Capitolo 1.

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"Sti due puntini qua sono una scelta solo estetica oppure c'è qualcos'altro?" mi chiese Stash abbastanza incuriosito.
Era possibile riuscire a fornire tantissime interpretazioni di quei due punti che ogni mattina con impegno, cercando di allinearli perfettamente, disegnavo sotto gli occhi e leggermente sopra la guancia. Preferivo definirli come fossero un tratto distintivo.
Diciotto edizioni di Amici, quanta gente è passata di qui?
Anche io volevo lasciare un marchio e se fosse andata così male comunque mi avrebbero ricordato come la ragazza dai puntini in faccia.
I professori parevano parecchio interessati a tutto questo. Potevo scorgere in loro dei consensi facciali accompagnati da sottili sorrisi ad ogni parola che in maniera impacciata usciva dalla mia bocca.
"Noi, però vogliamo sapere qualcosa in più" esordì Britti, si proprio lui Alex Britti, uno dei cantautori italiani più fighi al mondo.
"Faccio musica da quando avevo 5 anni..."
La musica aveva da sempre accompagnato la mia vita. Da anni mi rendeva più sicura. Tutto cominciò ad una recita delle medie, nessuno dei miei compagni voleva cantare, così mi proposi io. Scoprii che era seriamente un bel gioco. Ho un timbro particolare, penso sia figo. Anche Stash ha detto che aspettava un roba cosi. Una roba coerente, fresca a tratti caratterizzata da una forte personalità.
Primo step: passato
"Puoi ripetermi il tuo nome per favore?" esclama Rudy prima che potessi varcare l'uscita.
"Tish, mi chiamo Tish"

Dicono che il segreto per una buona permanenza ad Amici è emergere e caratterizzarsi in qualsiasi cosa.
Il mio intento è più o meno simile, aggiungendo una notevole punta di umiltà.
Tish è questo: autoironica, umile, generosa, imbranata e tremendamente con la testa tra le nuvole.
Capelli arancioni e felponi larghi.
Diciotto anni e tanti sogni nella testa. Amici di Maria De Filippi è sempre stato uno di quelli.
Ho sempre studiato, ma credo che questo programma potrebbe darmi la formazione in più che ho sempre cercato e che mi renda più attuale possibile.

La prima puntata del pomeridiano veniamo accolti in studio con la nuova canzone del vincitore dell'edizione passata: Irama. La canzone è un vero e proprio invito a non mollare mai. Niente di più aderente a tale contesto.
Maria ci spiega che quest'anno sarà un po' diverso: il banco verrà sudato e guadagnato. Quindi per adesso la formazione della classe non ci sarà.

Dei ragazzi passati agli step dei casting ne è stato scelto un piccolo gruppo, e da quel gruppo sarebbero poi emersi fuori i ragazzi candidati al banco.

Io entrai a far parte della classe già alla prima puntata. In sfida con me c'era Arianna ed io avevo preso un voto più alto di lei. Indossai quella tuta nera con estrema soddisfazione mista ad incredulità.
Con me avevo erano entrati anche Giordana e Miguel.
Giordana è una tipa tosta. Forte e cazzuta. Voce pazzesca. Si era presentata con una brano di Stromae Formidable, mostrando una perfetta pronuncia francese. Dire che aveva fatto tremare lo studio è dir poco.
Non era stato da meno Miguel. Come ha spiegato Maria, lui ha studiato da autodidatta, guardando video su Youtube. Sicuramente non avrà un filo di tecnica e problemi con il conteggio (che come ha spiegato la Celentano è fondamentale per un ballerino), ma Miguel quando balla è vivo. Non è solo corpo che si muove. E' un'anima che brucia.

Le settimane successive furono per me una vera scoperta. Studiavo, studiavo e studiavo.
Per gli altri la conquista del banco era diventata un'ossessione.
In particolare ne soffriva Giacomo Eva. Giacomo è un cantautore romantico. Ed era così biondo e così bianco di pelle che a volte era difficile riuscirne a distinguere i lineamenti facciali.
Una volta lo sentii dire che per lui questo banco significava tantissimo. Era un'occasione, che data la sua tarda età, per i limiti anagrafici consentiti da Amici, non poteva più perdere.
Aveva abbandonato tutto, università, amici, ragazze, e suo padre aveva quasi ottanta anni. Quanto tempo ancora avrebbe potuto viverlo?

Giacomo riuscii ad entrare a discapito di quello che i compagni avevano detto su di lui e a discapito dello zero che Alex Britti gli aveva dato, qualche puntata fa, per aver cambiato l'arrangiamento della donna cannone di De Gregori.
Ma il prof si era ricreduto subito. In fin dei conti lui e Giacomo avevano un'anima molto simile e stesso modo di esprimersi: scrivendo.

Quando la classe fu formata, Maria ci disse che sarebbero entrati due nuove componenti.
Fin ora i nostri percorsi e le nostre personalità erano state ben definite.
Sapevamo in cuor nostro chi era forte e chi no.
Chi avrebbe potuto portare il punto alla squadra e chi meno.

Tutto si convolse appena entrò colui, che tutti, come forma quasi di riverenza, chiamavano il Tenore.

Occhi come il ghiaccio e voce, che voce! Che potevi dirgli ad uno così?

Alberto era uno spartano. Era nella squadra capitanata da me.
Mi voltai e gli sorrisi. Lui ricambiò il sorriso

Provai allora, una cosa, che al tempo non mi era capitata quasi spesso.
Sentii un piccolo fuoco nello stomaco.
Piccolo, ma intenso.

Forse qualche sconvolgimento non lo avrebbe avuto solo il contesto e le dinamiche.

Forse anche io.

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