CAPITOLO 12.

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SCORPIUS POV.

Sentii dei passi silenziosi alle mie spalle che si avvicinavano a me. Perché proprio ora qualcuno mi doveva disturbare? Non ero riuscito ad addormentarmi quindi mi ero alzato per stare da solo e riflettere, ma il destino non voleva proprio che io fossi solo. Alzai lo sguardo e sobbalzai appena vidi la figura che sembrava paralizzata a soli pochi centimetri da me. Era lei, di nuovo la ragazza dalla quale mi dovevo allontanare il più possibile. Rose. Aveva gli occhi spalancati e i capelli rossi arruffati. Era comunque bellissima anzi, mi lasciava senza fiato. Portava semplicemente una camicetta nera a maniche lunghe strettissima e dei pantaloncini corti. Sembrava sia scioccata che impaurita. Il mio cervello andò i tilt. Non sapevo come reagire.

ROSE POV.

Era Scorpius, proprio lui era seduto davanti all’camino scoppiettante. Il suo sguardo che mi squadrava mi faceva venire i brividi. I suoi occhi color argento erano illuminati. Lo avevo sicuramente disturbato. “Scusa.”, sussurrai mentre mi voltavo per riavviarmi nei dormitori. “Rose! Aspetta.”, esclamò Scorpius. Mi voltai lentamente. “Se vuoi… ti puoi sedere accanto a me.” Spalancai ancora di più gli occhi. Non riuscivo a credere a quello che avevo sentito. Esitai per qualche secondo, ma poi le mie gambe si avviarono autonomamente verso di lui. Mi accascia davanti al camino accanto a lui. Rimanemmo in silenzio ad osservare il vuoto assoluto. Non mi sentivo a disagio o nervosa come mi succedeva normalmente, anche se indossavo dei pantaloncini da notte cortissimi. Il cuore mi batteva velocemente, ma non ero nervosa. Sentivo il suo respiro lento che combaciava con il ritmo del mio. “Mi-mi dispiace.”, sussurrò silenziosamente. Mi si bloccò il respiro. “P-per cosa?”, sussurrai lentamente. “Per tutto, per averti chiamata mezzosangue, per quello che è successo tra le nostre famiglie, tra mio padre e tua madre..” Il mio cuore smise di battere per alcuni secondi. La gola diventò secca e non riuscivo a formulare una frase sensata. “Ehi, aspetta, fermo. Non ti devi scusare di nulla. Non è stata colpa tua tutto quello che è successo tra di loro. Il passato è passato, non lo possiamo cambiare!” “Però io ti ho chiamata mezzosangue, ho riaperto vecchie ferite che non dovevo toccare. Non so cosa mi sia preso. Io sono diverso dalla mia famiglia, diverso da tutti. Non sono il ragazzo che mio nonno vorrebbe come nipote. Sono un Grifondoro. Non puoi capire, i tuoi genitori sono perfetti. Tu sei una Grifondoro nata.” Osservai i suoi occhi argento, erano pieni di dolore. Mi sentivo svenire. Avevo odiato Scorpius e la sua famiglia profondamente e ora invece provavo solo compassione e dolore per lui. Non pensavo che nella sua testa si potessero affollare dei pensieri simili. Mi venne la pelle d’oca quando cercai di rispondere. “Non dire una cosa simile, ti prego. Hai ragione, hai riaperto una ferita molto profonda. Ma ti sei scusato, ti sei pentito delle tue azioni, questo è quello che conta. Anche se non sei come tuo nonno o tuo padre loro ti vogliono bene e se me lo chiedi, io preferirei mille volte essere diversa da loro. Tu sei indipendente, puoi fare delle scelte. Guardati, sei un Grifondoro e lo meriti. Perché devi solo notare come ti stai comportando. Tu sei diverso Scorpius. Ricordati che le scelte che farai determineranno chi sei. Io non sono una Grifondoro nata, cioè guardami, ho paura quasi anche della mia ombra. ” Non sapevo da dove avevo tirato fuori quelle parole, ma le avevo pronunciate proprio io. Sentii la mano di Scorpius afferrare la mia. “Sei stupenda Rose Weasley!”, sussurrò mentre si avvicinava a me.

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