Capitolo dicianove

5K 325 141
                                    

Trovare i miei genitori non significava recuperare chissà quale mappa gigante per seguire il percorso che avrebbe portato alla X.
Era molto più difficile in realtà: dovevo scoprire dove si erano trasferiti, in quale zona,via e in quale casa. Potevano essere anche in Australia, per quanto ne sapevo io.

Insomma ci rinunciai quasi subito e Noah, che non sembrava dal principio favorevole al mio ricongiungimento con loro, mi seguí a ruota.

Alex invece, a mia sorpresa, sembrava quello che ci teneva di più. Forse perché voleva buttarmi fuori casa, il che era molto probabile anche se lui si dichiarava innocente dell'atto.

Continuava a cercare informazioni su tutte le città vicine, raccogliemdo i pochi dati che avevamo a disposizione. Come, ad esempio, la rivista di luoghi orientali che avevo visto l'ultima volta sul tavolo della cucina.

In base a così poco aveva trovato una cittadina qui vicino con sembianze devote alla cultura orientale, ed era anche convinto che i miei fossero là.

Mentre i giorni passavano, io non toccavo cibo.
Nemmeno quando con Alex ci scambiammo pezzi di cioccolata usciti dalle calze.
Stare vicino a Noah, mi portava una strana ansia, come se proprio lui potesse giudicarmi.

E poi si aggiungeva il fatto che non sapevo quando valesse il nostro bacio per lui, non essendoci scambiati parole a proposito.
Quindi desideravo piacergli, più di ogni altra cosa, e già, ovviamente, non mi piacevo io e dovevo rimediare.

Il primo passo era non cadere nell'abbisso dei grassi di Natale.
Mangiavo poco e niente e continuavo a ricevere occhiate gelide da Noah.
Era ovvio, che non gli piacevo.

Il 28, mentre era seduto sul divano e io pulivo le carte di cioccolatini che aveva lasciato Alex, mi lanciò una baretta di cioccolato addosso.
"Mangiala tu, io non la voglio" disse, guardandomi con la coda dell'occhio.
Il mio problema con la determinazione era che non poteva nulla contro Noah.
"Ok g-grazie" risposi mentre aprivo la carta e addentavo un quadratino marrone. Mi sentii subito in colpa e vidi il grigio fissarmi.
"Che c'è?" chiesi, sapendo già che stava constatando la mia poca determinazione e la mia inutile fermezza.
"Niente, sei bello" rispose lui lasciandomi ad occhi sbarrati.

Continuò a guardarmi mentre io mi avvicinavo esitante e tremante e mi sedevo accanto a lui, non sentendomi più in colpa a mangiare. E questo fù solo uno dei tanti miei dubbi o problemi che Noah risolse.

Il problema dell'amore, è che è sempre diverso per tutti ma solo alcune storie piacciono.
C'è il clichè del bravo ragazzo, un taciturno bullizzato dagli occhiali giganti, che incontra e si innamora del più figo e bello. Quest'ultimo non lo noterebbe mai se non fosse che succede qualcosa e finiscono per provare emtrambi i sentimenti di un amore impossibile.

Poi c'è la solita storia del ragazzo solo allontanato da tutti, e quello socievole che gli da una mano a risollevare la propria vita.
Il mio amore per Noah, non è di una di quelle storie interessanti.

Lui, anche se di famiglia ricca, non è il ragazzo arrogante:è quello che scappa di casa.
Io, non sono lo sfigato più sfigato: ho degli amici come Alex o Renè.
Noi facciamo parte di due storie diverse, siamo nati sotto stelle avverse, con destini contrari.

Eppure mi sembra così giusto quando mi tocca, quando lo vedo sorridere.
È strano, perchè non parliamo ore e ore, non ci diciamo i nostri pensieri a vicenda. Non siamo complici in nessun gioco, però o io seguo lui e lui segue me.
Con lui posso mantenere un silenzio di ore e non sentirmi a disagio o aver il bisogno di dire qualcosa.

La sera del 30 piove a dirotto e i tuoni,forti e costanti,spaventano l'intera città.
Alex dorme,perché lui può dormire anche durante una guerra stellare.
Noah no, sta a guardare fuori dalla finestra, e io guardo lui.
Vederlo accanto alle nuvole che spesso mi ricordano lui, mi agita e il cuore prende ad accelerare solo per quella visione.
Sono letteralmente incantato quando un tuono rumoroso fa il suo arrivo e urlo.
La testa del grigio si gira di scatto verso di me.

"Hai paura?" mi chiede e scuoto la testa.
"Non me lo aspettavo" mento.

