CAPITOLO 7.

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SCORPIUS POV.

<<Grifondoro!>>, quella parola continuava a tormentarmi. Come poteva essere? Io, Scorpius Malfoy , un Grifondoro? Era impossibile, mio nonno e mio padre erano stati dei Serpeverde, era naturale che anche io fossi diventato uno. Forse il capello aveva qualche difetto o si era confuso. Sicuramente la questione non sarebbe rimasta così. Cioè mio padre avrebbe protestato in qualche modo. Sentii lo sguardo penetrante di Rose su di me. Quella piccola mezzosangue mi guardava con i suoi magnifici occhi spalancati. Almeno non ero l’unico scioccato. Non riuscivo a capire quali delle due cose mi turbasse di più, se il suo sguardo fisso su di me o la decisione di quel cappello. Mi alzai velocemente dallo sgabello, continuando a guardarla negli occhi.

 ROSE POV.

I suoi occhi mi inchiodarono mentre sentivo i sussurri delle persone accanto a me. Molti trattennero il fiato mentre si avviava verso la tavola dei Grifondoro. Tutti erano scioccati. Un Mafoy che apparteneva a i Grifondoro? Il mondo si era proprio capovolto. Arrestai ogni mia riflessione quando vidi salire Melissa. Aveva ancora la stessa espressione cupa che aveva sul treno. Non riuscivo a decifrarla. La McGranitt le posizionò il capello velocemente, e esso senza esitare pronunciò una semplice parola “SERPEVERDE!” La mia bocca si spalancò senza che io potessi evitarlo. Melissa Stine una Serpeverde? Ma cosa diavolo avevo il cappello parlante? La Sala cadde nel silenzio più tombale che io avessi mai vissuto. Era una pazzia, come poteva essere lei una Serpeverde e Malfoy un Grifondoro? Osservai il suo viso, lei non era turbata. Per niente, anzi sembrava rilassata e sodisfatta. Non odiavo i Serpeverde. Mio zio mi aveva sempre raccontato di Severus Piton, l’uomo più coraggioso e nobile che lui avesse mai incontrato, ma comunque non capivo come quella ragazza poteva essere così felice. “Rose Weasley!”, annunciò preside. Mi alzai di lentamente avanzando nervosa verso di lei. Incrociai per pochi secondi lo sguardo di Melissa, ma lei non esitò a distoglierlo subito. Il capello si posizionò sulla mia testa e cominciò a parlare. “Per la barba di Merlino, una Weasley. Ma guarda. Hai il coraggio di tuo padre piccola Weasley, ma anche l’intelligenza di tua madre, tutta una Granger. Elementi fondamentali per una Grifondoro. Però vedo anche molta insicurezza in te. Non è una decisione facile, potresti essere perfettamente anche una Serpeverde.” Spalancai gli occhi quando sentii quelle parole. Non poteva essere vero, lui non poteva fare una cosa simile. “Però sono più che convinto che tu sia una… GRIFONDORO.” Ricominciai a respirare e il battito rallentò. Mi alzai dallo sgabello sorridendo.

SCORPIUS POV.

Osservai gli occhi di Rose illuminarsi e un sorriso comparve sulle sue labbra, mi sentii strano quando osservai quella ragazza. Emanava una felicità incredibile, come un raggio di sole che poteva scaldare tutto il mondo. Cosa mi stava prendendo? Dovevo smettere di osservarla e vederla in quel modo.

ROSE POV.

Mi feci strada verso la tavola dei Grifondoro, ma appena lo sguardo di Scorpius si fissò su di me il mio corpo continuò ad avanzare verso il portone. Era come se le mie gambe fossero indipendenti e non lavorassero con il mio cervello. Uscii dalla sala e mi fermai in uno degli angoli del corridoio. “Ehi, piccola Weasley.”, sentii qualcuno esclamare alle mie spalle. Quella voce mi fece rabbrividire. Alzai lo sguardo e vidi i due amici di Scorpius. Forse gli aveva mandati lui. “Che cosa ci fai qui, tutta sola?”, esclamò l’altro. Erano due ragazzi, alti e forti. Con voluminosi capelli neri. “Non sono affari vostri!”, gridai. “Ma guarda, selvaggia la ragazza. Dai, devi essere più educata piccola.”, esclamò quello più alto mentre si fermava davanti a me. Mi spostò una ciocca di capelli dalla faccia facendomi rabbrividire. “Non ti azzardare a toccarmi!”, gridai mentre cercavo di scappare. Il ragazzo accanto a lui mi sbatté contro la parete facendomi squittire. L’altro ragazzo mi afferrò i polsi tenendomi stretta così che non mi potessi liberare, mentre il suo amico cominciava a sbottonarmi la camicia. “Lasciatemi andare subito. Codardi!”, gridai disperata mentre gli lanciavo dei calci violenti. Ma non sembravano avere effetto, dato che continuavano a ridere e a toccarmi. Come ultima riserva non ebbi altra possibilità di sputargli in faccia. “Questo non lo dovevi fare piccola.”, esclamò uno di loro con uno sguardo infuriato. “Lasciatela subito andare!”, gridò una persona alle loro spalle.

Rose Weasley.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora