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Arrivammo finalmente a Vancouver e man mano che l'aereo atterrava la mia ansia cresceva sempre di più. Dopo aver aspettato che sfollassero uscimmo finalmente dall'aeroporto. L'aria fredda di Vancouver mi penetrò fin dentro le ossa e sentì un brivido di freddo attraversarmi lungo tutta la schiena. Da lontano vidi Tay appoggiato al muro che smanettava con il suo cellulare. Richiamai la sua attenzione e il ragazzo si avvicinò a noi "finalmente siete arrivati" disse salutando i miei, Aaly e Cam mentre a me mi riservò un cenno con il capo. Dopo ciò che gli avevo fatto era più che logica la sua reazione. "Ascoltatemi, nella mia auto non riuscirete ad entrare tutti quindi qualcuno dovrà prendere un taxi" disse Tay "bene allora mamma, papà e Aaly verranno con te mentre io e Cam prenderemo un taxi" dissi e Tay annuì. Io e Cam aspettammo qualche minuto prima che arrivasse il taxi. Appena salimmo dissi il nome dell'ospedale al tassista e quest'ultimo partì. "Allora Cam, ho visto che per tutto il viaggio sei stato solo con mia sorella, c'è qualcosa della quale dovrei preoccuparmi?". Sapevo che Aaly fosse ancora innamorata di Cam, lei ogni volta negava dicendo di averlo dimenticato ma il suo sguardo la tradiva ogni qual volta vedevamo Cam. Lui e mia sorella avevano cinque anni di differenza ma non avrei mai permesso che Cam la facesse soffrire. " No ecco, tu sei stato sempre assolto nei suoi pensieri e non volevo disturbarti. Ti sei rinchiuso in te stesso e nella musica e sapevo che non avrei dovuto disturbarti" disse balbettando ed era visibilmente rosso. Lasciai perdere la conversazione poichè volevo solo sapere come stesse Malia. Finalmente  arrivammo all'ospedale e dopo aver pagato il tassista e ritrovato gli altri ci recammo all'interno dell'edificio "salve, vorremo andare da Malia Mendes" disse Tay "si, piano secondo stanza 204" disse l'infermiera controllando una scheda "mi scusi ma Malia era al primo piano come mai l'avete trasportata al secondo?" chiese Tay e io iniziai ad agitarmi "ecco, la paziente ha avuto delle complicanze e ora è in rianimazione" disse "in rianimazione? Cosa mi significa? Perchè l'avete dovuta rianimare" chiese papà allarmato "la paziente ha avuto un malore e abbiamo preferito portarla li siccome ne aveva avuto un altro. Abbiamo bisogno di tenerla sotto osservazione ora" disse e io mi precipitai all'ascensore. Arrivai al secondo piano e corsi fino alla camera dove c'era Malia, stavo per aprire la porta quando una voce mi bloccò "cosa stai facendo?" mi chiese un dottore "la prego ho bisogno di vedere mia sorella" dissi con le lacrime che mi scendevano lungo le guance "mi dispiace ma non si può, vorrei tanto ma bisogna solo aspettare che si risvegli" disse dandomi una pacca sulla spalla come conforto e mi lasciò solo. Mi gettai su una sedia di plastica nel corridoio e scoppiai a piangere. D'un tratto sentì due braccia avvolgermi e quando capì che era mia mamma mi abbandonai nel mio pianto "andrà tutto bene" disse con la voce colpa di tristezza e di pianto. Malia doveva risvegliarsi e tornare fra le mie braccia.

amami come ti amo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora