Il vento accarezza il viso del biondo quasi come se lo stesse accarezzando, lo accompagna in ogni suo passo, è con lui e ogni suo pensiero, praticamente è come la sua ombra, solo invisibile.
Le cuffie nelle orecchie con I want it all degli Arctic monkeys a tutto volume, fanno da sfondo musicale a tutto ciò che circonda il ragazzo, le macchine che corrono lungono la strada, persone che attraversano la stessa strada, altre che gli camminano affianco, il cielo cupo, il solito caos ammutolito dalla musica, perché è questo che Luke sente, solo musica.
Il telefono vibra in tasca e Luke lo prende in mano -vieni a casa, dobbiamo parlare. mamma x- con uno scatto il cellulare torna nella tasca e il passo di Luke viene interrotto, per poi essere ripreso dalla parte opposta "fanculo tu e le tue x alla fine del messaggio" per quanto gli riguarda, può anche averlo urlato questo pensiero, ma non lo sapeva, sapeva solo che in questo momento la voce di Alex Turner prendeva spazio nelle cuffie con una canzone decisamente più calma "mad sounds" si ritroca a pensare Luke, lo sguardo che vaga in cerca di una casa, la sua.
I riflessi del poco, quasi inesistente, sole illuminano i capelli di Ashton, piccoli boccoli dorati sparsi sul cuscino, gli occhi chiusi, le labbra leggermente aperte, il viso in una dolce smorfia di beatitudine, Jesy ne ha visti pochi di ragazzi belli come Ashton, ragazzi la quale bellezza è quasi un male, con una mano inizia a giocare con i ricci del ragazzo, sono morbidi, belli e morbidi "akdjce" una piccola risata abbandona la bocca di Jesy per disperdersi nell'aria "cosa?" Ashton gira la testa in modo da mettergli i capelli davanti alla faccia "mi hai tirato i capelli" il tono basso e roco di chi si è appena svegliato "scusa Ash" il ragazzo rigira il viso verso Jesy e apre gli occhi "buongiorno" un occhio aperto e uno semichiuso "giorno" uno sbadiglio da parte del ragazzo riempe la stanza "è un peccato che non sei Alex Turner" il ragazzo alza un sopracciglio e pone la totale attenzione sulla ragazza "ti sarei già saltata addosso hahahahah" con uno scatto il ragazzo si alza a sedere "tu, inutile babbana, osi dire che il cui presente è brutto?" una risata abbastanza alta riempe la stanza "in confronto a lui si" un ghigno si presenta sul viso si lui "tanto so che saresti stata a fissarlo da 'cotanta perfezione' o no?" La ragazza annuisce energicamente scoppiamdo poi a ridere "un giorno ti porto a un concerto degli artic" il viso di Jesy si contrae in una smorfia di pura rabbia "Arctic non artic A R C T I C" il riccio alza le braccia al cielo in segno di scusa "sbaglio mio" si alza dal letto e poi guarda Jesy "ma...Calum?" entrambi corrono di sotto dove avevano lasciato Calum qualche ora prima "oh" Caul è steso sul divano, avvolto in una coperta, la testa su un cuscino, gli occhi chiusi e il respiro regolare "dorme.." il riccio annuisce "hai fame?".
"ditemi" i passi del ragazzo annunciano l'arrivo in cucina, facendo voltare verso di i suoi genitori "prepara le valigie" con un gesto brusco il piatto accanto al ragazzo finisce a terra, frantumandosi poi in mille pezzi "tesoro ti prego" la voce della madre viene interrotta bruscamente dal ragazzo "tesoro un cazzo, io non vengo non ci vengo con voi chiaro, non vengo con voi in canada" un pugno del padre sbatte contro il tavolo "piantala esali a fare le valigie, si parte domani" senza aggiungere nulla l'uomo lascia la stanza "io vengo con voi, ma non pensare nemmeno minimanete di chiamarmi ancora figlio, io non sono nessuno per te e tu non sei nessuno per me" una lacrima lascia il viso della madre "tesoro noi.." un altro piatto a terra "NON CHIAMARMI TESORO, FANCULO" con passo veloce raggiunge la camera e tira fuori le valigie da sotto il letto "mi state tirando via tutto, mi fate solo schifo" altre lacrime scendono dal viso di Luke che si limita a buttare tutto il necessario, ovvero la stanza, inquei piccoli contenitori chiamati valigie.
"il volo per Toronto partirà fra poco, siete pregati di salire sull'aereo" con passo lento il ragazzo si dirige verso l'hostess per l'imbarco "ciao, la compagnia ti augura un buon volo" con un sorriso finto la ragazza accoglie Luke che non la degna di uno sguardo, si limita a sedersi al suo posto, per fortuna accanto al finestrino.
Mentre l'aereo si riempie, il posto accanto al suo rimane vuoto "meglio, niente rotture di coglioni" ma, nel momento in cui i suoi piedi toccano il sedile accanto, un ragazzo gli rivolge un occhiata stranita "amico, non so le tue intenzioni, ma questo sarebbe il mio posto" il biondo toglie i piedi e guarda il ragazzo davanti a lui "ti ho già visto da qualche parte" dice Luke poi "Hemmings?" un sorriso appare sul viso del ragazzo moro "si, ma tu.. ehm.." una risata accompagna il moro mentre si siede "sono Noel, il cugino di Michael" un ricordo si fa improvvisamente spazio nella mente di Luke "oh, si, ora ricordo" con un sorriso si siede meglio e fissa il moro "che ci vai a fare in canada?" sempre col sorriso il moro risponde a Luke "vado a trovare mio cugino, si è trasferito da un po" il cuore di Luke inizia a battere velocemente "che cugino?" il panico stava inziando a farsi strada nel corpo del biondo "Michael" improvvisamente si ferma, le voci si fermano, la luce scompare, Noel scopare "è impossibile,.. è morto, lui è.." Noel scuote la testa "lo ha fatto credere, non è morto" il cuore che batte sempre più forte, la testa che scoppia, Michael vivo, dunque quella sera il corpo non era il suo, di chi è il corpo, perché? come? tamte domande girano nella mente di Luke come delle trottole "ma come? insomma lui.. il corpo" con uno scuotere di testa Noel zittisce Luke "te lo deve spiegare lui".
HOLA PEOPLE ☆
Allora, non avevo idee, dunque non so nemmeno com'è questo capitolo ewe
Mi scuso da subito per il ritardo, ma davvero non sapevo che scrivere.
Spero vi piaccia.
ciao ♥
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White. Grey. Black. // Muke - Cashton
Teen FictionEccolo il nero che tornava, ecco il nero che si avvicinava pian piano. Lui, lui era quel nero. °storia ripresa