Le feste erano terminate, il periodo più caldo e dolce dell'anno era terminato ancora una volta e ormai era arrivato il tempo di tornare alla propria routine. I corsi all'università cominciarono subito, non poteva permettersi più distrazioni. Tra pochi mesi si sarebbe laureata e on poteva perdere tempo dietro feste e discoteche. La sera era l'unico momento di libertà che si concedeva, tra le braccia di André. Arrossì nel pensare a lui e poi sospirò amaramente. Per un paio di giorni non aveva smesso di pensare al problema "Paul" e un brivido le scuoteva la schiena ogni volta che sentiva quel nome. Si passò velocemente la mano sui capelli, spostando una ciocca che le cadeva proprio davanti gli occhi, cercando di focalizzare di nuovo l'attenzione sul libro che stava leggendo, soffermandosi soprattutto sull'iconografia vicina. Le Phèdre di Racine le era stato raccomandato da uno dei suoi professori, così lo prese in prestito dalla libreria e ogni pomeriggio si dedicava alla sua lettura. Ippolito, figlio di Antiope, regina delle Amazzoni, e di Teseo, re di Atene, venera Artemide e non si cura di Venere: offesa, la dea fa innamorare perdutamente di lui Fedra, moglie di Teseo, e quindi sua matrigna. Commossa dalla disperazione di Fedra, che si consuma dal desiderio, la nutrice Enone la convince a confessare il suo amore a Ippolito, visto che Teseo, di cui non si hanno notizie da sei mesi, è dato per morto. Ma Ippolito respinge con orrore la matrigna che, sconvolta dalla vergogna e dall'offesa del rifiuto, tenta di uccidersi con la spada di lui. Enone, che assiste alla scena, la salva. Intanto giunge la notizia che Teseo vive e sta per tornare. Fedra teme che Ippolito dirà tutto a suo padre. Enone la convince a denunciare Ippolito al padre accusandolo di aver tentato di violentarla. Fedra rifiuta di accusare un innocente, ma acconsente che lo faccia Enone. Il destino di Fedra, che è figlia di Minosse (e quindi discendente del Sole) e di Pasife (madre, oltre che di Fedra, del mostruoso Minotauro, nato dall'accoppiamento con un toro, di cui si era innamorata per maledizione divina), è stabilito dal destino. Teseo, tornato, crede alle parole di Enone e non a quelle del figlio, che peraltro, per non recare vergogna al padre, non denuncia direttamente la matrigna. Teseo lo condanna all'esilio e chiede a Poseidone di castigare il figlio snaturato. Quando Enone, maledetta da Fedra per avere approfittato della sua debolezza e aver provocato la morte di Ippolito, si uccide, Teseo sospetta di essere stato ingannato e prega il dio del mare di sospendere il castigo. Ma ormai è tardi: Teramene, il pedagogo di Ippolito, gli racconta sconvolto il supplizio del giovane eroe ad opera di un mostro sorto dal mare. Fedra si avvelena e muore sotto gli occhi dei due confessando la sua colpa.*
Je le vis, je rougis, je pâlis à sa vue ;
Un trouble s'éleva dans mon âme éperdue ;
Mes yeux ne voyaient plus, je ne pouvais parler ;
Je sentis tout mon corps, et transir et brûler.
Je reconnus Vénus et ses feux redoutables,
D'un sang qu'elle poursuit tourments inévitables.**Allontanò per un istante lo sguardo dal libro, pensando ai righi che aveva appena letto e sul loro significato. Diede uno sguardo all'immagine che c'era al lato, Mademoiselle Champmeslé dans le rôle de Phédre. Accarezzò con la punta delle dita la figura snella della donna, per poi passare sulle parole del testo. Era così attuale, maledizione! Non si era sentita anche lei così quando aveva incontrato André per la prima volta? Non si era sentita così turbata dal suo fascino e dai suoi gesti così cortesi? Come aveva fatto a farla cadere in quella trappola? Non sentì il campanello della porta suonare, o almeno non subito.
«Hey, assorta ancora nei tuoi libri ? »
Disse divertito André mentre entrava nell'appartamento e posava il giubbino sul divanetto bianco. Lei alzò le spalle, avvicinandosi a lui.
«Cosa stavi leggendo? Phèdre? »
André prese il libro tra le mani e osservò la copertina per un istante, poi aprì la pagina che la ragazza aveva lasciato in sospeso e lesse le prime battute.
«Come mai? »
«Me l'ha consigliato Zaidi... »
«Va tutto bene? »
Il ragazzo poggiò il libro dove l'aveva preso e si girò verso Françoise, prendendo il volto tra le mani e poggiando al fronte sulla sua.
«Pensavo »
«A cosa? »
«A noi »
André sorrise, baciandole le labbra lentamente e avvicinandola a sé con i fianchi. Françoise legò le braccia dietro a l collo, diminuendo la distanza tra di loro. Si allontanò lentamente da lui, poggiando la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi. André la strinse tra le sue braccia, le baciò il capo e con una mano le accarezzava la schiena.
«Mi piace il tuo profumo... »
Sussurrò la ragazza ancora stretta a lui.
«Dubito che sia il mio profumo a renderti triste »
«Non sono triste »
«E' per Paul, vero? So che tra qualche giorno tornerà »
«Così dice... »
Françoise sciolse il loro abbraccio e si incamminò verso la cucina.
«Come hai fatto a lasciare Celia? »
«Cosa? »
André alzò un sopracciglio, non capendo dove volesse arrivare con quella affermazione.
«Insomma... come...? »
«Vuoi lasciarlo? »
«Sì, sembrerà strano ma ora ho solo bisogno del coraggio per farlo »
Françoise si sedette sullo sgabello vicino alla penisola, passando una mano tra i capelli scomposti e sospirò amaramente.
«Credo di avere un problema, sai? Faccio credere a tutti di essere una persona forte, indipendente e sicura di me... e invece guardami adesso? Ho paura anche della mia ombra... »
«Françoise... »
André si avvicinò a lei lentamente, le prese le mani e le baciò il dorso, senza staccare lo sguardo dal suo.
«Non hai un problema, assolutamente. Sei una donna forte, metti tutti prima di te e cerchi sempre di nasconderti dietro questa maschera. Io ti conosco, sei semplicemente fantastica »
Françoise abbassò il capo, annuendo lentamente.
«Ok... va bene... devo farlo... ma non ora »
«Non ti sto chiedendo di farlo ora, anzi non te l'ho proprio chiesto »
«Lo so, devo solo trovare le parole per non peggiorare la situazione »
«Prenditi tutto il tempo necessario, nessuno ti obbliga a farlo »
Françoise annuì, alzò lo sguardo verso di lui e gli sorrise, regalandogli poi un dolce bacio a fior di labbra.
«Devo andare da Diane, deve chiedermi delle cose e credo di sapere di cosa si tratti »
«Anch'io... ma non può aspettare ancora un po'? »
Lei rise, scuotendo lentamente la testa e lui depositò un bacio sul collo scoperto. Alzò gli occhi al cielo senza smettere di sorridere e poggiò una mano sulla sua nuca, avvicinandolo ancora di più a sé, e mordendosi un po' il labbro inferiore.
«Appena torni dal tuo appuntamento romantico con la tua migliore amica passa da me »
Le disse con voce roca all'orecchio, per poi baciarle il lobo dell'orecchio.
«Non lo dimenticherò »///@///«Quindi tu vorresti farmi credere che tra te e LUI ci sia solo sesso? »
«Non ho detto questo »
Françoise alzò lo sguardo al cielo, per poi farlo ricadere sulla sua amica.
«Ma è meraviglioso! Lo sapevo. LO SAPEVO! Ah! Che bello avere ragione!! Voglio sapere tutti nei minimi particolari, T U T T O »
«Calmati, ti prego »
Diane sorrise, bevendo la sua cioccolata calda. Sapeva già dalla prima volta che aveva visto André che Françoise ne era attratta! Stava per esplodere di gioia!
«Sono davvero felice per te amica mia... davvero! »
Françoise arrossì, perdendo lo sguardo nella tazza che aveva davanti a sé e non riuscì a trattenere un sorriso. Diane le sorrise, ma il suo volto si rabbuiò subito. Prese coraggio e le parlò.
«Françoise... non vorrei rovinarti il momento ma...»
Françoise alzò lo sguardo verso l'amica, notando la sua espressione preoccupata.«Paul è tornato »
«Co... cosa? »
Alzò lo sguardo di scatto verso la ragazza che aveva di fronte, iniziando a tremare.
