XV

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Tra le braccia del maggiore, Taehyung si sentiva sempre in completa tranquillità, un luogo simile al paradiso per lui.
Quelle braccia erano strette attorno alla sua vita e sprigionavano un tale calore in grado persino di sciogliere il corpo già accaldato del minore, che se ne stava raggomitolato nella speranza di prendere sonno, ma inutilmente.

Jungkook sembrava essersi addormentato subito, senza alcuni pensieri per la testa contrariamente a Taehyung che ne aveva fin troppi.
Forse il più grande ne era solo che abituato a quel genere di contatti fisici; sapeva che tutti quegli sfioramenti li avesse già regalati a qualcun'altro prima di lui, che forse non aveva provato le medesime sensazioni che erano esplose in lui, novellino com'era.

E gli andava anche bene così, perché si fidava del maggiore e gli sarebbe piaciuto concedergli altri tipi di carezze, magari in un futuro.
Ma sino a quel momento, lo avrebbe solo che stretto a sé senza lasciare che nessun'altro si avvicinasse, e i due nemmeno sapevano di aver già creato una barriera di supremo affetto attorno a loro, eliminando chiunque avrebbe poi osato sfiorarli.

Il castano osservò i suoi lineamenti corrucciati e nascosti nella penombra della sera, che a sua volta però nascondeva strani rivoli di sudore freddo che colavano dalle sue tempie, invisibili agli occhi del minore.
Quei lineamenti bui però si rasserenavano in uno stato di profondo e, apparentemente, spensierato sonno, ricordando al più piccolo quanto quel loro episodio non avesse minimamente toccato l'altro.
Taehyung non seppe però che le emozioni nate nello stomaco del maggiore di fronte a quel loro contatto erano state talmente travolgenti da farlo sfinire, e così addormentate subito.

Si tirò su a sedere in religioso silenzio, per poi stropicciarsi gli occhi stanchi e balzare giù dal letto, incontrando con un brivido la fredda superficie del parquet con i propri piedi scalzi.
In punta di piedi giunse fino al piano sottostante, verso la cucina, ma la fioca luce proveniente dal salotto lo distrasse dal suo intento iniziale.

<Mamma, sei ancora sveglia?> domandò sorpreso il ragazzo, notando come gli occhi della madre fossero ancora ben spalancati e rapiti dalla luminosa schermata della televisione, che proiettava una casuale telenovela sudamericana registrata.
<Pazzo!> esclamò portando una mano al petto per lo spavento e cercando di regolarizzare il respiro, <Pensavo steste dormendo, non scendere mai più in quel silenzio Taehyung!> lo rimproverò infine per poi mettere in pausa la serie.

<Scusami..> sussurrò cercando di reprimere una risata, <Jungkook si è addormentato, ma io non riesco a prendere sonno.> si sedette accanto alla figura della madre con un sospiro.
<Vuoi che ti prepari una tazza di latte caldo, mh?> domandò carezzando la guancia del figlio mentre questo annuiva convinto, ringraziandola poi quando questa si diresse verso la cucina.

<Kook è proprio un bravo ragazzo.> ragionò ad alta voce la donna dall'altra sala facendo boccheggiare impreparato l'altro, che rabbrividí al ricordo di quel che avessero fatto poche ore prima.
<Ehm sì, è proprio bravo.> annuì intrecciando nervosamente le proprie dita nella chioma scompigliata dei suoi capelli, <Cioè- è una brava persona.> chiarí subito, maledicendosi di quanto fosse lui stesso imbarazzante.

<Per fortuna sei una schiappa in educazione fisica o non ci avresti mai fatto amicizia, timido come sei!> commentò versando il liquido in una media tazza verde con sopra disegnato un piccolo alieno- la preferita di Taehyung- per poi raggiungerlo verso il divano e porgergli la bevanda fumante.
Questo sorrise sul bordo di quella porcellana per poi iniziare a sorseggiare il latte, sperando che la donna cambiasse argomento.

<Gli vuoi proprio bene eh, si vede a chilometri di distanza.> ridacchió lei lasciandogli un buffetto intenerito sulla guancia e facendolo arrossire visibilmente, <Già, è un grande amico.> commentò lui con un breve sospiro e una scrollata di spalle.
<Certo, ma non supererà mai lo spassoso carattere di Jin- Oh a proposito, non lo vedo da un po', dov'è finito?> chiese avvolgendosi di nuovo nella sua coperta viola, <È andato in vacanza con la famiglia. Non ricordo quanto starà via in realtà, ma ci sentiamo per messaggio ogni giorno.> rispose alzandosi con l'intento di posare la tazza ormai vuota nel lavabo della cucina.

<Torni a dormire?> si voltò la donna riprendendo in mano il telecomando e, ritrovandosi un cenno di consenso come risposta, lanciò un bacio volante al ragazzo assonnato per poi rivolgere la sua completa attenzione verso la televisione.

Taehyung sprofondò nuovamente nel soffice materasso, nascondendo il viso nell'incavo del moro che nel frattempo si era liberato di tutte le coperte. Strinse così una delle sue mani libere e strofinò il naso contro il suo collo, inspirando a pieni polmoni quella tanto fresca fragranza e sorridendo tra sé e sé.

Dopo pochi minuti gli occhi cominciarono a chiudersi da soli, tanto grati erano di quel calore che emanava il ragazzo al suo fianco.

Tuttavia il minore fu sradicato via dal mondo dei sogni da un leggero scrosciare al suo fianco, nel mezzo della notte. Le pesanti palpebre si aprirono in due fessure, per esaminare la situazione circostante.
La stanza era ancora immersa nell'ombra più tenebrosa perciò dedusse fosse passata solo qualche ora da quando si fosse addormentato al fianco dell'altro.

Il castano si voltò verso quella fonte di movimento che lo aveva svegliato e corrugò la fronte alla visione poco chiara, a causa del buio, di Jungkook mentre veniva scosso da così evidenti tremolii che quasi parvero spasmi.
Continuava a grattarsi così freneticamente le braccia che il più piccolo ebbe per un attimo la paura che se le volesse scorticare fino alle ossa.

<Hei hei, Kook-> afferrò entrambe le sue mani e un brivido percorse improvvisamente la sua spina dorsale al contrasto della propria pelle calda con quella sua gelida come il ghiaccio, <Cos'hai, stai male?> il suo tono era ben altro che tranquillo, trasudava ormai preoccupazione da tutti i pori e questo non rassicurò di certo il più grande, che si stava rigirando nel letto da ore.

Taehyung, non ricevendo alcuna risposta, si sporse verso il piccolo mobile al fianco del letto e illuminò una piccola parte della camera subito dopo aver premuto il tasto d'accensione della lampada.
<Jungkook, che diamine hai?!> strepitò il più piccolo con il panico che regnava sovrano nel suo corpo dopo aver assistito allo stato dell'altro: gli occhi lucidi erano velati da un colore vermiglio, i capelli arruffati ed appiccicati alla fronte imperlata dal sudore e il naso roseo appena colante.

<Ti si sono rotti i capillari degli occhi?> ragionò ingenuamente ad alta voce mentre esaminava gli occhi stanchi e iniettati di rosso del moro, <E smettila di grattarti, peggiorerai la situa-> inizió col dire riafferrando le mani del più grande che insistenti avevano ripreso a consumare la pelle delle braccia, causando qualche rivolo di sangue in certi punti, ma la voce di Taehyung venne interrotta nell'istante in cui notò degli insoliti buchi sul suo venoso braccio.

E si gelò sul posto, perché quella merda di situazione non gli parve di certo veritiera.

Il cuore di Taehyung aveva preso a tuonare nella sua cassa toracica, impedendogli di ragionare lucidamente, e la gola a corrodersi tra le fiamme dell'afflizione che stava iniziando a martoriarlo in modo tanto straziante.

Si punzecchiò le dita delle mani una, due volte, sperando con tutto il suo animo che fosse solamente lo scadente umorismo del proprio subconscio che voleva prendersi gioco di lui con quel insulso sogno angosciante.

Ma altro non era che il crudo rimasuglio di ciò che ne era divenuta la salute del suo amato Jungkook.

the truth untold - kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora