Rose Weasley.

CAPITILO 10.

SCORPIUS POV.

Osservai attentamente il viso di Rose, mi aveva guardato con uno sguardo che mi aveva fatto sobbalzare. Non riuscivo a decifrare quella ragazza. Normalmente tutte le ragazze che avevo conosciuto erano semplici, maniache del controllo e troppo prevedibili. Invece Rose era diversa. Non potevo né prevederla né comandarla. Era diversa da tutte le altre. I suoi occhi mi possedevano quando mi rivolgeva lo sguardo. Mi ossessionava.

ROSE POV.

Non riuscivo a credere a quello che aveva appena detto quella ragazza. Scorpius era stato fidanzato con lei? Con quella ragazza bellissima dai capelli biondissimi, che sembrava una modella perfetta? Cercai di non sembrare troppo stupita. Intanto perché mi doveva importare? Io non ero amica di Scorpius, non ci piacevamo neanche minimamente, o no? Cosa diavolo mi stava succedendo? Il cuore mi batteva velocemente, sentivo i battiti fino alle orecchie e le vampate di calore mi stavano uccidendo. "Ah, capisco.", risposi silenziosamente mentre mi concentravo sul cibo che si trovava davanti a me.Dopo vari minuti mi alzai dalla sedia dirigendomi verso i prefetti. Lasciai il piatto pieno di cibo intatto, l´appetito mi era passato. "Ragazzi, seguitemi prego.", esclamò il prefetto dei Grifondoro. Era alto con capelli ricci oscuri e occhi neri. "Chi è lui?", sussurrai a bassa voce. "Si chiama Robert Pevency. I ragazzi lo invidiano e le ragazze lo amano.", esclamò con voce dolce una persona accanto a me. Mi voltai per trovarmi davanti con una ragazza della mia stessa altezza. Aveva dei capelli neri scurissimi e lisci e occhi a mandorla azzurri. Non era perfetta fisicamente come Sabrina, ma aveva una bellezza naturale e esprimeva dolcezza. Mi sorrise subito apertamente. “Perdonami, io sono Viky Kate.”, aggiunse mentre mi porgeva la mano. “Grazie mille. Piacere io sono Rose Weasley.” “Il piacere è tutto mio.”, rispose ancora sorridendo. Ricambiai il sorriso immediatamente, era veramente gentilissima. “Allora anche tu sei una Grifondoro. Non posso crederci. Ho sempre sentito parlare di tua madre e tuo padre, ma soprattutto di tuo zio. Che coraggiosi.” Cominciai a ridere “Mi fa piacere, ma io non sono proprio come loro, beh forse come mia madre sì.” “Ma non importa, neanche io sono la copia di mia madre.” “Beh siamo dei casi speciali. E tuo padre?”, chiesi curiosa “Lui… è morto.” “Oddio, mi dispiace tantissimo.”, esclamai spalancando gli occhi. Non dovevo chiederlo. Non potevo neanche immaginare lontanamente quello che doveva provare. “Non ti preoccupare. Ormai è passato molto tempo. Beh allora siamo entrambe delle Grifondoro, sono felicissima, almeno avrò una amica.”, esclamò facendomi dimenticare ogni pensiero. Ora che me ne rendevo conto io non conoscevo quasi nessuno a Hogwarts. Non avevo una amica strega. “Sì, è incredibile. Sono felicissima anche io.”, esclamai mentre ci avviavamo verso l’uscita. Arrivammo a una serie di scale. “State attenti ragazzi, ricordatevi che alle scale piace cambiare, quindi dovete muovervi con cautela e velocemente.”, esclamò Robert senza voltarsi con una voce sensuale. Salimmo le scale velocemente, mentre guardavo ipnotizzata le altre sopra di noi muoversi. “Incredibile!”, esclamai sbalordita. “ ’E magnifico, lo so.”, rispose Viky accanto a me. Ci fermammo alla fine della scala, al settimo piano, davanti ad un ritratto gigantesco di una signora abbastanza sovrappeso che indossava un vestito bianco di quello che usavano indossare i greci e dei gioielli. Era la signora grassa, che faceva a da guardiana all'ingresso della Torre di Grifondoro. “Ma guarda cosa vedono i miei occhi. Robert!”, esclamò la donna nel ritratto. “Salve signora. Vado di fretta, quindi: Fenice!”, rispose velocemente Robert. “Che maleducato. Va bene dai, entrate.”, rispose la Signora Grassa sbuffando. Entrammo nella Torre di Grifondoro e spalancai la bocca sbalordita. Era una stanza a pianta rotonda, piena di soffici poltrone accoglienti. Il pavimento era ricoperto da uno stupendo tappeto rosso vermiglio e oro, mentre le pareti erano tappezzate di drappi e magnifici arazzi dei colori della Casa. Pur avendo l'arredamento, gran parte della sala era occupata dall'immenso camino di marmo. Amavo già quella stanza e tutto il castello.