[Jungkook's pov]
18 Ottobre.
«Dai kookie svegliati» sentii la voce sottile di mia nonna, mentre mi accarezzava il braccio lentamente.
«Che ore sono?» chiesi, portando poi le mani al viso, grattando gli occhi ancora chiusi.
«Sono le 11:00» mi rassicurò con un dolce sorriso, per poi uscire dalla mia stanza.Tolsi cautamente le lenzuola di lana che mi ricoprivano il corpo e mi alzai dal letto; avevo preparato già la sera prima gli abiti che avrei voluto indossare, una semplice felpa in cotone nero, un jeans blu scuro con alcuni strappi e le timberland al piede.
Uscii dalla mia camera per poi andare nel bagno, appoggiai i vestiti sul ripiano del mobile, sfilai il pigiama ed entrai in doccia.
Aprii il getto dell'acqua calda facendola scorrere lungo la schiena, per poi far bagnare anche il resto del corpo, iniziai ad insaponarmi per bene, poi risciacquai il tutto.
Una volta fatto ciò, presi l'asciugamano legandolo alla vita, asciugandomi con quest'ultimo.Indossai i vestiti, sistemai la frangia con l'asciugacapelli, e scesi al piano di sotto, in cucina dove c'era anche mia nonna.
Nel silenzio, ella mi porse del kimchi, che iniziai a mangiare volentieri.
Con la coda dell'occhio mi soffermai sul viso di mia nonna, anche se ormai la maggior età era evidente, rimaneva lo stesso una bellissima donna, mia madre ed io avevamo i suoi stessi occhi, tirati di color marrone scuro, tendente al nero.A distogliermi dai pensieri fu mia nonna «comunque oggi andremo dallo psicologo, che tu voglia o no.» disse tutto d'un fiato, la guardai confuso.
«P-Perché?» balbettai abbassando lo sguardo verso le mie mani, iniziando a giocherellarci nervosamente.
«So che non hai intenzione di sfogarti con me per non farmi preoccupare - si avvicinò a me stringendo le mie mani tra le sue- e so che stai passando un brutto periodo, lo faccio per te.» rimasi in silenzio, annuii solo con la testa e la abbracciai, non saprei come fare senza di lei.Salimmo in macchina, mia nonna al volante ed io seduto su uno dei sedili posteriori.
Presi il cellulare alla quale erano collegati gli auricolari, che portai alle orecchie; era una giornata piovosa e la pioggia batteva insistentemente sull'autovettura, ma era una sensazione piacevole e rilassante.Arrivammo fuori una clinica a me sconosciuta, parcheggiammo la macchina e scendemmo, aperta la portiera, la mia pelle venne in contatto con il freddo accompagnato dalla pioggia, provocandomi la pelle d'oca. entrammo a passo svelto io e mia nonna.
Mi sentivo molto a disagio, non avevo mai parlato con nessuno delle mie cose personali al di fuori di mia nonna, almeno fino a qualche mese prima, poi nemmeno più con lei.
Non pensavo se ne accorgesse del mio comportamento distaccato, non volevo coinvolgere anche lei nelle mie paranoie e tutti i problemi che avevo; aveva già tante cose a cui pensare, non vorrei essere un peso.«Salve, ho preso appuntamento la settimana scorsa» mi svegliai a queste parole dette cortesemente da mia nonna, rivolgendosi alla segretaria dietro al bancone.
«Mi dica il cognome del ragazzo» disse ella, tenendo lo sguardo puntato sul computer.
«Jeon, Jeon Jungkook» annuì, tirandomi la manica della felpa, facendomi avvicinare al bancone.
«Mancano solo due visite e poi potrai entrare- disse, rivolgendosi a me- potete aspettare nella sala d'attesa» ci sorrise la donna.
Facemmo un inchino per ringraziarla ed andammo a sederci su quelle poltroncine blu in pelle disposte lungo il muro.
L'aria che si respirava lì dentro non mi piaceva affatto.
Le mura erano rivestite da semplice vernice color verde acqua che rendeva la stanza triste e monotona, il pavimento un parquet color mogano.«Jeon Jungkook, è il vostro turno» sobbalzai quando un dispositivo metallico sul muro disse il mio nome, facendolo risuonare in tutta la stanza.
Mi alzai di scatto dalla poltroncina e mi incamminai lungo lo stretto corridoio, accompagnato dalla segretaria che precedentemente era dietro al bancone, fino ad arrivare davanti ad una porta, chiusa, color cioccolato con al centro una targhetta in oro con sopra un incisione:
" Dttr. Lee Min-Ki „La donna mi fece cenno di bussare, per poi girare i tacchi, lasciandomi lì da solo.
Feci un grosso respiro facendomi coraggio e bussai alla porta.
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sᴀᴠᴇ ᴍᴇ ғʀᴏᴍ ᴍʏsᴇʟғ ❦ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfic«Tu sei Jeon Jungkook, dico bene?» annuii. «Io sono Kim Taehyung- mi porse la mano, che strinsi- e sono l'assistente del dottor Lee, ha affidato a me il tuo caso.» Dove Jeon Jungkook non ha una vita facile, e per volere di sua nonna, va dallo psico...