CAPITOLO 1 - Luce di settembre

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Aveva già visto l'appartamento qualche settimana prima ma questa volta sua madre aveva rischiato di fare un incidente per accompagnarla.

Bianca sorrideva per allentare un pò la tensione , senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla donna che le somigliava tanto, ormai pallida di paura.

<< Questa è l'ultima volta che ti ci porto. Io in mezzo alla città non ci guido più! >> sorrise pochi istanti dopo, quando, avendo lasciato la marcia inserita e tolto il piede dall'acceleratore, la macchina si spense singhiozzando. Strinse la figlia in un abbraccio soffocante ed ansioso, quello di chi non vuol lasciarti andare.

Le loro vite sarebbero cambiate per sempre.

Il cortile del condominio milanese era illuminato da un delicato sole di fine settembre. Il verde degli alberi era carico e pieno di vita. L'aria piacevole ed armoniosa passava inosservata, superata dalla grande amarezza di due vite che si separano.

<< Non piangere mamma, starò bene >> disse Bianca con la voce stretta in gola.

Il silenzio le accompagnò come una presenza gigantesca, un fantasma che appesantiva i loro movimenti ed annebbiava i loro pensieri. L'ascensore si chiuse e rimasero in quel piccolo rettangolo senza dire una parola, circondate da borse e scatoloni.

La porta del nuovo appartamento si chiuse alle sue spalle, sapeva che sua madre era esattamente dall'altro lato e che forse come lei non avrebbe avuto il coraggio di muoversi per alcuni secondi.

Bianca era sola in un nuovo mondo ed il vuoto che avvertiva pensando al suo futuro era troppo grande da sostenere. Riusciva a solo a pensare a quanto fosse attaccata al suo passato e a quanta  paura avesse di lasciarlo andare.

Le quattro nuove coinquiline accolsero Bianca con apatia e disinteresse.

Poco dopo aver sistemato le cose nella sua nuova stanza uscì a fare un po' di spesa. La ragazza pianse fra le corsie di un supermercato,  un pianto pieno di amarezza e di solitudine. Un pianto incessante.

Qualche ora più tardi chiese alle ragazze se ci fosse un posto per le sue cose fra le credenze della cucina e nel frigorifero. La ragazza davvero magra le rispose con tono acceso: << qui non c'è posto, la cucina è troppo piccola per cinque persone>> la ragazza molto in carne s'infilò nella conversazione, forse mossa dal senso di colpa: <<se vuoi risolvere il problema, telefona alla proprietaria di casa>> .

Bianca lasciò le borse della spesa nella sua stanza e chiuse la porta, non voleva piangere, non voleva sentirsi fuori luogo. Non voleva essere di troppo. Non voleva essere nessuno.                Prese un bel respiro e decise che non gli importava: si fece una doccia e si preparò per andare a letto. La solitudine la stava divorando così tanto da toglierle la lucidità.                                      Osservò le sue valigie e gli scatoloni ancora intatti, l'indomani mattina sarebbe venuto qualcuno a finire di montare l'armadio nuovo o così le aveva detto il proprietario di casa qualche ora prima.

Il suo cellulare vibrò: " ti amo" diceva un sms.

<< Perfetto >> sussurrò bianca dopo un lungo sospiro. Lanciò il telefono sul letto e si lasciò andare anche lei su di esso quando qualcuno bussò alla porta.                                                                   Si ricompose velocemente:  <<si avanti!>> disse con tono sicuro ed un ragazzo comparve da dietro la porta: <<Ciao sono Claudio, mi volevo scusare tanto per quello che è successo poco fa, mia sorella e le ragazze sono state delle gran stronze. Ti va se ti aiuto a sistemare le cose in cucina?>> Bianca sorrise e senza dire una parola lo seguì.

Stavano tutte in piedi attorno al tavolo  e non riuscivano a sollevare il capo dall'imbarazzo. <<Sto preparando qualcosa da mangiare>> disse lui con tono allegro.                                                            <<Ho proprio fame>> replicò la giovane con voce un po' insicura.                                                                  <<Signorine non avete nulla da dire?>> punzecchiò Claudio di spalle, intento a cucinare.

La ragazza più magra ruppe il ghiaccio: <<Ciao io sono Donatella, ehm... mi dispiace molto per l'atteggiamento cafone ma non ci aspettavamo che il padrone di casa avrebbe inserito un'inquilina nuova>>. 

Così a turno dopo essersi scusate, si presentarono: Giorgia: 28 anni infermiera, Maria: 29 anni studentessa di medicina, Jessica: 32 anni insegnante d'italiano come Donatella.

Anche se non era stato un ottimo inizio, quella sera gli umori grazie a Claudio si trasformarono.

Cenarono insieme, come persone che si conoscono da una vita. Quei sei ragazzi dalle vite così diverse. Riuniti in una piccola cucina nella periferia di Milano.

Qualcosa senza loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora