the truth untold - kookv

XI

<Un'ultima cosa.> disse Jimin allungando le mani, ben caratterizzate dalle unghie dipinte di un nero opaco, verso la camicia del castano, sbottonando i primi due bottoni neri per lasciare le sporgenti clavicole del ragazzo in bella vista. <Jimin, così è troppo scollato..> commentò Taehyung tentando di riabbottonare la camicia me venne interrotto dal rosa con un leggero schiaffo sul dorso della mano e uno sguardo che se avesse potuto sputare fuoco allora il castano in quel momento si sarebbe potuto tramutare in cenere, <Non fare il guasta feste!> lo ammoní poi.

Erano in fila per il locale da sì e no una quindicina di minuti e Taehyung, esaminando l'ambiente circostante, si stava già amaramente pentendo di essersi fatto costringere dagli amici.
La struttura non sembrava eccessivamente grande, quasi tutt'altro, e le giovani persone intente a darsi violente gomitate all'altezza delle costole, che quasi traboccavano dalla porta, non lo rassicuravano affatto.

Non poco dopo arrivò finalmente il loro turno e il calvo omone dai tratti facciali molto probabilmente occidentali chiese ai tre giovani ragazzi dei documenti.
In altezza sfiorava sicuramente il metro e novanta, se non di più, e il fisico era palestrato, o forse leggermente sovrappeso, ma non lo si riusciva a capire dall'ampia uniforme nera che indossava. Con le grandi mani visibilmente ruvide afferrò i tre documenti e li scrutó rapidamente uno per uno, fece un cenno d'assenso restituendo i fogli plastificati ai ragazzi e borbottó un "Buona serata", secco e conciso.

Avanzarono quindi all'interno del locale ricevendo degli urti qua e là da ragazzi imperlati di sudore che scuotevano i fianchi al ritmo di quella musica assordante che tanto infastidí le povere orecchie di Taehyung, non di certo abituato a tutto quel frastuono.
Per non parlare del suo sensibile olfatto che riusciva a percepire solo alcool e sudore, forse anche il dolciastro odore di qualche sigaretta elettronica aromatizzata.

I due più grandi si recarono direttamente al bancone delle bevande ordinando un... Mojito e Vodka alla fragola? Fu quello che Taehyung riuscì a capire dalle voci degli amici che tentavano di urlare per sovrastare il fastidioso strepito della musica.
<Tae tu cosa prendi?> domandò Jin indicando poi all'amico il cartellone con tutti i drink elencati e le varie immagini stampate accanto. Il ragazzo vi lanciò uno sguardo furtivo essendo in ogni caso consapevole che non avrebbe mai ingerito nessuno di quei forti liquidi, così negó con il capo.

L'uomo barbuto dietro al bancone tritó dei cubetti di ghiaccio e li mise nei due drink pronti, per poi porgerli ai due giovani ragazzi con un cortese sorriso che entrambi ricambiarono subito con un lieve inchino del capo.

Taehyung li scrutó interessato a quel liquido colorato che stavano per ingerire i due. Ammetteva che gli sarebbe piaciuto assaggiare un goccio di quelle bevande ma il solo pensiero di come si sarebbe sentito dopo, con vertigini e senso di nausea, lo fece rabbrividire contrariato.

Il rosa posò le labbra sul bordo zuccherato del bicchiere e lo sollevò rapidamente, mandando giù tutto il forte liquido che lo costrinse a stringere gli occhi per l'improvviso calore irradiato per la sua gola.
Subito si fiondó sulle carnose labbra del biondo suo ragazzo, e a Taehyung sembrò quasi un cannibale per quanto le stesse torturando, ma il più grande, che riposó il bicchiere ormai vuoto sul bancone, non sembrò dispiacere.

Il castano percepiva sempre quella scintilla di gelosia dentro di sé, talmente insistente da fargli attorcigliare lo stomaco. E, ancora una volta, si pentí veramente di esser andato in quel luogo, ora si sentiva di troppo.

In breve tempo i due si dissolsero nella folla di persone, lasciando Taehyung solo. Non esitó a sedersi su uno degli sgabelli neri del bancone e abbassó lo sguardo sulle proprie mani che giocavano ad intrecciarsi nervose, non dando peso agli spintoni della ragazza accanto intenta a scambiarsi effusioni con il probabile fidanzato.