«Lione... »
André ripeté quel nome, quasi a volerne carpire il vero significato. Corrugò un po' la fronte, annuendo lentamente e si morse il labbro, senza aggiungere altro. Abbassò lo sguardo sulla tazza che aveva tra le mani, non riusciva a guardarla in volto. Cosa c'era di sbagliato nel voler dimenticare? Nulla, assolutamente nulla. Si sentì terribilmente egoista in quel momento, avrebbe voluto urlare di restare a Parigi, di non andarsene, di non lasciarlo, ma con quale coraggio l'avrebbe fatto? Non poteva costringere Françoise a restare a Parigi contro la sua volontà, avrebbe deciso lei se tornare o meno. Lui, nel frattempo, cos'avrebbe fatto? L'avrebbe aspettata? Sarebbe rimasto a Parigi o se ne sarebbe tornato a Madrid? Françoise aveva tutte le ragioni del mondo per abbandonare Parigi, era ovvio che la loro "storia", se così riusciva a definirla, non poteva andare in porto. Sospirò, almeno avrebbero passato l'ultimo mesetto insieme, fu l'unica cosa che lo rasserenò un po'.
«André io... mi dispiace »
«E di cosa? Non ti devi preoccupare. Se non te la senti di restare a Parigi sei libera di andartene, non sarò io ad impedirtelo, se è questo quello che vuoi. L'importante è che tu sia felice, ecco tutto »
Rispose lui, senza ancora guardarla, e Françoise poggiò la mano sulla sua.
«Non... non starò via molto... ci sentiremo oggi giorno e poi... non è sicuro... è solo un'idea, io... ti prego guardami »
Il ragazzo la guardo, non aveva mutato espressione e non riusciva a capire cosa stesse provando in quel preciso istante. Era arrabbiato? Era deluso? Era triste? Indifferente? Scocciato? Imbestialito? Felice? Non lo sapeva, le sembrava impossibile entrare nel muro che André aveva eretto in sua difesa in quel momento.
«Se sei felice... lo sono anch'io »
«Sono felice quando sono con te... ma ho bisogno di tempo... per rilassarmi e per dimenticare... mi dispiace io non »
«Non deve dispiacerti... devo andare »
André si alzò lentamente, prese le chiavi della macchina e si avviò verso la porta. Françoise lo raggiunse, tirando la manica della maglia, e si mise tra lui e la porta, cercò il suo sguardo.
«André... »
«Fammi passare Françoise, devo andarmene. Ho un colloquio tra poco e sono in ritardo »
«Sei arrabbiato? »
Il ragazzo non le rispose, si limitò semplicemente a guardarla negli occhi per alcuni istanti.
«Quando hai intenzione di andartene? »
«Dopo... l'esame... ma non cambiare discorso. Sei arrabbiato con me, vero? »
«No, devo andare. Ci sentiamo dopo »
Françoise si allontanò con malavoglia dalla porta e lo lasciò andare via. Lui lasciò l'appartamento in totale silenzio, e lei, una volta chiusa la porta alle sue spalle, poggiò la schiena sulla porta, sconvolta, e si coprì la bocca con entrambe le mani, iniziando a piangere disperatamente.///@///
«Hey amico, dove sei stato fino ad ora? Ti ho chiamato non so quante volte! »
André alzò lo sguardo distrattamente e sorrise nel vedere Hans e Antoniette, insieme, venirgli vicino.
«Ragazzi... sto tornando a casa, sono stato a Rue du faubourg per un colloquio»
«E com'è andata? Ti hanno preso? »
«Lo saprò tra qualche giorno, ma spero proprio di sì, mal che vada, se non trovo altro, me ne torno in Spagna... »
Antoniette aggrottò la fronte, stupita dalle parole dell'amico.
«In Spagna? Perché mai dovresti tornare in Spagna? E' successo qualcosa mentre tu...? »
«No, ringraziando il cielo no. Ma non ho nulla qui, sono venuto in Francia solo per finire i miei studi. Se il posto è mio resto, altrimenti... ¡hasta la vista amigos! »
Disse sorridendo, facendo un lieve gesto con la mano.
«E Françoise? »
Il suo sorriso divenne più forzato, abbassò il capo.
«Dopo la laurea lei se ne va a Lione, con i suoi... non so per quanto »
«Cosa...? »
«Già... me l'ha detto poco fa, prima di andare al colloquio sono andato a trovarla e... mi ha detto questo »
«E tu non vuoi che se ne vada, giusto? »
«Mi sembra ovvio Hans, ma non posso costringerla a restare qui. Vuole dimenticare la storia con Paul e ne sono felicissimo, non fraintendetemi, ma sono egoista se chiedo di dimenticarlo con me, qui a Parigi? »
Chiese demoralizzato, forzando un debole sorriso. Antoniette lo abbracciò, d'istinto e lui ricambiò l'abbraccio.
«Non capisco... perché non vai con lei? »
«Perché se mi avesse voluto me l'avrebbe proposto, non credi? Ma sai cosa ti dico, non mi interessa. Spero vivamente che riesca a metterci una pietra sopra, anche se sono sicuro che non sarà facile. Io resterò qui, e l'aspetterò. Lei tornerà, ne sono certo »///@///
«Françoise, tesoro, sei sveglia? »
Marguerite entrò nell'appartamento con due borse della spesa piene. Parigi era meravigliosa come sempre e aveva già trovato ispirazione per dei prossimi quadri e non vedeva l'ora di mettersi alla prova. Dopo aver posato la spesa sulle sedie notò due tazze sul tavolino, e intuì che Françoise si era svegliata ed era in compagnia. Sorrise dolcemente pensando al ragazzo che aveva trovato, era così dolce e premuroso con lei! Le piaceva proprio André Grandier, finalmente Françoise poteva essere felice con qualcuno.
«Mamma... »
«Françoise...! Mio Dio perché stai piangendo? Cos'è successo? »
La ragazza scosse il capo, allontanando la madre che nel frattempo si era avvicinata a lei preoccupata. Aveva il volto inondato di lacrime e si era rannicchiata sul divano.
«Perché piangi? Parlami Françoise! »
«Ho... ho detto a... André che... vengo... con voi e... »
«Si è arrabbiato? »
La ragazza scosse violentemente il capo, sconvolta, e Marguerite aggrottò la fronte.
«Ma se non si è arrabbiato perché piangi? »
«Perché non ha detto nulla! Avrei voluto che mi dicesse di restare! O che mi avesse detto di dimenticarlo o qualsiasi altra cosa ma non ha detto nulla! Non... non ha detto nulla... io non... »
Gli occhi di Françoise si riempirono nuovamente di lacrime e il pianto divenne quasi violento, tanto che Marguerite credette che avrebbe avuto, di lì a poco, una crisi di panico.
«Françoise... se c'è una cosa che ho capito di André è che un ragazzo molto rispettoso. Non ti avrà detto nulla perché non voleva costringerti a fare qualcosa che non volevi. Se hai deciso di venire con noi è perché vuoi allontanarti per un po' da Parigi e André sta rispettando il tuo volere. Non prendertela con lui, l'ha fatto per te. Ora però devi rilassarti, andrà tutto bene... non è detto che tu rimanga per sempre a Lione »
«E se quando torno lui è tornato in Spagna? »
«Io... prendi un biglietto e lo raggiungi. Credi che solo gli uomini facciano pazzie per le donne? »
Françoise accennò un debole sorriso e si asciugò rapidamente le lacrime con il dorso della mano. Marguerite si sedette al suo fianco e l'abbracciò dolcemente.
«Sai... credo che quel sogno di stanotte abbia un senso »
Françoise alzò il capo verso sua madre e la guardò smarrita.
«Ho sempre creduto nei sogni e nel loro potere. Sognare una persona morta, soprattutto se ti è cara, significa che hai paura di ferirlo e di perderlo in qualche modo. Credo che la paura che avevi di dirgli della tua partenza abbia condizionato i tuoi sogni »
«Io... non voglio perderlo... ma sento che se rimarrò un altro po' a Parigi soffocherò »
«Lui comprenderà, ne sono certa. Poi, chissà, potresti rimanere a Lione anche per una settimana o meno! Chi ti dice che ti piacerà stare lì? »
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Renaissance
RomanceRenaissance. Parigi, autunno 2017. Può l'arrivo di una nuova persona cambiare il gioco del destino? Può una sola persona far saltare una farsa durata anche troppo? Può un estraneo cambiarti la vita indissolubilmente? Leggete per scoprirlo!