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Su una macchia dell'anima

Non esistono scarpe che non mi fanno sanguinare Un tempo sono stato forte così tanto da non avere più paura Ho stretto i denti e solcato le labbra per superare il dolore Un treno inarrestabile anche a rotaie interrotte Sapevo che la strada, seppur dissestata, ci sarebbe stata ugualmente Non m'importava alcunché, la vedevo dentro
Con le dita bianche per stringere il maniglione e restare in piedi Con l'ansia di un qualcosa di magnifico Con l'apprensione di dovermi scorciare le maniche
Potevo fare Dovevo fare L'avrei fatto
Avevo la preoccupazione del massimo L'arroganza di poter essere inarrestabile
Ci ho provato davvero Mi sono macchiato l'anima per dare un senso ad ogni cosa e nel profondo sono cambiato di poco Forse avrei dovuto arrendermi un po' prima alla consapevolezza di non avere la risoluzione in tasca Forse un po' meno Forse solo in omertà Neppure ricordo nitidamente il momento in cui ho iniziato la muta
Mi dissero non sei più lo stesso Giustificandolo con il processo di crescita In cui un velo di verità è comunque riposto
Ma non potrei insultare il mio io con tale sfacciataggine Sappiamo ciò che accadde Delle mie cicatrici che fanno ancora troppo rumore Dello spreco di respiri alla ricerca di quello che non ha nessuno ed è in tutti i luoghi e da nessuna parte
Dal di fuori è facile il disimpegno Spesso si vede quello che si vuole Ma dentro?
Quando la distruzione diventa parte di te e non funziona niente Troppo piccolo per capire davvero Un giornalino, una macchinina ed eri di una invidiabile felicità Quella ingenuità con cui riuscivi a cavartela e le favole Gli abbracci della mamma che ti facevano sentire sicuro ed il cornetto alla crema
Con fare disincantato ho assistito ad una delusione che germogliava artigliandosi alla forza Ho visto gli occhi vacillanti di un padre con il suo riflesso spento E lacrime sconfitte di battaglie senza fine...
Quando la distruzione diventi tu e non fai funzionare più niente Incespichi nella consapevolezza
Allora cambi E cerchi il coraggio con lo sguardo brancolante nella luna I pugni stretti, t'impegni a far finta che sia tutto normale Lo ripeti per renderlo vero Ti fai amico il silenzio simpatizzando per la pioggia di sangue che può urlare il tormento
NoN Passa Non Finisce Anzi s'accompagna di demoni velenosi Nascondi incupendo il nervosismo, il disagio del peggio, il disastro del non so dirti
Anteponi un sorriso amaro e continui sul tuo elettrocardiogramma con affondi e riprese Come tutti, ma un po' più triste perché non sei indispensabile E profondamente sbagliato
Ancora una volta, così come si scrive, ti demolisci l'anima

Ancora troppo piccolo per capire sul serio
A presto
(...Cronache di un disperato depresso...)

Tomas Dispert

Cronache di un DisperatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora