CAPITOLO 22.

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“Per mille rospi saltellanti. Quindi tu stai dicendo che pensi che sia stato Scorpius quello che ha cercato di attaccarti più di una volta?”, urlò Anastacia spalancando gli occhi appena ebbi finito di raccontarle tutto quello che mi era accaduto. Avevo proprio bisogno di sfogarmi con una ragazza, anzi, con una amica. Mi sentivo già molto meglio, anche se ero ancora impaurita e delusa. Fortunatamente ero riuscita a tralasciare alcuni dettagli, troppo intimi, ad Anastacia. “Shh, non voglio ancora che si sappia in giro. ‘E solo una mia supposizione.”, sussurrai tappandole la bocca con una mano. “Allora perché lo hai schiaffeggiato, se era solo una supposizione?” “Beh io… Ero impaurita, e confusa.”, balbettai cercando di trovare le parole giuste. “Capisco. Quindi cosa pensi di fare? Lo dirai alla McGranitt?”Non avevo proprio la più pallida idea di cosa dovevo fare. Forse era troppo avvenato andare dalla McGranitt con solo delle supposizioni. E poi qualcosa dentro di me non mi permetteva di mettere Scorpius nei guai “Io… Non lo so, non ci sto capendo più niente. Cioè fino a pochi istanti fa ero più che sicura che Scorpius fosse il colpevole, ma… Aiutami Anastacia. Ti prego.”, esclamai passandomi una mano, disperatamente, attraverso i capelli. “Non so proprio cosa dirti. Cioè per quello che mi hai raccontato tutte le tracce sembrano portare a Scorpius. Non posso negare l´evidente. Ma cosa mi dici di quella conversazione che tu e Alex avete sentito nel bosco. Ricordati che non eravate poi tanto soli.” Aveva pienamente ragione, non avevo pensato neanche minimamente a quelle due voci che avevamo sentito. Non avevo neanche chiesto ad Alex cosa era successo o chi erano le due persone. “E poi per quello che mi hai detto Scorpius ti ha salvata molte volte, e come ti ho già detto questa mattina, lui ti guarda in un modo straordinario, invidiabile. Però comunque io rimarrò sempre con te, per sicurezza. E se me lo permetti lo devono venire a sapere anche Albus e Viky. Dobbiamo proteggerti e starti vicina Rose. Insieme scopriremo chi è il colpevole. “No, Anastacia, non voglio che Albus lo venga a sapere, ho già messo in pericolo te raccontandoti tutto questo. E non voglio neanche immischiare Viky. Mi dispiace se ti ho raccontato tutto.” “Ehi, ma non dire babbanate, ti prego. Cioè sono sicura che tuo cugino vorrebbe venirne a conoscenza, e poi io e Viky siamo già tue amiche, anche se ci conosciamo da pochissimo. A cosa servono se no le amiche?”, esclamò abbracciandomi. “Grazie mille Anastacia!”, sussurrai ricambiando l’abbraccio.

VIKY POV.

