Alti e bassi

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«Come sta? »

«La sua pressione è molto bassa, ma si riprenderà. Prima l'ho vista riaprire gli occhi, si sta svegliando. Per il momento è meglio che rimanga qui, almeno fin quanto non si sarà ripresa del tutto. Bisogna avvertire suoi i familiari »

«Lo farò io, non si preoccupi. Grazie »

L'infermiere annuì per poi uscire dalla stanzetta dove Françoise stava riposando. Alain si girò a guardarla per alcuni istanti: dormiva beata e sembrava aver ripreso un po' di colore sulle guance. Inviò un messaggio ad André, scrivendogli di raggiungerlo appena poteva in infermeria, senza dirgli nulla di Françoise.

"Va tutto bene? E' successo qualcosa?"

"Vieni e basta, ti spiego dopo"

Posò il telefono nella tasca del pantalone, avvicinò una sedia al letto della ragazza e si sedette. Si sentì in colpa per averle presentato, anni prima, Paul e di averla spinta tra le sue braccia insieme agli altri. Ma alla fine, di chi era effettivamente la colpa? Fu tentato di chiamarlo per informarlo dello stato di salute della ragazza, ma Françoise probabilmente non gliel'avrebbe mai perdonato.

"Chiamerò dopo Victor, quando lei si sveglierà"

Era immerso nei suoi pensieri, Françoise nel sonno si era girata un paio di volte verso di lui, ma non aveva ancora aperto gli occhi.

«Ah Françoise, Françoise... un giorno di questi ci farai lo scherzetto, eh? Non puoi ammalarti per colpa sua, lo sai vero? Hai davvero così tanta paura di affrontarlo? Tu, che sei la prima a batterti per i diritti delle donne? E' per questo che lo fai? Per evitare che altre cadano nella tua stessa trappola? »

Françoise non si mosse, Alain sorrise.

«Complimenti... vorrei avere la tua stessa forza alcune volte. Sei ammirevole »

Disse alla fine, incrociando le braccia al petto continuando a vegliarla. Un'ora dopo, sentì qualcuno bussare alla porta, André aprì la porta lentamente, dando le spalle ai due.

«Alain? Perché mi hai fatto... ma che succede?! »

André chiuse velocemente la porta alle sue spalle e si avvicinò al lettino, guardando Françoise come paralizzato.

«Cos'è successo? Perché Françoise è qui?! »

«Calmati André! Ha avuto un calo di pressione improvviso ed è svenuta durante la lezione. L'infermiere ha detto che sta meglio e che si sta riprendendo »

André si girò a guardarla, un piccolo raggio di sole entrava dalla finestra socchiusa, andando a illuminare i capelli sparsi sul cuscino. Si sedette al bordo del letto, prendendo la mano di lei tra le sue e la strinse forte, baciandole il dorso.

«Tiene molto a te... »

Il ragazzo si voltò a guardarlo, senza dire una parola.

«Ha paura di averti ferito con il suo comportamento di ieri, si vede che è tornato, eh? »

«Già... ma tu come »

«E' meglio che vi lasci soli, meglio che veda te appena si sveglia, salutamela »

Alain si allontanò lentamente, lasciando i due soli nella saletta. André si voltò di nuovo verso di lei, accarezzandole il viso e spostando alcune ciocche di capelli dal suo volto e giocò con alcune ciocche. Quante volte l'aveva fatto in quei giorni mentre lei si addormentava dopo l'amore o mentre avevano guardato un film a casa? Quante volte l'aveva sentita rilassarsi tra le sue braccia quando passava le dita tra i suoi capelli quando si sdraiava sopra di lui? E quante volte, lei, gli aveva detto -ti amo-? Sorrise mentre le accarezzava con la punta delle dita il volto, le guance, il profilo del naso come aveva fatto lei giorni prima, il contorno delle labbra. Si chinò verso di lei, posando su quelle labbra un bacio leggero. Aveva avuto paura di ferirlo? Non era felice di come si era comportata con lui, ma non poteva dargliene una colpa! Per quanto volesse essere anche un po' arrabbiato con lei... non ci riusciva. André aspettò tutto il pomeriggio che lei si svegliasse e solo in tarda serata sembrò riprendersi del tutto.

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