CAPITOLO 5.

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“Tutto bene?”, mi chiese Albus. Il cuore mi si fermò. Non potevo dirgli la verità. Mi aveva già detto che dovevo cercare di calmarmi. Non potevo dirgli che per poco non avevo picchiato Scorpius. “Sì, ti stavo solo cercando.” Lui sembrò convinto. “Ragazzi, seguitemi. Benvenuti. Spero cha abbiate fatto un buon viaggio.”, quando mi voltai per vedere la persona che aveva appena pronunciato quelle frasi, interrompendo quella conversazione imbarazzante, rimasi a bocca aperta. Era enorme, anzi gigantesco. Forse se ero fortunata gli arrivavo all’ombelico, anche se lo dubitavo fortemente. La sua voce roca però trasmetteva dolcezza. Aveva dei minuscoli occhi circondati da rughe, la folta barba e i capelli erano leggermente più bianchi, da come me li immaginavo. Era Hagrid, lo riconobbi subito a causa di tutte le storie che mi aveva raccontato la mia famiglia. Indossava come sempre il mantello marrone chiaro. Sapevo tutto di lui, dalla sua passione per i draghi e i ragni fino a Fierobecco. “Per la barba di Merlino, guarda chi abbiamo qui!” disse mentre si avvicinava a me e a Albus. Non mi dovevo meravigliare, con la sua altezza poteva anche vedere una formica. Ma come aveva fatto a riconoscerci? “La piccola Weasley e il piccolo Potter, dico ben?. Non riesco a credere ai miei occhi. Come può essere possibile. Sembra ieri quando i vostri genitori sono arrivati a Hogwarts. Come stanno Hermione, Ron, Harry e Ginny?” “Bene grazie, ti mandano tanti saluti.”, dichiarò Albus sorridendo come se fossero migliori amici. “Mi sento vecchissimo. Allora, siete contenti di essere arrivati?” “Sì, non vedo l’ora di entrare a Hogwarts!”, risposi timidamente. “Sei proprio come tua madre, intelligente e sempre pronta. Beh dai, avremmo tempo per parlare dopo. In marcia. Seguitemi.”, disse strizzando un occhio. Mentre ci allontanavamo dalla stazione lanciai un ultimo sguardo al Hogwarts Express. Ora cominciava l’avventura, non si tornava più indietro. Hogwarts ci stava aspettando e io non vedevo l’ora di arrivare. Ci avviammo verso il Lago Nero per prendere le barche che ci avrebbero portati fino a scuola. Faceva freschino in mezzo al lago, il sole era già tramontato da qualche ora. Ma la luce che avvolgeva le barche e il castello era spettacolare. Mi lasciava senza fiato, ogni volta che osservavo il castello l’eccitazione dentro di me cresceva. Appena attraversai il portone gigantesco e misi piede nel Salone d'Ingresso, una grandissima stanza illuminata da centinai di torce, mi mancò il fiato. Era incredibile. Magia pura. Avevo immginato mille volte Hogwarts nella mia mente, ma tutto andava oltre la mia immaginazione, dalle mura gigantesche, alle statue e i quadri che si muovevano. Sbalorditivo. Né Scorpius né la sua famiglia avrebbero rovinato quell’esperienza .Attraversammo il Corridoio e raggiungemmo la Sala Grande “Ragazzi, ora vi devo lasciare, sedetevi dove volete.”, disse Hagrid mentre andava a sedersi ad un tavolo lunghissimo, intorno al quale erano seduti numerosi professori. Lanciai uno sguardo sopra di me, il tetto era mozzafiato, la stanza era completamente illuminata da mille candele. Non potevo crederci. Mi resi conto che stavo trattenendo il fiato a bocca aperta, con gli occhi spalancati, solo quando Albus mi diede una spinta. Cominciai a tremare dato che ero la prima della fila.

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