Prima di tutto voglio ringraziarvi, la storia inaspettatamente ha continuato ad essere seguita ed apprezzata, probabilmente anche alla popolarità acquistata da Achille durante Sanremo. Ci tengo a dire che ogni commento l'ho letto e apprezzato e che mi dispiace non essere mai precisa, puntuale, capace di stare dietro alla storia come meritereste ma io apprezzo e ho deciso di provare a riprendere dopo un brutto (ennesimo) blocco che spero sia passato.
Non vi posso promettere regolarità, ma tanto impegno e cura nei capitoli.Spero vi piaccia.
Buona lettura :)17. Compromessi
Le settimane successive passarono lente. Erano di nuovo rintanati, di nuovo impauriti, di nuovo privati della loro libertà e nonostante sarebbero presto partiti per il tour, la prospettiva di andarsene era ben poco rassicurante, Barbara continuava a ripetere che il Tedesco sarebbe arrivato ovunque, che ormai era diventata una questione d'onore e aveva ben poco a che fare con lei.
Eppure le stava rovinando la vita e Lauro non sopportava di vederla così, con gli occhi gonfi per il pianto e le mani tramanti, il corpo scosso di brividi e di singhiozzi ed il senso di colpa a chiuderle lo stomaco ogni volta che guardava Boss negli occhi. Avevano provato a rassicurarla in ogni modo, eppure non serviva a niente. Lei si chiudeva in bagno, lui con le mani contro la porta e l'orecchio teso l'ascoltava piangere e vomitare tutta la sua rabbia e non importa se non poteva stringerla a scostarle i capelli dal volto: lui era lì, lei lo sapeva, lo sentiva.
Contava solo questo.
Ma per Lauro furono giorni stressanti, sembrava non avesse tempo neppure per respirare tra Edoardo che pretendeva di guarire nel giro di pochi giorni e s'imbestialiva se provava ancora dolore ed i suoi movimenti erano limitati, s'alzava di scatto, cadeva, rideva e poi prendeva a pugni gli specchi, riaprendo le vecchie ferite. Erano impazziti tutti quanti e a lui, l'unico che ancora conservasse uno spiraglio di lucidità, toccava l'amaro compito di cercare una soluzione al delirio in cui stavano vivendo. Ed era solo, solo con Edoardo tormentato da incubi e frustrazione e Barbara che si sentiva persa e cercava Elena, ogni giorno ad ogni ora. Eppure Elena non c'era mai, era sparita definitivamente dalla circolazione appena una settimana dopo il risveglio di Boss. Barbara continuava a ripeterle che doveva cercarla, che doveva fare qualcosa per lei, Lauro ci aveva provato all'inizio, per farla felice, ma poi aveva rinunciato. Era convinto, anzi certo, che Elena non volesse essere trovata e, nonostante tutto, non la biasimava neppure.
Era una situazione più grande di loro, quella, e non ci sarebbe entrato neanche lui se avesse avuto scelta. La verità è che con Barbara non erano mai esistite scelte e possibilità. Era come se i loro destini fossero intrecciati, come se le loro vite fossero fatte per essere una sola, viaggiare sullo stesso binario, iniziare e finire insieme. Questo pensiero lo uccideva e lo faceva sentire incredibilmente vivo allo stesso tempo.
E' che Lauro a volte la odiava e a volte si odiava per colpa sua, che viveva una realtà impossibile da capire e gestire, che era debole e fragile di fronte alle sue lacrime, ancora di più davanti ai suoi sorrisi, che spesso sarebbe voluto scappare via, ma non avrebbe barattato nessun amore semplice per lei.
In tutto questo, Lauro rimaneva comunque Achille. Un' immagine, un'icona, un personaggio pubblico che era sparito da troppo tempo perché nessuno se ne accorgesse. Stava mettendo il suo lavoro in secondo piano e questo gli faceva male, perché da che avesse memoria la musica lo aveva salvato da ogni situazione scomoda e gli aveva letteralmente cambiato la vita ed ora lui le stava voltando le spalle.
A lei e ad i suoi fan. Erano assetati di notizie, alcuni persino preoccupati, cercavano una spiegazione per la loro assenza, chiedevano foto ed inventavano teorie di ogni genere, ipotizzavano liti, rotture e drammi così assurdi da essere ridicoli, eppure nessuno di questi si avvicinava anche lontanamente alla realtà. Nessuno poteva immaginare, nessuno conosceva Barbara dopotutto, né Luca, né il suo passato che era tornato a tormentarlo. Lauro lo aveva capito in quei giorni, guardando Barbara sorridergli e poi sussultare ad ogni colpo alla porta. Lo aveva capito che storie come le loro sono maledette, che non se ne esce mai davvero. Il passato te lo porti appresso, puoi solo sperare di imparare a convincerci.
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«Sotto lune pallide» Achille Lauro #Wattys2018
Fanfiction[Achille Lauro] [02/2020-STORIA IN REVISIONE] Alzò lo sguardo lentamente, sentendosi osservato. Un paio di iridi scure lo fissavano riflesse nello specchio del suo camerino, occhi grandi, troppo diversi dai suoi e pericolosamente famigliari. "Che...