CAPITOLO 27.

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ROSE POV.

Dopo alcuni interminabili istanti Scorpius spostò la sua mano dalla mia bocca ed io ricominciai a respirare tranquillamente. “Chi era?”, sussurrai guardandolo negli occhi ancora confusa. Lui rivolse il suo sguardo verso il pavimento e rimase in silenzio. “Non lo so.”, rispose cupo senza incontrare i miei occhi. “Forse dovremo andare in classe e dimenticarci di questa storia.”, disse voltandosi velocemente verso le scale senza degnarmi di uno sguardo. “Aspetta!”, esclamai allungando un braccio verso di lui. Scorpius si fermò di scatto davanti al primo scalino. “Non puoi andartene così. Due minuti prima mi ha baciata e ora te ne vai senza degnarmi di uno sguardo. Misericcia cosa c’è che non va?” “Non c’è nulla che non vada, sono io quello che non sa cosa fare o cosa dire. Cosa vorresti che facessi Rose?”, urlò avvicinandosi a me. Le sue pupille erano dilatate e la sua mascella contratta. Io mi appiccicai alla parete che si trovava alle mie spalle. Il fiato ricominciò a mancarmi. “Parlare Scorpius. Come delle persone civili. Sei un imbecille se non sai cosa dire o cosa fare, l’unica cosa che vorrei è chiarire quello che sta accadendo tra di noi. Sono in questa dannatissima scuola da due giorni e non capisco più che senso abbia la mia vita. Tu arrivi, mi baci e poi di nuovo mi tratti come se non fosse successo nulla. Ci conosciamo a mala pena, non abbiamo mai veramente parlato a lungo, le nostre famiglie non vanno d’accordo. Qualcosa o qualcuno mi perseguita e io mi sento inutile.” Lui mi accarezzò la guancia con il suo pollice. “Shh, calmati. Mi dispiace per tutto questo. Tu non sei inutile Rose. Ma neanche io so cosa mi stia succedendo. Sono confuso e ho anche paura. Paura che ti possa succedere qualcosa. Quando sono con te tutto è diverso, io mi sento diverso. Perdo il controllo di me stesso e tutto quello che so è che ti devo proteggere ad ogni costo. Forse è sbagliato e forse dovrei starti lontano, per via delle nostre famiglie, ma non ci riesco, è impossibile.” Rimasi pietrificata dalle sue parole. Non riuscivo neanche a deglutire. “Allora non starmi lontano. Non pensare al passato o alle nostre famiglie.”, sussurrai afferrando la sua mano e intrecciando le sue dita con le mie. Lo vidi spalancare la bocca per aggiungere qualcosa, ma un rumore lo bloccò. O per esattezza una persona che era appena entrata nella sala comune. “Rose, ci sei? Muoviti che facciamo tardi alla lezione.” Era Anastacia. “Parliamo dopo la scuola? In cortile?”, sussurrò Scorpius lasciando andare la mia mano. Io annui lentamente scendendo le scale con un vuoto allo stomaco.

“Buongiorno studenti, prego sedetevi pure, possiamo cominciare la lezione.”, esclamò il nostro professore di erbologia, Neville Paciock. Ero felicissima di averlo come insegnante, dato che per me era più come uno zio. Amavo quando mi raccontava le storie delle avventure che aveva vissuto con i miei genitori e i miei zii tanti anni fa a Hogwarts. Pensavo di amare dal primo giorno le sue lezioni, ma quella mattina non riuscivo a concentrarmi su di nulla. Neanche in una delle mie materie preferite. L’unico pensiero che vagava nella mia mente era quello di decifrare la voce della ragazze che era stata nella sala comune e di assegnarle un corpo. Mi tormentava il fatto che dovesse essere una Grifondoro, solo loro conoscevano la parola d’ordine. Ma perché mi aveva turbata tanto quella persona? Che io sapessi non aveva fatto nulla di male, ma era comunque inquietante. Le mie riflessioni non facevano altro che vagare in tondo nella mia testa.“Quindi era una voce femminile, che parlava da sola, ma usava dei verbi in forma maschile?”, esclamò Anastacia. “Shh, non voglio che tutta la scuola lo venga a sapere. Ma sì, è proprio così.” “Ragazze io direi di darci tutte una calmata. Chiunque sia stata quella ragazza non ha fatto nulla di male, o mi sbaglio? Forse stava provando un discorso o qualcosa di simile, non possiamo pensare subito alle cose più terrificanti.”, sussurrò Viky. “Forse hai ragione, forse dovremo smetterla di preoccuparci. ‘E solo che ho la sensazione che fosse la stessa persona che mi ha perseguitata nel bagno e anche nel bosco. Sto diventando paranoica.” Rimanemmo in silenzio, sedute in biblioteca ancora per pochi minuti. “Non penso che una ragazza che appartenga alla nostra stessa casa dei Grifondoro sia la persona che ti tormenta. Non conosci praticamente nessuno, non avrebbe senso. Chi potrebbe essere?” “Io non ne ho la più pallida idea.” “Dai ragazze su con la vita. Tra pochi giorni si terrà il ballo e andremo a comprare anche i nostri vestiti. Dopo questo evento cominceremo a cercare quella persona. Per adesso non ci sono stati altri avvenimenti strani, sicuramente sono solo stati degli scherzi di pessimo gusto, quindi non dovremo pensarci troppo.”, aggiunse Anastacia. “Hai ragione, lasciamo perdere per questa settimana. Perché sei di così buon umore oggi?”, esclamai sorridendo. “Non so di cosa tu stia parlando Weasley.” “Aspetta, ferma. C’entra per caso un invito al ballo?” “Può darsi.” “Oh per mille rospi. Raccontaci tutto, chi è come te l’ha chiesto. Lo conosciamo?”, cominciò ad urlare Viky. “Ssh! Lo scoprirete presto. Voglio che rimanga una sorpresa.” Ci alzammo velocemente dalle nostre sedie e ci dirigemmo verso l’uscita correndo dietro ad Anastacia. “Beh chiunque sia il fortunato sono comunque felicissima per te.”, aggiunse Viky. “Grazie mille. E tu invece, hai già un nobile cavaliere?” “Non ancora, ma penso che tra poco ne avrò uno.”, rispose lei sorridendo timidamente. “Ma guarda un po’ chi ci nascondeva dei segreti.”, disse Anastacia. “Parla per te tesoro.”, ribadì Viky. “E tu Rose? Non hai nessuno?”, esclamarono entrambe guardandomi sognanti. “No, non credo neanche che verrò al ballo. Non sono una ragazza da vestiti lussuosi e coppie che ballano appiccicate.” “Rose non puoi farci questo. Tu devi venire. E cosa succede con il piccolo Malfoy?”, esclamò Anastacia. “Davvero ragazze, è meglio così. Intanto non so ballare. Mi annoierei soltanto E poi tra di me e il piccolo Malfoy non c’è proprio nulla.” Non potevo dire la verità, cioè che l’unico ragazzo che mi interessava non mi avrebbe mai portata al ballo perché ormai era già impegnato con la sua ex. Anche se mi faceva male ammetterlo avrei voluto andarci ad ogni costo a quel ballo. Ma non aveva senso andarci senza di lui. “Va bene, non possiamo costringerti. Ma verrai almeno a comprare i vestiti con noi, vero?”, disse Viky avvolgendomi con un braccio sulle spalle “Certo.”, risposi sorridendo mentre entravamo nell'aula di pozioni. 

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