CAPITOLO 23 - Terra di pace

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<<Forza, sputa il rospo...>>
Trovò il coraggio di chiederglielo quando ormai erano già in autostrada da un pò.
Luca sorrise con quell'espressione che Bianca aveva impressa nei suoi ricordi più profondi.
<<Non sono io quello con i segreti, però se sei proprio curiosa di saperlo la macchina me l'ha prestata un amico>>.
<<Ho capito... ti fai gli amici ricchi adesso... >>
<<Quando l'allievo supera la maestra>>.
<<Dove mi stai portando?>>
<<Ho pensato che non siamo mai andati da nessuna parte imsieme. Forse é quello che ci serve>>
Un mix di emozioni turbava entrambi, dopo essersi casualmente incontrati nello stesso posto, in un modo così ambiguo. Misteriose energie li attraevano di continuo. Come Luca riuscì ad incrociare la ragazza in stazione rimase un grosso quesito che fece sempre sorridere i due.
<<Lú però io non ho portato nulla con me>>
<<Non preoccuparti>>.
Fra di loro non c'era bisogno di molte parole. La verità stava lì fra quei silenzi che non riuscivano ad essere spiegati, dove le parole non sarebbero bastate a descrivere il contenuto di un legame così grande.
Quando il confine fra bene e male è così sottile è un attimo cadere, è un attimo risalire.
Quell'imbrunire fu un istante di pace, dove i respiri si fecero calmi e rilassati, dove le più piccole sfumature di uno s'intersecavano con quelle dell'altro. La tregua incerta, dove si muore dalla voglia di rimanere sereni per sempre.
<<Qualunque cosa tu faccia, c'é qualcosa che m'impedisce di non sognarti, di non starti vicino, di non incontrarti. Eppure quando ti sono accanto... >>
"È terribilmente bello quando fa così" pensò Bianca. La vocina da soldatino attento che risiedeva dentro di lei raddrizzava le orecchie, incredula.
<<shh, non aggiungere altro ti prego. La storia la conosco pure io>>.
Erano vittime della loro relazione?
Quanto poteva essere doloroso lo stare insieme e lo stare lontani.
Erano forse innamorati della carica emotiva che li avvolgeva?
"Non riesco a stare senza di te" voleva dirgli.
La macchina si fermò nel parcheggio di un grosso centro commerciale.
<<Che ci facciamo qui?>>
<<Prendiamo le cose che ti servono signorina>>
Sorrise incrociando i suoi occhi di bambino, dall'aria di aver soffreto così tanto da non poter lasciare andare quelle immagini del passato. I suoi ricordi confusi e dolorosi intrappolati nel suo sguardo.
Non la prese per mano com'era solito fare, percorse gli ampi spazi del centro commerciale standole sempre accanto, guardandola di tanto in tanto.
Bianca sentiva di avere accanto un angelo protettivo, quella presenza pronta a darle sostegno. Era però altrettanto vero che sarebbe bastato un attimo per ribaltare la situazione.
Si ricordò fra uno scaffale e l'altro che si era completamente dimenticata di avere un appuntamento con Giovanni alla pinacoteca di Brera, per questo non l'aveva trovato al bar della stazione. <<Ah se solo non fosse così cocciuto da utilizzare un cellulare!>>
Pensò alla dolcezza dell'uomo ed alla sua severità.
<< Che fai bambolina pensi ad alta voce?>>
La ragazza scosse la testa ed arrossì.
Che ne sarebbe stato della sua relazione con Luca? Era forse l'ennesimo riavvicinamento travestito da "per sempre?"
S'incupì quando le immagini più svariate e spiacevoli le si presentarono davanti agli occhi.
Ripensò anche a Marco ed al bacio che aveva visto nella cucina della villetta di Jack.
<<smettila di pensare a cose brutte, il tuo viso ha un'espressione così triste. Sei pronta ad andare? Hai preso tutto?>>
Bianca sorrise spegnendo quei pensieri in un sospiro profondo.
<<Che cosa ti sei comprato?>>
<<É per te, ma lo apri quando arriviamo>>.
Ripresero il viaggio ed ormai fu notte fonda quando raggiunsero un casale fra i colli Bolognesi.
Il cancello era aperto, due grossi cani scorrazzavano allegramente nel giardino della tenuta.
Leone, il proprietario e la copia perfetta di babbo natale, accolse i ragazzi e gli invitò a scendere per cena appena fossero stati pronti.
Il casale era un'antica cantina che produceva vino, trasformata in un rustico agriturismo. Fumarono una sigaretta osservando il panorama dalla terrazza.
I colli s'intrecciavano fra loro come armoniose onde del mare disegnate su di un foglio di carta da un bambino piccolo.
Il silenzio accese tutti i loro sensi, lasciarono andare ogni pensiero fra le braccia del cielo stellato.
Quando si sedettero a tavola dopo aver ordinato del vino, fra i ragazzi si sedette Leone a prendere le ordinazioni, sembrando quasi un loro vecchio amico.
Prendete il ragú ragazzi, non potete sbagliarvi.
Era tanto che Bianca non vedeva lo sguardo di Luca così rilassato, era così felice di vederlo sereno.
"É tornato" pensó... "e forse... non se ne andrá mai più".
Leone aveva avuto ragione, al primo assaggio di pasta , i due si guardarono negl'occhi con uno sguardo complice e stupito.
<<Non ho mai assaggiato nulla di così buono, che te ne pare?
...Ah no ti prego finisci pure il boccone, ho già capito tutto>>.
Le risate furono protagoniste durante tutta la cena, Luca sapeva bene come rallegrare gli animi dopo qualche bicchiere di vino.
A chiusura del ristorante Leone era ancora seduto fra i ragazzi senza riuscire a smettere di raccontare loro lunghissime storie.
La moglie dell'oste uscì finalmente dalla cucina e portò via Leone con sé: <<smettila di importunare i giovani che tu c'hai una certa, buonanotte ragazzi>>.
Salutarono l'anziana coppia che sembrava aver trovato la formula segreta per tenere accesa la fiamma della vita che condividono.
Furono finalmente soli e si recarono in stanza.
<<Quanto ci fermiamo in questa meraviglia?>> chiese Bianca con quel tono da volersi impossessare di quel momento per sempre.
Luca guardò la ragazza espirando il fumo della sigaretta nella direzione opposta. Erano seduti sul bordo della finestra aperta, l'abbracciò a sé ,avvicinandola con un braccio. <<lo sai che tutto questo finirá. Questa non é la vita reale. Prima o poi tutto tornerá come prima. L'unica cosa che rimane uguale é che ti amo, sempre, qualsiasi cosa accada. E non sono più sicuro che sia lo stesso per te. Ma di tanto in tanto i tuoi occhi sembrano ritrovarsi quando incontrano i miei.
Ti prego non dire nulla. Per me significa già molto averti accanto. E non so perderti. So che senza di me saresti forse una persona migliore. Ma io no>>.
Si alzò in perfetto silenzio e fecendola ruotare si mise in piedi fra le sue gambe, l'abbracciò accarezzandole la testa.
Si baciarono come non l'avessero mai fatto prima. Affondò la testa nel collo, fra i capelli di Bianca e ne annusò il profumo.
<<Ti amo bambolina>>.
L'indomani mattina i due non volevano saperne di alzarsi.
Bianca contava le ore nella sua testa e sapeva che era ora di tornare.
La magia stava improvvisamente per finire.
I loro profumi si erano mischiati tanto da farli sembrare una cosa sola.
Luca russava leggermente, accoccolato fra le braccia di Bianca.
Gli accarezzò i capelli dorati più volte facendo attenzione a non svegliarlo.
Spostò piano il suo corpo per uscire dal letto ma le sue dita affusolate l'afferrarono.
<<dove credi di andare?>>
<<vado a farmi una doccia, fra poco dobbiamo ripartire>>
<<mi sembra un'ottima scusa, ora ti raggiungo e t'aiuto>>
<<Potrei comprarti una doccia così grande>> disse lui guardandosi attorno prima di togliersi i vestiti.
La prese di peso per le cosce e l'appoggiò al muro. L'acqua scorreva su di loro portandosi via le parole. Entrò subito dentro di lei senza attendere ad intervalli dolci ed aggressivi. Bianca si lasciò trasportare da un mix di emozioni che sfociarono in un pianto liberatorio che i gemiti e l'acqua corrente nascosero.
"Non lasciarmi sola", pensò.
Si amarono come sempre, come se non avessero mai smesso di farlo, come se nulla li avesse mai divisi. Si amarono come due persone che si conoscono profondamente.
Luca le insaponò delicatamente i capelli, come fanno i bambini quando giocano fra loro a far finta di essere qualcuno o qualcosa. Si fermò un istante e la guardò con quell'aria da ispettore che di tanto in tanto aveva.
<<che succede... hai pianto Bianca>>
<<ma che dici...>>
<<non mentirmi, non voglio che tu pianga, soprattutto quando facciamo l'amore>>
I suoi occhi si fecero lucidi ancora una volta.
<<é un insieme di emozioni>>
<<andiamo bambolina, ti asciugo queste lacrime e pure i capelli>>
Sapeva sempre come scherzare a modo suo.
Prese il phon attaccato al muro ed iniziò ad accarezzarle i capelli.
<<che farai domani?>>
<<oggi ti accompagno a casa e poi riparto, domani lavoro. Vado in Svizzera con mio padre>>.
<<Ho dimenticato di darti questo>>
Teneva tra le mani la borsa del giorno prima.
<<La apri appena vado via ok?>>
La ragazza fece di si con la testa ma moriva dalla curiositá.
Salutarono Leone come quando si lascia un parente che si vede di rado e al quale si é molto affezionati. I cani abbaiarono seguendo la macchina. <<Ciao Leone>> disse Bianca quasi sussurrando, guardando per gli ultimi istanti quella tenuta bellissima.
"Che succederá adesso".
<<che c'é, vado troppo veloce?>>
<<si ,lo sai che io sono una lumachina>>
<< non mi sembra proprio, però é vero che tu sei una che cammina piuttosto di correre>>
<<vorresti dire che devi sempre aspettarmi?>>
<<voltarmi ed aspettarti direi>>.
Raggiunsero Milano diverse ore più tardi e Luca ripartì subito.
<<sicuro di non volerti fermare? Sarai stanco...>>
Il suo atteggiamento era tornato nervoso ed il suo sguardo era cambiato.
<<no devo ripartire, sono stato in giro abbastanza>>
<<scrivimi quando arrivi a casa, e non correre, ok?>>
<<non preoccuparti, cerca di badare a te stessa bambolina>>
Si staccarono da un lungo abbraccio piuttosto amaro.
<<mi piaceva di più l'altro appartamento, questo sembra da vip. Non ti si addice molto>>
<<Ricevuto>> disse lei.
<<un giorno ti porterò via di qui>> le sussurrò all'orecchio, poco prima di sparire dietro al portone e portarsi dietro quella luce dorata che il sole rifletteva sui suoi capelli.

Qualcosa senza loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora