***Fu nel giro di pochi minuti che mi ritrovai accasciato per terra, privo di forze, stavo finalmente per raggiungere la pace, e i miei genitori.
«A-Arrivo» sussurrai, con un piccolo sorriso sul volto, prima di chiudere gli occhi.***[No pov's]
La nonna Jeon rientrò in casa con varie buste della spesa tra le mani, chiudendo poi la porta d'ingresso dietro di se.
«Sono a casa!» alzò la voce per farsi sentire, sapendo di non ricevere risposta.Iniziò a sistemare i vari prodotti acquistati nelle dispense, con un pensiero fisso: Jungkook.
Non sapeva cosa gli fosse successo, o meglio, il minore era diventato una tomba da un mese, rinchiuso in quelle quattro mura di camera sua.
Si era rifiutato più volte di parlarle, cosa che fece stare male l'anziana, visto che si raccontavano di tutto, ma quella volta non fu così.Non andava nemmeno più in clinica, cosa che fece insospettire ancora di più la donna, che provò a rintracciare più volte lo psicologo, ricevendo risposte del tipo 'non posso forzarlo a tornare in clinica' o cose del genere.
Dopo aver sistemato- con un po' di fatica, visto l'età che non le permetteva troppi sforzi- decise di andare al piano di sopra, per vedere se il suo nipotino avesse mangiato il pranzo, lasciato davanti alla porta color cioccolato della sua camera.
Salì al piano di sopra, notando il piatto ancora lì per terra, ancora intatto.
Si avvicinò a quest'ultimo sbuffando sonoramente, quando poi notò la porta del bagno socchiusa.
'Che Jungkook sia lì dentro?' a quel pensiero le brillarono gli occhi, non vedeva il più piccolo da un mese a questa parte, se non di sfuggita nel corridoio, mentre cambiava stanza dal bagno alla camera.Una piccola speranza si accese in lei, e così si incamminò a passo spedito verso il bagno, spalancando la porta.
Tutti i suoi piani furono mandati in fumo, alla vista di Jungkook steso per terra privo di sensi, con gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, circondato da una grossa pozza di liquido rossastro.
La donna urlò più volte, gettandosi di fianco al nipote, prendendogli poi il viso tra le mani.
«Andrà tutto b-bene amore mio» iniziò a singhiozzare, prendendo il cellulare e componendo il numero dell'ospedale.*:・゚✧ *:・゚✧ *:・゚✧ *:・゚✧
«Non le assicuriamo nulla, ma cercheremo di fare il possibile per salvarlo» disse il dottore alla signora Jeon, adesso in sala d'attesa, seduta su una sedia di plastica bianca.
Non riuscì a rispondere, troppo grande era il dolore che provava, con ancora l'immagine raccapricciante di Jungkook nel bagno.
Però non si dava pace, perché suo nipote avrebbe fatto una cosa del genere?
Era stato male si, ma aveva superato cose peggiori. O forse no?Nel suo flusso di pensieri, le venne in mente qualcosa, o meglio, qualcuno.
Il dottore Kim Taehyung.
Ultimamente non si vedeva più con il nipote in clinica, ma pensò fosse giusto avvisarlo dell'accaduto.E così fece, compose il numero, e dopo qualche squillo il dottore rispose.
«Salve signora Jeon, come posso aiutarla?» Il suo tono era tranquillo, inconsapevole di cosa fosse successo.
E così la donna iniziò a raccontare tutto non tralasciando nessun dettaglio, mentre delle lacrime le rigavano il volto.
«10 minuti e sono lì» disse con voce spezzata il minore tra i due, attaccando poi la chiamata.
STAI LEGGENDO
sᴀᴠᴇ ᴍᴇ ғʀᴏᴍ ᴍʏsᴇʟғ ❦ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfiction«Tu sei Jeon Jungkook, dico bene?» annuii. «Io sono Kim Taehyung- mi porse la mano, che strinsi- e sono l'assistente del dottor Lee, ha affidato a me il tuo caso.» Dove Jeon Jungkook non ha una vita facile, e per volere di sua nonna, va dallo psico...