Cronache di un Disperato

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In un blocco del flusso ischemico

Rifletto un misero respiro congesto
Le molecole non danzano più
Troppo stanco per proseguire e tenere testa al freddo
Senza voglia di continuare
Probabilmente merito quest'anima di ghiaccio fusa al mio io più mordace
Non posso meditare
Un insieme di frasi sconnesse
Come quando t'affretti un appunto striminzito su un angolo logoro
L'elettricità gioca a mio sfavore, antagonisti tutti gli altri
Non posso farcela
La frenesia si propaga spingendomi in un moto perpetuo di azione che preservi almeno quegli organi primari
Agitazione sussurra un rimedio frettoloso alla pelle d'oca
Come se una coperta potesse realmente bloccare questo degrado interno umido e logorante
Sono una brutta persona
Una tremenda
Ripiegato su un corpo che non si scalderà mai
Ho le coste dolenti e una stanchezza che esala un interessante sfrigolio violaceo
sull'epidermide esclusa dall'ossigenazione
Non mi interessa più nulla
Abbraccerei il fuoco in tal occasione inevitabilmente frequente
Probabilmente l'inferno è fatto di ghiaccio Sì
Questo che si nutre dell'essenza
Sicuramente porta il tuo nome
Come castigo dei prescelti preservati dal contatto umano
Impresso nel gelo più profondo che, purtroppo, non mi porta alla morte, ma a pensieri che non pensano più
Detratti da una dolente insensibilità che macchia delle sinapsi fibrotiche
Non ho scoperto un perché in un come che non tiene bene
Era meglio il vuoto, il nulla, l'astensione emotiva...
Ora sono ostaggio dell'inverno, temo il candore sublime della neve, l'aria pungente, le sensazioni estreme...
Ora mi consumo ogni giorno in un silenzio glaciale

Ora odio tutto
A presto
(...Cronache di un disperato stanco...)

Tomas Dispert