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Probabilmente non tornerò più io

Sono stato su una diga per giorni, tutt'uno con petali di foglie scarne sul pelo d'acqua olivastro di un lago non sondato La solitudine s'accampava nel silenzio umettato del rivolo spostato dalla corrente interna E, con occhi incapaci di vedere l'orizzonte, ho realizzato il miscuglio di colori ad imbrattare il soave mormorio dei raggi sulla pelle Il vuoto è incolmabile e s'accompagna del mutismo La perdita di contatto si nutre del magone fuso alle ossa Un passo nelle scarpe consunte di prima, striminzite al pensiero nostalgico del perduto Barcollo per rimediare ed aggiustare la tavolozza Ma il bianco è sporcato di grigio, il giallo del rosso ed il verde del nero Piccoli schizzi che non andranno più via Irrimediabilmente non sarà più nulla uguale, nemmeno dopo aver riordinato Sono come una macchia che si agita nell'universo Una lentiggine caduta sul candore perlaceo di un viso ignoto E ritorno dall'umidità grondande di frasi e marchingegni, di consapevolezza che manca d'attuazione

Sono su una diga da giorni, tutt'uno con petali di foglie scarne sul pelo d'acqua olivastro di un lago già sondato
A presto
(... Cronache di un disperato imbrattato...)

Tomas Dispert

Cronache di un DisperatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora