Quando dicevo che volevo partire subito alla ricerca dei miei genitori, non intendevo propriamente che Alex e Renè avrebbero dovuto buttarmi giù dal divano solo il pomeriggio dopo. E,soppratutto,che Renè avrebbe dovuto prestarci la macchina di sua madre visto che, essendo quattro, saremmo stati più comodi che nel catorcio di Alex.
E così, ancora intontito dal mio pisolino interotto, mi hanno letteralmente spinto in macchina, tutti e tre.
Noah affiancandomi ai sedili di dietro sorridendo, i miei due migliori amici sistemandosi ai posti avanti.La sera prima,mentre io dormivo beato, Alex si era organizato con Renè e lei, prevedibilmente entusiasta, la mattina dopo mi aveva chiamato per confermare che ci sarebbe stata a supportarmi.
Ma non mi avevano per nulla avvisato della pomeridiana partenza.Il grigio,dal suo canto,anche se la sera prima era andato a dormire nervoso e arrabbiato per i suoi, ora era sorprendetemente calmo, felice e tranquillo. Non mi stancavo mai di vederlo sorridere, di passargli una mano tra i capelli, di chiudere gli occhi quando mi accarezzava una guancia. Era così bello sapere che era tutto risolto con lui, non dovevo più fingere o ignorare niente, eravamo solo noi adesso.
Amore. Si,amore.
A volte, si avvicinava al mio orecchio e me lo ripeteva di continuo: un "ti amo" sussurrato con voce roca e scherzosa, che mi procurava mille brividi. Arrosivo, lui rideva e poi mi baciava la guancia.Alex e Renè non ci vedevano, erano troppo presi dalle loro chiacchierate:
"Quante ragazze ti fai a settimana?"
"M-ma Renè! Non sono cose che si chiedono!"
"Perchè no? Pensavo ne andassi fiero"
"Anche se fosse sicuramente non farei il fiero con te"
"E perchè?"
"Non sono solo il biondo che scopa sempre, ho dei sentimenti e una spiccata intelligenza"
"Giusto, come ho fatto a prendere in considerazione solo la tua immaginaria bravura a letto"
"Ma io sono veramente bravo a letto. Cioè si ma no..." e Alex arrosiva, e giuro che in due anni che lo conosco non l'ho mai visto arrosire, almeno non per l'imbarazzo.
"Ma perchè a te interessa?" chiedava poi con voce strozzata.
"Non mi interessa!" girava la testa verso il finestrino Renè.
Allora Alex la guardava, ma lei non girava più lo sguardo.Ad un certo punto ci fermammo ad un autogrill e i miei migliori amici si girarono contemporaneamente per avvisarci.
Ero mezzo addormentato con la guancia schiacciata sulla spalla di Noah: "Adesso vi raggiungiamo, lo zuccherino è ancora stanco per la sua dormita interotta" disse lui.
Renè e Alex se ne andarono ridendo e io aprii un po' gli occhi.
"Non sono stanco, mi piace solo stare così vicino a te" dissi con voce roca.
"Lo so" rispose,poi mi diede tanti piccoli baci che mi convinsero ad alzarmi. Ma solo per averne uno come si deve sulle labbra.
Ci baciammo piano e per un po',poi ci staccamo ed entrammo per rincontrarci con Alex è Renè.
Il primo indossava degli occhialoni da sole e una sciarpa leopardata intorno al collo mentre la seconda gli stava facendo mille foto ridendo con le lacrime agli occhi.
"Vi sembra il caso?" dissi ma mi s'illuminarono gli occhi appena vidi un giubotto di pelle rosa.
Lo provai.
"Che bello che sei!" esclamó Renè.
Guardai Noah.
"Il mio principino" rise lui mettendomi in testa una corona trovata vicino gli occhiali e gli accessori. Sorrisi e lui di scatto fece scontrare le nostre labbra. Ero il ragazzo più felice della terra.Non mi tolsi quel sorriso ebete nemmeno per un momento, neanche quando Noah mi compró la giacca e volle prendere anche la corona. Lo pregai di non farlo, ridacchiando, perchè era comunque imbarazzante e lui mi rispose che impazziva quando arrosivo.
Tornammo in macchina e contammo i minuti per le due ore successive. Io e Noah restammo abbracciati, Alex e René invece misero la musica e iniziarono a cantare a squarciagola. Dopo un po' mi aggiunsi anche io spingendomi avanti e intromettendomi tra di loro. Noah ridacchiava guardandomi e lì, in un punto imprecisato verso la mia metà, trovai felicità e tranquillità.
Successivamente, si impadronirono di me i dubbi.
Stavamo andando verso il posto giusto? Se ci avessimo trovato altre persone? Se i miei non li avessi più visti? Come avrei reagito alla mia mancata occassione di provare ad avere di nuovo una famiglia?
Tra me e Noah cosa c'era? Cosa ci sarebbe stato? Se un giorno lui tornasse a casa e i suoi non mi volessero? Se da un giorno all'altro potesse stancarsi di me, cacciarmi via come hanno fatto i miei genitori?Strinsi la mano di Noah e lui mi guardó preocuppato.
"Che hai?"
Come aveva fatto a capire come stavo?
"Pensieri" dissi semplicemente.
"Ehy" mi chiamó lui girandomi il viso verso di se con un dito. Incontrai i suoi fantastici occhi, i ciuffi dei capelli calati sulla fronte, il profumo della sua pelle.
"Andrà tutto bene, ci sono io"Esatto, non ero solo. Avevo Noah, Alex e Renè. Erano stati così pazzi a seguirmi durante questo mio viaggio-anche se in realtà organizzato da loro- e ne ero troppo grato.
Ero grato della mano del grigio che stringeva la mia, del rap pessimo di Renè che stava cercando di imitare davanti, delle risate di Alex che la copiava.
Ero grato pure quando questi ultimi si guardavano e poi scattavano subito lo sguardo da un'altra parte.
Loro erano reali. Io ero reale.Su di Noah ci avevo sempre dubitato invece. La pelle peró,il profumo, quei capelli, potevo sfiorarli ed erano assolutamente reali.
Ero grato di sapere a memoria la canzone che partì dopo e della complicità nel cantarla tutti e quattro, in una macchina come le altre che proseguiva.
Ero grato anche della prontezza di Noah che, quando siamo arrivati alla fatitica città, mi ha lasciato un bacio sulla guancia. Ha significato più di tutto.
Noah era tutto. Il mio amore per lui era tutto. E così abbiamo superato il cartello che ci dava il benvenuto in città e con l'aiuto del navigatore, Alex si è orientato per quelle strade sconosciute. Nessuno però parlava più.Regnava il totale silenzio dell'arrivo in città al raggiungimento della presunta casa.Si susseguivano abitazioni e tetti dall'apparenza vecchiotti ma curati,giardini piccoli ma decorati.
Con erba reale,in giardini reali, in quartieri reali, pieni di case reali e persone reali. Quest'ultime peró, non riuscivo ad immaginarle in carne ed ossa, erano solo una mia immaginazione, come le loro vite. Potevo vedere anche le nuvole grige che rovinavano la loro giornata in una normale e reale città.
E sentivo nell'aria, sempre più palpabile, il rifiuto. Mi sembrava di essere pronto a riviverlo. Ma non lo ero. Non lo sarei mai stato.
Una famiglia reale che ormai era rimasta un ricordo. E se non erano mai stati i reali che immaginavo?
Sicuramente, la casa era reale.Marroncina e grande, modesta ma allo stesso tempo curata, con fiori nel giardino e una scaletta di legno all'entrata.
Soli dieci metri lontano da quella vita nuova e reale, immobilizzato dietro un finestrino.
Come al solito, fu Noah ad aiutarmi. Mi disse semplicemente che sarebbe venuto con me ed io aprii la portella.
Scendemmo tutti, Renè si appoggió alla macchina e Alex l'affiancó.Io camminai piano, con la paura ad ogni passo. Furono 19, li contai.
Ogni passo era una paura:
1.aver sbagliato città
2.aver sbagliato casa
3.non aver più speranza di rivederli
4.essere rifiutato
5.non essere riconosciuto
6.sentirmi gridare contro di essere sbagliato, un'altra volta
7.tornare con la mente a due anni prima
8.rivedere quel disgusto in faccia a mia madre
9.non riuscire a convincerli,se avrebbero mai provato a rimediare
10.volermi come figlio ma non malato
11.non volermi comunque
12.accogliermi ma a condizione di farmi trasferire
13.perdere Noah
14.perdere Alex
15.perdere Renè
16.cadere
17.cadere di fronte a Noah perchè mi tremavano le gambe
18.cadere di fronte i miei genitori
19.che la porta non si sarebbe mai apertaDopo, suonai.
Pigiai il dito tremante sul campanello.
Noah mi accarezzava un fianco.
Alex e Renè trattenevano il fiato dietro.
Io morivo dentro.
La porta si apriva.
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Rain of feelings -Tematica Gay
Storie d'amore(COMPLETA) Il cielo cambia in continuazione, è possibile vederlo da registrazioni magistrali che lo catturano in tutte le sue sfumature, osservare come si sfumano i colori e le caratteristiche. Le nuvole sembra che si muovino in fretta, che scappino...