«Ha chiamato Alain, chiedendoci di tenerti lontano da casa per circa un'oretta, massimo due, perché voleva farti una sorpresa. Ho preferito dirtelo io, conoscendo soprattutto quello che è successo in questi suoi giorni di assenza tra te e André »
«André... lo sa? »
«No, anzi chiedo a Alain di dirglielo... mio dio sei pallidissima! »
Françoise si sdraiò sulla poltroncina del bar, deglutì a vuoto un paio di volte. Era tornato, e ora era a casa sua! Ringraziò Dio per non essere ceduta ai suoi baci prima. Portò una mano alla fronte, sospirando pesantemente.
«Sto bene, te lo giuro. Lo chiamo io André... anzi no, va bene, dì a Alain di informarlo... »
«Avevate in mente qualcosa per stasera? »
«Dovevo andare da lui... »
«Mi dispiace... »
«Non è colpa tua... non è colpa tua... »
Françoise bevve un po' del tè che aveva ordinato e si calmò.
«Stamattina ho detto ad André che volevo lasciarlo »
«Non so se ti convenga farlo proprio ora »
«Infatti non avevo intenzione di farlo... »
La ragazza sospirò amaramente, forzando poi un debole sorriso quando lesse un messaggio di André.
///@///Si era bloccata davanti la porta di casa. Aveva fatto tutto il tragitto dal bar a casa incitandosi e dandosi forza da sola, ora perché si era fermata davanti alla porta? Prese un bel respiro, ma si girò verso la porta dell'appartamento di André. Doveva essere da lui ora! Voleva entrare in quell'appartamento e rifugiarsi tra le sue braccia e nel calore del suo corpo... aveva odiato i suoi tradimenti, e ora era proprio lei a tradirlo.
"Mi sento così sporca ora... ma perché dovrei sentirmi in colpa? Il mio non è un semplice capriccio o un'improvvisa voglia, ma è un bisogno di amore... quello che lui non sa più darmi da tanto tempo"
Sospirò amaramente, prese le chiavi di casa dalla borsa e aprì la porta lentamente, si girò per chiuderla e finse stanchezza. Diane non sapeva cosa le avesse preparato, le consigliò solo di essere il più normale possibile. Si tolse velocemente il giubbino e posò la borsa all'ingresso, appendendo entrambi sull'appendiabiti vicino alla porta.
Appena si voltò notò alcune candele sparse per tutto l'appartamento, accompagnate da pochi petali di rosa rossi.
«Ma cosa... »
"E' stato veramente lui a farmi questo? Ha sbattuto la testa a Roma?"
Si avvicinò lentamente al piccolo tavolo posto tra la penisola e il balcone, c'erano alcune loro foto stampate polaroid. «Oh... »
Sorrise nel ritrovare la prima foto che si scattarono insieme, con la torre Eiffel sullo sfondo mentre si abbracciavano e sorridevano. Un'altra l'aveva scattata lui mentre lei stringeva la sciarpa che le aveva regalato intorno al collo sempre sorridente.
Non si accorse dei passi dietro di lei, ma quando sentì la sua mano sulla spalla intuì la sua presenza.
"«Tu non sai nulla. Sarà difficile ma... fingi, almeno per oggi »"
Si voltò di scatto verso di lui, Paul sorrideva dolcemente e le accarezzò la guancia. Lei sussultò, irrigidendosi al suo tocco ma le parole di Diane le rimbombavano in testa. Lo strinse forte, legando le braccia dietro il collo, liberando alcune lacrime.
"Perdonami... sarà per la prossima volta"
«Mi sei mancata... Perdonami per tutto quello che è successo tra di noi. Durante questo viaggio ho riflettuto sul nostro rapporto e su quello che ti ho fatto. Ho paura di perderti amore mio, perdonami. Sii mia, oggi e per sempre »
*= Le Phedre è una tragedia in cinque atti scritta da Racine nel 1677. Si rifà ai classici ellenici e latini di Euripide e Seneca, ma il mito è rivisto sotto la luce di una morale e di una religione nuova: il Cristianesimo monoteista, non più il paganesimo politeista.
**=lo vidi, arrossii, sbiancai per averlo vedutoun turbamento scosse il mio cuore sperduto;i miei occhi non vedevano, non potevo parlare;sentivo il mio corpo raggelarsi e bruciare;riconobbi Venere e il suo fuoco mortale,del sangue che perseguita tormento fatale. (atto I, scena III)
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Renaissance
RomanceRenaissance. Parigi, autunno 2017. Può l'arrivo di una nuova persona cambiare il gioco del destino? Può una sola persona far saltare una farsa durata anche troppo? Può un estraneo cambiarti la vita indissolubilmente? Leggete per scoprirlo!