"E i tuoi genitori dove vivono?", chiese Albus mentre ci avviavamo fuori dalla biblioteca, attraverso uno dei corridoio ormai scuri di Hogwarts. Il cuore mi balzò in gola quando sentii la domanda di Albus. "Mia madre abita a Hogsmade.", sussurrai abbassando subito lo sguardo. Odiavo quando le persone mi chiedevano qualcosa riguardo i miei genitori. Mi sentivo piccola e indifesa. Non sopportavo il fatto che poi mi trattassero come la ragazzina che aveva perso il padre, che non lo aveva neanche conosciuto. Ero stanca di avere degli amici falsi che mi compativano. O che cambiavano appena sentivano la mia storia. Era proprio per questo motivo che io mi distaccavo dalle persone e stavo sempre a disparte, sembrando più forte di quello che ero. Non volevo che Albus mi guardasse con quegli occhi. Forse stava per nascere una bellissima amicizia e io non la volevo rovinare con i miei problemi che intanto non interessavano a nessuno. Albus non era come gli altri ragazzi. Lui in qualche minuscolo modo poteva capirmi, dato che suo padre era una celebrità nel mondo magico e così sicuramente molte persone lo trattavano in modo diverso. Forse era per questo motivo che mi sentivo così normale, ma anche speciale con lui. Ma ormai stava per arrivare sicuramente la domanda che riguardava mio padre. "Mi dispiace.", sussurrò Albus guardandomi negli occhi. Gli spalancai di scatto e un brivido freddo mi percorse la spina dorsale. Quel ragazzo mi sorprendeva, lasciandomi impreparata e a bocca aperta. "Per cosa?", chiesi inclinando la testa mantenendo fermo il mio sguardo nel suo. "Perché non mi dovevo immischiare. Mi dispiace di averti ricordato degli episodi sgradevoli. Non volevo turbarti o ferirti." Non sentivo più il battito del mio cuore, forse ero morta. Non c´era compassione nella sua voce, ma solo comprensione e dolcezza. Deglutii fortemente e cercai di calmare il mio respiro. Evitai subito il suo sguardo, temendo che potesse sentire il mio respiro affannato e vedere le mie guance tingersi di rosso. "Non devi scusarti. Non hai fatto nulla di grave. ‘E solo che io non parlo volentieri di mio padre. Cioè non ho molto da dire, non l´ho conosciuto. Lui è morto tantissimi anni fa, quando mia madre era ancora incinta di me. E io non ne parlo con nessuno perché..." "Perché temi che le persone ti trattino in un modo diverso." Alzai immediatamente lo sguardo e i suoi occhi mi inchiodarono di nuovo. Non mi ero sbagliata, lui riusciva a capirmi pienamente. Annuii lentamente. "Ti capisco. Cioè non pienamente, perché sono sicuro che sia molto peggio perdere un padre che averne uno famoso. Però neanche io parlo volentieri dei miei genitori. Sono fiero di mio padre e molto orgoglioso. Ma odio che le persone mi trattino in modo diverso solo perché sono suo figlio. Cioè io sono come tutti gli altri, non sono né speciale, né una celebrità." Rimasi in silenzio ad ascoltare soltanto i nostri passi sul pavimento di pietra. Non era uno di quei silenzi turbanti, che doveva essere colmato il prima possibile. Era persino, gradevole. "Sono felice che tu sia diventata amica di Rose. Ma soprattutto di averti incontrata oggi in biblioteca.", sussurrò lasciandomi senza fiato. Albus Severus Potter era felice di avermi incontrata? Stavo per caso sognando? "Anche io.", replicai sorridendo. "Sei la prima o forse l´unica ragazza che non mi ha trattato diversamente, o che non mi ha riempito di domanda riguardanti i miei genitori. Per questo ti ringrazio molto.” “Non devi ringraziarmi, anche io ti capisco, in un certo modo. E poi neanche tu hai oltrepassato la linea.” “La linea?” “Sì, cioè, voglio dire che non mi hai fatto mille domande su mio padre.” Lo vidi sorridere lentamente mentre camminavamo verso la Sala Grande.

ROSE POV.

Mi sedetti accanto ad Anastacia attorno al lungo tavolo che sosteneva tantissime pietanza deliziose. Non avevo molta fame, ma il vuoto nello stomaco che avevo doveva essere colmato con qualcosa e tutto indicava che doveva essere il cibo a colmarlo. “Ehi, guarda stanno arrivando Albus e Viky.”, disse Anastacia rivolgendo lo sguardo verso la porta. Mi voltai velocemente e li vidi arrivare di corsa. “Rose, mi hai fatto preoccupare. Ti ho cercata da tutte le parti. Dove eri finita?”, chiese Albus prendendo posto accanto a me. “Perdonami, ma quando sono arrivata dalla punizione ero talmente stanca che sono andata a farmi un bagno.”, dissi guardando Anastacia. Lei aveva gli occhi spalancati. Le avevo promesso di dire la verità, ma non potevo farlo. Almeno non lì. Non davanti a tutti. “Ah ok. ‘E andato tutto bene?” “Sì grazie.”, sussurrai sorridendo. Dovevo sembrare convinta. “Io ho una fame da draghi ragazzi.”, esclamò Viky prendendo una coscia di pollo. “Ahaha, sei mitica Viky.”, esclamai sorridendo. Improvvisamente sentii il ticchettio di un coltello battere contro qualche calice. Ci voltammo tutti verso il tavolo dei professori. La McGranitt si alzò in piedi aspettando che tutti fossero zitti. “Cari studenti. Quest’anno abbiamo deciso di organizzare un ballo di inizio anno….” , esclamò con voce profonda, ma dolce. Tutti ricominciarono a bisbigliare eccitati. Riuscii a sentire anche qualche lamento da parte dei ragazzi. “Va bene, calmatevi. Il ballo si terrà tra due settimane. Dovrete venire accompagnati. Cioè a coppie, una ragazza e un ragazzo. Proprio per questo evento andremo la prossima settimana a Hogsmade. Così potrete comprarvi tutto il necessario per partecipare. Spero che vi piaccia come idea. Ora prego, continuate a mangiare tranquilli.”, disse mentre si risedeva. Tutta la sala piombò di nuovo nel caos. Mentre tutte le ragazze gridavano eccitate io ero in un altro mondo. Completamente, dannatamente imbambolata nello sguardo di Scorpius mentre mi mordevo il labbro disperatamente. 

Rose Weasley.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora