Mi prendereste in giro se vi dicessi che non vedevo l'ora che piovesse di nuovo?
Appena arrivato a casa mi precipitai alla finestra, osservando tutto quello che le nuvole grige causavano.
Ormai ne ero ossessionato: dal grigio, dalle nuvole, dal freddo, dal fatto che tutto mi ricordasse Noah.
È inutile nasconderlo."Sei inquetante quando fai cosí" mi dice Alex raggiungendomi.
"Perchè?"
"Guardi le strade come se sperassi di trovarci qualcuno, hai un piano omicidia e non me lo hai detto? Chi ti aiuterà con il cadavere?"
Rido e gli do un leggero schiaffo su un braccio.Mi suona il cellulare, numero sconosciuto.
Rispondo andando in camera.
"Pronto?"
"Ehy Ethan"
Riconoscerei quella voce tra mille.
"Noah?"
"È il mio nome"
"Come hai avuto il mio numero!?" sorrido buttandomi sul letto e sento gli occhi di Alex sulla schiena.
"Renè" risponde soltanto.
"Quando?"
"Gli ho preso il cellulare"
"Ma potevi semplicemente chiedere a me" ridacchio felice e sento che sta sorridendo dall'altra parte.
"Ti sento felice, sei di buon umore?"
Adesso si.
Annuisco.
"Allora, perchè mi hai chiamato?" mi alzo e caccio via Alex.
È un vero ficcanaso a volte, perciò chiudo la porta."Volevo sentirti"
Eh??
"O-ok, s-sono qua"Noah's pov
Fa schifo vivere in un ripostiglio,soppratutto perchè non sono molto abituato ad accontentarmi.
Tuttavia so che fa parte della mia fuga, e non posso tornare solo perchè non ho un termosifone acceso disponibile.
Per giunta, quando fa freddo o piove è anche più triste.Do un pugno ad uno degli armadietti inutilizzati da quindici anni.
Lo rifaccio ancora, per un po',ritrovandomi con le nocche graffiate, ma ormai ci sono abituato.
Mi ci sono dovuto abituare, piuttosto.
Mi sono anche dovuto abituare a sta scuola di merda, piena di gente ipocrita e idiota.
Se solo sapessero chi sono io la smetterebbero di credersi onnipotenti...
Mi sono dovuto abituare a non avere soldi, dopo tanto tempo, e a saltare i pasti.
Sono dimagrito tanto, e per passare il tempo ho iniziato ad allenarmi, adesso sono più forte di prima. E non solo fisicamente.
Mi sono dovuto abituare anche a nascondere tutti i sentimenti, per non far trasparire insicurezze o punti deboli.
Mostrandomi freddo, schivo.
L'unica cosa positiva in questa scuola è il nanerottolo.Ma lo avevo già capito dall'inizio, da quando avevo visto i suoi occhi saettare sul mio corpo in modo diverso dagli altri.
Non rinnego quasi mai quello dico e "almeno qualcosa di buono in questa scuola c'è" è ancora il mio pensiero.È un bambino.
È dolce.
È troppo affezionato a me.
Prima o poi me ne andrò e so che gli mancherò, so che mi dovrei allontanare subito da lui,ma qualcosa mi impedisce di farlo.Mi piace che mi segua, mi piace che non si opponga a ciò che dico,mi piace che è così tanto vulnerabile perchè mi viene voglia di proteggerlo, di insegnargli a difendersi.
L'ho portato alla mia villa, e non lo avevo mai fatto con nessuno.
Quando era ferito ero più angosciato di quanto non sembrasse.Ma non è solo un dolce faccino, è un caos totale. È ingenuità mischiata a tanta maturità.Mi sono incazzato quando mi ha detto che non viveva più con i suoi perchè gay, ma ovviamente non glie l'ho fatto vedere.
Come può una creatura del genere essere figlia di persone così ignoranti?
Quel ragazzo è la pace.
È la mia pace.
E ci penso pure troppo spesso.
Decido di chiamarlo.Siamo alla metà di dicembre e avrò il suo numero da tipo la fine di novembre.
Risponde dopo tre squilli.
"Pronto?"
Ha pure la voce da bambino.
"Ehy Ethan" dico.
"Noah?"
Mi ha riconosciuto subito.
"È il mio nome"
"Come hai avuto il mio numero?" potrei giurare che sta sorridendo, e lo faccio anche io.
"Renè" dico semplicemente.
"Quando?"
"Le ho preso il cellulare"
"Ma potevi semplicemente chiedere a me".
Ha una voce carica di felicità, è strano. È bello. Sono contento di saperlo felice. Perchè?
"Ti sento felice, sei di buon umore?"
Annuisce.
"Allora, perchè mi hai chiamato?"
"Volevo sentirti" rispondo sincero.
"O-ok, s-sono qua"
E resta sempre.
"Che fai?" chiedo, appoggiandomi alla finestra.
"Niente, tu?"
"Stavo guardando fuori, sta piovendo a dirotto" dico prima che segua un silenzio abbastanza strano.
"Ethan?" lo richiamo.
"Noah, ti capita mai di pensarmi?" sbotta ad un certo punto, le timidezza nella sua voce sembra d'un tratto sparita.
Eh?
"Si, capita"
"Ok"
"Ok"
Ride.
Ha davvero una bella risata.Ethan's pov
"Noah ti capita mai di pensarmi?"
Sono uno scemo.
Ma cosa mi aspetto? Cosa continuo a pensare? Non è sicuramente gay, né interessato a me.
Dovrei smetterla di farmi del male da solo."Si, capita" risponde però e trattengo un sospiro.
"Ok" annuisco.
"Ok" ripete lui e rido.
Mi manchi."Comunque stavo per ascoltare della musica"
"Metti metti"
Faccio partire la playlist delle mie canzoni preferite.
"Ma sono tutte depresse" sbotta dopo un po'.
Rido di gusto.
"C'é una che ti piace?"
"Let her go"
"Ce l'ho!"
Passiamo un po' di tempo a commentare la musica che passa finché non esce il sole.
"Ha finito di piovere" fa lui.
Annuisco.Dopo ci salutiamo come se niente fosse.
"A domani zuccherino"
"Ciao Noah"
Chiudo.
"Ciao Noaaah" mi fa il verso Alex spuntando nel corridoio.
"Zitto."Angolo autrice:
Ehyyy, no noi non ci conosciamo ma mi andrebbe molto fare amicizia.
Perciò volevo chiedervi se la storia vi sta piacendo.
Per la prima volta avete letto un noah's pov, qualche impressione?
Un bacio❤
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Rain of feelings -Tematica Gay
Romance(COMPLETA) Il cielo cambia in continuazione, è possibile vederlo da registrazioni magistrali che lo catturano in tutte le sue sfumature, osservare come si sfumano i colori e le caratteristiche. Le nuvole sembra che si muovino in fretta, che scappino...