Allora dopo,inaspettatamente, lui si alza e si infila nel mio letto,dandomi comunque le spalle. Mi faccio piccolo piccolo dietro di lui e appoggio la testa sulla sua schiena sentendomi subito al sicuro, tanto che dopo cinque minuti, già dormo.

Il 31 dicembre organizziamo la casa come ad una festa: usciamo le bombette, le stelle filanti, il cibo ecc ecc.
Facciamo il conto alla rovescia finché non inizia l'anno nuovo e i botti di capodanno non riempono di rumore ed euforia la città. Io, felice come una Pasqua per l'anno passato, saltello da tutte le parti e abbraccio Alex.
Quando tocca a Noah mi lascio stringere prima che lui mi alzi il mento e mi baci con tranquillità.
Mi stringo a lui con sorpresa.

Credo proprio di amare le sue labbra,il suo profumo. Amo quest'anno che inizierà con lui, perchè amo lui. Devo solo sapere, se anche lui ama me.

E così passano le vacanze natalizie. Velocemente come si era colorata, la cittá torna al suo stato naturale.
Tornano le scuole aperte e la case chiuse.
Torna l'indifferenza e i miei pensieri sul ritrovo dei miei genitori.

Il pomeriggio prima del ritorno a scuola mi alzo dal divano per prendere le mie patatine preferite mentre guardo un film.
Apro il frigo per prendere l'acqua ma è completamente vuoto, Alex si è scordato di fare la spesa.
Sbuffo e rinuncio alle mie patatine.
Fuori nevica ma poco distante da qui c'è un mini market dove posso almeno prendere qualcosa da mangiare domani.
Vado in camera per mettermi le scarpe e trovo Noah intento a leggere un libro.
Mio, per giunta.
Sentendo i miei passi si gira.
"Dove vai?" chiede.
"A fare la spesa"
Allora lui si alza:"Vengo anche io"
"Ehm...ok"
Mi metto il giubotto,il cappello e una sciarpona. Noah mi guarda e ridacchia.
"Che c'è?" chiedo, ma lui scuote la testa ed apre la porta.

Lo seguo con un espressione curiosa sul volto e ci facciamo strada per le vie piene di neve.
Una volta al mini market ci dirigiamo verso il reparto della carne. Guardo i prezzi e le carni con più qualità.
"Cerchi qualcosa in particolare?" mi chiede il ragazzo dietro il bancone.
Alzo lo sguardo incontrando il suo sorriso e arrosisco.
"A-avete d-delle cotolette?"
"Certo tesoro" mi sorride ancora lui e mi sento la pelle bruciare a quel nomignolo.
Mi lancia un ultimo sguardo e abbasso di scatto lo sguardo, in imbarazzo. Non noto nemmeno se Noah è rimasto accanto a me o no.
Il commesso torna poco dopo con la confezione. Sopra noto un post it con su una serie di numeri.
Alzo la testa.
Un numero di telefono.

Fa per passarmela alla cassa ma Noah si mette davanti, prende la confezione e strappa il post it teatralmente in mille coriandoli.

Il tipo rimane a bocca aperta poi guarda me:"A-ah scusa tu sei..." ma si blocca perchè Noah lo tira per il colletto.
"Mio" ringhia e poi lo lascia andare.
Mette i soldi sul bancone e mi tira per un polso.

Non riesco a capire cosa sia successo.
Noah si è ingelosito per me?
Ha detto che sono suo?
Esulterei come un pazzo se non avessi una dignita e un polso bloccato nella mano del grigio.

Mi trascina per tutto il mini market prendendo lui le cose della lista mancanti e in poco tempo usciamo ritrovandoci di nuovo nelle strade gelate.

"Sei arrabbiato con me?" chiedo camminandogli dietro.
"Sono solo nervoso"
"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"No"
"Dovevo fare qualcosa che non ho fatto?"
"No"
"Non volevi che prendessi le caramelle?"
"Hai preso le caramelle?"
"Erano nella lista"
"Non le ho prese"
"Volevi che le prendessi io?"
"Non mi piacciono le caramelle"
"Mi ami Noah?" la domanda mi esce così dal nulla e mi rendo conto di cosa ho detto solo dopo averla fatta.

Il grigio si blocca e si gira per guardarmi.
Ho detto una sciochezza.
"No scusa, mi sono confuso" dico mordendomi il labbro.
Nervoso lo sorpasso.
Poco dopo sento le sue labbra che mi sfiorano il collo e mi parlano all'orecchio.
"Zuccherino... nessuno deve parlarti,guardarti o toccarti apparte me"
Rabbrivisco.
"Perchè?"
"Sei mio"
Anche se non ha risposto alla mia domanda, questo mi basta.

Rain of feelings  -Tematica GayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora