IV

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<Frena un secondo, è entrato nella tua doccia?! Che stronzo pervertito, giuro che quando lo vedo-> sbraitó la voce elettronica di Gahyeon dall'altro capo del telefono facendo agitare il castano che subito si affrettò a chiarire l'accaduto, <N-no aspetta, lui non è entrato nella mia doccia, ha solo aperto la tenda... per sbaglio> tentò di convincerla lui abbassando sempre di più il tono della voce e arrotolando nervoso la cordicella del telefono attorno al dito.

<Taehyung, quello ha solo pensieri perversi in testa e ti ha visto nudo, lo ha fatto senza dubbio di proposito!> continuó lei tamburellando nervosamente le dita sul libro di biologia ancora chiuso davanti a sé; <E io a malapena ho visto solo le tue clavicole..> sbuffó lei quasi in un sussurro per non farsi sentire dall'altro.

<Sono sicuro che non lo abbia fatto apposta..ora possiamo parlare di altro?> quasi la imploró lui essendo però consapevole che la ragazza non avrebbe abbandonato facilmente l'argomento, <Si è avvicinato a te? Ti ha toccato in qualche modo?> domandò lei fermamente, difatti aveva completamente ignorato la sua richiesta, <No, certo che no!> rispose lui rosso in viso e scuotendo ripetutamente il capo, ringraziando silenziosamente di non poter esser visto dalla ragazza.

<Taehyung devi essere sincero con me, te ne preg-> la voce della ragazza si interruppe e lui percepí solo silenzio e il cuore che tamburellava in gola.
La chiamó una volta, due, ma non ricevette risposta. Che avesse fatto qualcosa di male?

Il suo sguardo vagava preoccupato attorno a sé fino a cadere sul mobile del telefono, sul quale ai piedi vi era la gatta che teneva il filo staccato in bocca mentre lo osservava con i suoi occhioni verde smeraldo.

<Shizen!> la rimproveró quasi con uno sbuffó per poi chiamare l'aiuto del padre.

✺ ✺ ✺

Il giorno seguente Gahyeon non si presentò a scuola, facendo leggermente preoccupare Taehyung, che si chiese se avesse dovuto chiamarla. E c'erano due conseguenze che lo resero più indeciso: se l'avesse chiamata probabilmente sarebbe apparso appiccicoso; ma se non gli avesse fatto almeno una chiamata sarebbe potuto apparire come un menefreghista.
Che confusione.
Decise semplicemente che avrebbe aspettato fino al suono della campanella per scriverle un semplice messaggio, domandando se fosse successo qualcosa.

Si sedette su un muretto basso che fiancheggiava l'istituto per tentare di confondersi nella massa di studenti in uniforme scolastica, posando gli occhi sullo schermo spento del cellulare, sperando in un messaggio da parte della propria ragazza.

<TaeTae~> cantilenó la solita odiosa voce che lo tormentava da anni, rabbrividiva ogni qualvolta gli passasse solamente accanto, figuriamoci quando gli rivolgeva parola.

Si impose di ignorarlo, Gahyeon glielo diceva sempre: "ignora la sua presenza e tutto ciò che dice, prima o poi si stancherà, fidati di me" e lui si fidava della sua fidanzata.

Finse di non sentire la voce del moro che lo infastidiva da lontano e che si divertiva tanto nel notare quanto il più piccolo si impegnasse ad ignorarlo.

Sperò con tutto se stesso che Jungkook non si avvicinò e così fu, grazie alla campanella che avvertì gli studenti dell'inizio delle lezioni.

Scese dal muretto con un piccolo balzo e accese il dispositivo, ragionando su come scrivere il messaggio a Gahyeon mentre le proprie gambe erano intente ad entrare nell'edificio scolastico.
La testa china sul display luminoso che mostrava la chat.

Come avrebbe potuto formulare la frase?
"Giorno Gahyeon, ho notato che non sei venuta a scuola, è accaduto qualcosa?"
Dio no, troppo formale.
"Hey stai male?"
Troppo diretto e superficiale, non va bene.
"Hei, come mai non sei a scuola? Stai male?"
Decise di inviare questa alternativa.

Non distolse lo sguardo dallo schermo del dispositivo nemmeno un momento mentre si dirigeva verso la classe ma, prima di fare l'ultimo passo per entrare in quest'ultima, il suo telefono ancora acceso venne strattonato via dalla mano ancora sospesa a mezz'aria.

<"Hei, come mai non sei a scuola? Stai male?"> lesse il messaggio quella voce tanto tormentosa, e Taehyung percepí un ghigno sul suo volto prima ancora di voltarsi verso il capitano.

"Non dargli testa, si stuferá prima o poi" continuó a ripetere a se stesso le parole della fidanzata e quasi riuscì a calmarsi un po', il necessario per regolare il battito cardiaco che fino a qualche istante prima era sobbalzato percependo il pericolo e aveva preso a inviare messaggi di allarme al cervello del povero ragazzo che non riusciva più a gestire le proprie emozioni.

<Vorrei indietro il mio..> provò a recitare con tono fermo ma le parole gli morirono in bocca prima di completare la frase.
Voleva fare la figura di quello duro che non si faceva calpestare la testa dagli altri facilmente ma cavolo, così dava tutt'altra impressione.

Si voltò prima a destra e poi a sinistra, sperando di intravedere tra i pochi studenti rimasti lo sguardo indispettito del proprio migliore amico pronto a trascinare via Jungkook da sé. Ma non lo vide mai arrivare.

<Dimmi pure, cos'è che vuoi indietro? Il tuo cosa? Senso di eterosessualità?> sogghignó ancora il moro facendo mordere il labbro al più piccolo che ora si guardava insistentemente la punta delle converse rovinate.

<Jeon, Kim! Entrate subito in classe, la campanella è suonata da un pezzo ormai. Non vorrete costringermi a scrivervi una nota disciplinare!> ringhió la professoressa di matematica accanto alla cattedra di legno con le braccia incrociate al petto, non dimenticando di incenerire i due studenti con lo sguardo.

Il più grande sbuffó sonoramente frustrato passandosi una mano tra i capelli mentre porgeva finalmente il cellulare al castano, che lo afferrò ancora titubante.

<E comunque, sei più affascinante senza vestiti..> sussurrò il capitano chinandosi verso l'orecchio dell'altro poco prima di sorpassarlo e accomodarsi al proprio posto.

the truth untold - kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora