

«Sì, grazie amico!» Rispondo abbozzando un sorriso, il quale viene ricambiato con qualche accenno di perplessità.

«Sicuro? Oggi ho notato che non riuscivi a lanciare bene dal lato destro»

Will inizia a farsi insistente e, il mio disagio, diviene più palpabile. Ho poche pastiglie a mia disposizione, qui a New York non ho idea di dove procurarmi questa roba senza ricetta del medico, ragion per cui al momento mi alleno senza assumerne, le conservo per la partita.

«Stanchezza, niente di più. Adesso vado, Clary mi sta aspettando»

Concludo la conversazione con Will, allontanandomi velocemente da quest'ultimo. Clary intanto, mi sta realmente aspettando fuori la palestra del college nostro avversario, infatti, non appena i nostri sguardi si incrociano, attorno a me tutto scompare; i miei dolori, i pensieri assillanti e le varie preoccupazioni.

«Ciao mio bel capitano!» Esclama con vivo entusiasmo, avvolgendo le braccia intorno al mio collo.

«Ciao mia bella capo cheerleader!» Le rispondo, sfiorandole le sue labbra con le mie con tenerezza.

«C'è Harriet» Bisbiglia sottovoce, allontanandosi dalle mie labbra che fremono dalla voglia di baciarla con irruenza.

«A me non importa» Sussurro a bassa voce, lanciando un'occhiata veloce in direzione della mia ex ragazza, la quale si è coalizzata con tre ragazze che fanno di tutto per rendere la vita di Clary un inferno.

All my life ~ (Da tutta una vita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora