-Lydia sbrigati! Faremo tardi alla serata di beneficenza!- mi avverte mia madre.
-Arrivo!- metto gli orecchini e mi guardo allo specchio: indosso un abito corto appena sopra il ginocchio nero con la scollatura a cuore e senza maniche, il corpetto stretto e la gonna morbida, abbinato a delle decolté anch'esse nere, gioielli argento e i capelli biondo fragola a boccoli.
Scendo velocemente le scale, indosso la mia giacca in pelliccetta ed entro nella limousine.
La mia famiglia, i Martin, è una delle famiglie più importanti di Gotham e quindi viene invitata a tutti gli eventi importanti.
-Tesoro, sei davvero splendida questa sera.- mi fa i complimenti mia madre.
Io sorrido.
Poco dopo arriviamo e scendiamo, entrando nel palazzo: tutti sono eleganti e il tono è moderato.
In lontananza noto Bruce Wayne, mi è dispiaciuto molto quando ha perso i suoi genitori, quando erano ancora vivi eravamo molto amici (nonostante la differenza di età).
Vediamo Leslie Thompkins, una dottoressa della scientifica e fidanzata del detective Gordon, salire sul palco per il discorso e ci accomodiamo al nostro posto.
-[...] Senza ulteriori indugi, lascio la scena... al Grande Rodolfo.- applaudiamo e, mentre Lee scende dal palco, il sipario si alza, mostrando un mago e una donna che deve essere la sua assistente.
Non mi sono mai piaciuti molto i maghi e mai mi piaceranno.
Mi soffermo a guardare il Grande Rodolfo: una brutta sensazione mi invade lo stomaco, una sensazione peggio dell'ansia, inizio a sentire voci nella testa, mormorii più che altro, tanti mormorii da sembrare un'unica voce.
Poi, quei lievi sussurri, diventono urla.
Metto le mani sulle orecchie e stringo gli occhi dal dolore.
Sento mia madre che dice qualcosa, ma le urla sono troppo forti e non riesco a sentirla.
Riapro gli occhi e la vista è ofuscata.
Ad un certo punto, mio padre mi appoggia una mano sulla spalla e tutto ritorna normale.
-Lydia, stai bene?- mi chiede.
Deglutisco.
-Credo di sì.- balbetto.
Prendo un bicchiere d'acqua.
-Ti sei persa la prima esibizione, c'era Bruce sul palco.- mi informa mia madre, ancora con tono preoccupato.
-Per il secondo numero, vorrei chiamare sul palco il nostro stimatissimo vice sindaco, Harrison Kane!- altri applausi.
Le urla hanno smesso di rieccheggiare nella mia testa, ma la brutta sensazione non decide ad andarsene.
L'assistente lega il vice sindaco a una ruota, poi scopre un tavolo con dei coltelli posizionati sopra.
Fa un inchino e le cade la maschera: è Barbara Kean, ex fidanzata del detective Gordon e una pazza scappata dal manicomio di Gotham, Arkham.
Subito fa un occhiolino a Lee e quest'ultima prende il telefono, penso, per chiamare il detective Gordon.
Mio padre scatta sull'attenti.
-Per inciso, nessuno uscirà vivo da qui.- dice il mago e tira un coltello dritto al cuore di Kane.
La gente inizia ad agitarsi spaventata e i Maniax, un gruppo di pazzi scappato dal manicomio di Arkham e creato da un uomo sconosciuto, sparano all'impazzata.
Il mago è Jerome Valeska, un ragazzo rosso che ha ucciso la madre.
Ho il respiro affannato per il panico e la testa che gira.
Mentre Jerome chiama con il telefono di Lee il detective Gordon, le voci ricominciano a farsi largo nella mia testa.
E ancora una volta, le voci si trasformano in grida.
Metto di nuovo le mani sulle orecchie.
Sento un'irrefrenabile bisogno di urlare... e così urlo.
Un urlo disumano, sovrannaturale, possessivo.
Riapro gli occhi: ci sono vetri di bicchieri e lampadari dappertutto, tutti i presenti mi guardano sconvolti.
Anche Jerome interrompe il suo spettacolo e mi osserva.
Mi alzo in piedi, ma cado a terra senza forze.
...
Mi risveglio sdraiata sul letto di casa mia.
-È in perfetta salute, signora.- il medico rassicura mia madre.
-Va bene, grazie dottore.- e quest'ultimo esce dalla stanza.
Subito entra mio padre,il detective Gordon e Marshall.
-Cos'è successo?- chiedo, con voce flebile.
Nessuno risponde e si guardano tra loro, sperando che qualcuno abbia il coraggio di parlare.
-Non sappiamo bene cos'è successo questa sera, dicono che hai urlato.- rivela Gordon - Solo che non era un urlo normale, a quanto pare.-
-Ecco, sembrava ultraterreno.- aggiunge mio padre.
Marshall si siede al mio fianco.
-L'importante ora è che tu stia bene.- avvolge un braccio attorno alle mie spalle, mi stringe a sé e mi bacia la fronte.
Sorrido.
-Tu non dovevi essere in Francia?-
-Dovevo, ma poi ho saputo cosa ti è successo e ho disdetto tutto.-
-Vi lasciamo soli.- dice mio padre, facendo capire a mia madre e a James di dover uscire.
Io e Marshall rimaniamo sdraiati abbracciati l'uno all'altra, finché non mi addormento nuovamente.
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Criminal and Banshee
FanfictionUna ragazza qualsiasi scopre di avere un potere: predire la morte. In oltre, ha un potente urlo. Scoprirà di essere una banshee non nel modo migliore e lo verrà a scoprire l'intera Gotham di questa ragazza particolare, tra cui il pazzo criminale Jer...