〚Ƈαριтσℓσ 7〛

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***Presi dall'armadio una camicia bianca e dei pantaloni lunghi, neri.
Indossai tutto il più in fretta possibile, salutai Jiu e mi diressi con la macchina in clinica. ***

[Jungkook pov's]

Passai l'intera giornata a guardare il soffitto, perso nei miei pensieri.
Non mi resi nemmeno conto che fosse entrata in stanza mia nonna, che mi sussurrò «Tra poco andiamo in clinica» portai il mio sguardo verso di lei «non avrai mica cambiato idea?» continuò titubante lei. «N-no» le accennai un debole sorriso, seguito dal suo, che era sicuramente più radioso del mio.

Eravamo in macchina, in mezzo al traffico. Era un giorno di pioggia, come piaceva a me.
Come sempre, iniziai a guardare il finestrino dell'autovettura, su di esso vi erano tante goccioline, chi più veloce chi più lenta, tutte terminavano il proprio 'tragitto' una volta arrivati alla fine del finestrino.
Simpatico come, quelle semplici gocce cristalline, mi fecero pensare un po' alla vita. Si, infondo tutti noi abbiamo un inizio e una fine.

Io volevo immediatamente una fine.

Arrivammo dopo una mezz'ora di ritardo in clinica, 'magari sono in tempo per annullare tutto e tornare a casa' pensai.
Però purtroppo dovevo dar conto anche al volere di mia nonna, che faceva di tutto per aiutarmi.

«Jeon Jungkook?» pronunciò il mio nome la stessa segretaria della volta precedente. 'Wow sul serio si ricorda di me?'
Annuii con la testa. «Il dottor Kim ti sta aspettando nello studio» alzò il dito, puntando il lungo corridoio che conduceva alla stanza.
Feci un leggero inchino ringraziandola, per poi raggiungere lo studio.

Bussai alla porta.

«Prego» sentii dire dall'altra parte della porta, riconoscendo la sua voce.
Aprii la porta, ritrovandomi il dottor Kim con un sorriso stampato in volto, riscaldando il mio- freddo- cuore.
«Accomodati pure» feci come mi era stato chiesto.

«Allora- prese il suo taccuino, sfogliando le pagine sporche di inchiostro- sei riuscito a dormire ieri?» mi chiese, scossi la testa, sibilando un debole 'no'.
«A cosa hai pensato?»
«Ho disegnato»
«cosa?»
«N-Non voglio dirlo» balbettai, abbassando la testa.
«Va bene» sospirò rassegnato, seguito poi da uno sbadiglio. «Anche tu non hai dormito parecchio a quanto vedo» ridacchiai, notando le occhiaie che vi erano sul suo viso. Iniziò anche lui a ridere di gusto, mettendo ancora di più in risalto il suo -adorabile- sorriso rettangolare.

Dopo un po', il silenzio ritornò a dominare in quella stanza.

«Hai qualche amico?- mi chiese così, su due piedi.- oltre me intendo» si corresse lui, facendomi leggermente sorridere. «No, mi sono trasferito da poco qui, non che nel mio vecchio paesino ne abbia, e quei pochi che mi rivolgevano la parola- mi fermai, a quei ricordi- n-non li sento più» sentii gli occhi leggermente pizzicare, ma non potevo cedere. 'Non devi essere così debole' mi rimproveravo sempre, anche se sapevo di esserlo.

«Perché non provi a contattarli?» raggelai, al solo pensiero di contattare il mio.. ex. «Meglio di no» «Anche su un qualsiasi social... che so- portò una mano sul mento strofinandolo, pensieroso- hai qualche social, vero?» «N-no» abbassai lo sguardo nuovamente, iniziando a giocare nervosamente con le dita. Sentii due dita calde alzarmi il mento, ritrovandomi faccia a faccia con il mio psicologo. «Ehi dai non stare così-mi rassicurò lui- È successo qualcosa con qualche tua vecchia conoscenza vero?» Continuò lui, tornando a sedersi sulla sua sedia in pelle, allontanandosi dal mio volto.

«Jimin ti ho detto di no!» cercai di divincolarmi, inutilmente.
Ero legato con una cinta ad una sedia, mentre Jimin cercava di tenere il mio braccio fermo.
«Dai amore mio, solo un pochino!- iniziò a ridere di gusto lui- ti sentirai benissimo!» continuò, ridendo come uno psicopatico. La quale era.
«J-Jimin ho p-paura ti prego smettila» una lacrima rigò il mio volto, non era più il mio Jimin.
«JUNGKOOK CHE CAZZO STAI FERMO!» mi urlò contro, prendendomi il braccio, conficcando al suo interno la siringa con quello schifo che si inniettava lui quasi ogni giorno.
«Ti amo Jungkook» sussurrò al mio orecchio, provocandomi brividi per tutto il corpo.
Poi il nero.

Mi risvegliai dal mio stato di trance, annuendo alla domanda fatta precedentemente.
«qualche ragazza? o.. qualche ragazzo?» arrossii leggermente 'sono così tanto gay?' chiesi a me stesso, sentendo lo psicologo ridacchiare leggermente. L'avrò detto ad alta voce?

«Non ti preoccupare, non sono omofobo» lo sentii ridacchiare divertito, mentre io volevo solo sprofondare. «Come si chiama?» mi chiese d'improvviso «c-chi?» «il tuo ex» continuò lui.
«J-Jimin» quel cazzo di nome, mi faceva rabbrividire al solo pensiero, era un pazzo da rinchiudere, ed io, ero pazzo di lui, e accettai tutti i suoi strani comportamenti.
Fortunatamente, io riuscii a disintossicarmi da quell'amore malato, lui non mi amava era solo possessivo.
«Come vi siete lasciati?»
«È complicato»
«Sono qui apposta» mi sussurrò, prendendo la mia mano, stringendola alla sua.
«Okay allora..- sospirai, guardando poi con la coda dell'occhio le nostre mani, adesso unite- inizialmente, era un bravissimo ragazzo, mi riempiva di attenzioni e di amore. Poi, dopo circa sette mesi è-è diventato un m-mostro» presi una pausa, mordendomi il labbro per l'agitazione. «Iniziò a privarmi di u-uscire, diventò un drogato, ma i-io me lo facevo andare b-bene, perché io lo a-amavo» involontariamente, lacrime calde scesero lungo i miei zigomi.

'Sei troppo debole Jungkook' mi ripetevo, ormai troppe volte.

«Jungkook, per amore si accetta di tutto» portò la sua mano libera sulla mia guancia, cercando di asciugarla. «Non è colpa tua, eri solo innamorato»

«Sei molto forte Jungkook» Pensava il mio esatto opposto.

Bussarono alla porta. Sbuffai capendo già di chi trattasse, le nostre mani- che rimasero per tutto il tempo unite- si staccarono.
Asciugai velocemente il mio viso, ancora bagnato a causa delle lacrime versate. «Jungkook aspetta» mi bloccò il dottor Kim, prima che uscissi definitivamente dallo studio.

«Stasera vuoi venire a casa mia?»

sᴀᴠᴇ ᴍᴇ ғʀᴏᴍ ᴍʏsᴇʟғ ❦ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora