Non riusciva a smettere di pensare a Luca.
La primavera inoltrata esaltava la valle dell'Adige, le montagne sembravano cullare ed agevolare il corso del fiume. Le piccole fermate del regionale, circondate da vigneti erano immagini veloci, che scorrevano sugli occhi di Bianca.
Un treno la stava riportando lentamente verso Milano e lei desiderava che quel viaggio potesse non finire mai. Il suo vagone era molto affollato e lei non sopportava d'aver tanta gente intorno.
Faceva molto caldo quella domenica e l'aria proveniente dal finestrino sembrava una benedizione divina.
Non aveva risposto a nessun messaggio o chiamata di Luca, erano passati ormai due giorni.Le sue emozioni erano un misto di sensi di colpa ed egoismo. Si sentiva così superficiale.
<<Perché non riesco a combattere per lui? Possibile che non riesca a metterlo davanti a tutto per una volta?>>. I pensieri disturbavano la sua mente come il rumore di una radio che non prende.
<<E se Luca avesse ragione, forse non so amare o forse non amo lui, non lo amo abbastanza>>.
La testa sembrava ormai esploderle e non vedeva l'ora di tornare a casa.
Il treno era stranamente in ritardo di mezz'ora ma questo non sembrava preoccuparla.
"Ciao bella!Come va il viaggio?" era un sms da Sabrina.
"Ciao Sabry! tutto bene, sono quasi a Verona. Come stai? Sei a lavoro anche oggi?".
L'amica lavorava alla Rinascente e spesso le toccavano i turni durante i weekend.
Pochi minuti dopo il cellulare di Bianca vibrò: <<Pronto pulce? Ahm si, sono in pausa ora ma alle sette stacco. Indovina chi e'passato in negozio? Aspetta che te lo passo, vuole parlare con te!>>.
La comunicazione fu interrotta, il treno aveva imboccato un lungo tunnel poco prima di Verona.
Scese nella stazione per cambiare il treno e fu molto dispiaciuta di non poter fare un giro nella città dell'amore.
I messaggi di Luca continuavano ad arrivare.
Un sms in coda era però di Sabrina e diceva: "Ti aspetto al solito posto alle sette e trenta, non provare a dirmi che non verrai perché hai la valigia con te o perché sei in tuta. Non si accettano scuse".
Bianca sorrise e ripose il telefono nella borsa. "ok" pensò.
Ogni volta che scendeva alla stazione centrale di Milano, rimaneva incantata; si chiedeva sempre quante persone passassero di lì ogni giorno. Osservava i passanti rapita da un'infinità di domande.
"Dove sono diretti? Quali sono i loro segreti, le loro gioie, le loro sconfitte? Chissà se sono dei paurosi come me"
L'immaginazione le apriva la mente, lasciandole quella sensazione di leggerezza che ogni volta che arrivava avrebbe voluto tenere in ostaggio. Non si sa mai, un pò di magia fa sempre bene al bisogno. "Come una mela al giorno".
Trascinava il suo trolley con molta calma, in coda ad una lunga folla. Una scritta fatta con la bomboletta su uno dei muri della stazione aveva attirato la sua attenzione: "se una cosa dura per sempre, vuol dire che non ti è servita a niente".
Bianca avrebbe voluto abbracciare la persona che aveva compreso la sua natura mutevole.
Controllò il suo orologio rigorosamente sul polso destro. Cambiò improvvisamente direzione e s'incamminò verso la libreria della stazione.
Non esisteva per lei nessun posto più bello di una libreria o di una biblioteca.
L'odore della carta stampata e rilegata. Milioni di pagine piene di storie vere e romanzate.
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Qualcosa senza loro
RomanceNon é facile colmare i vuoti che ognuno di noi si porta dentro. La ricerca della giovane Bianca la porterà a seguire la massa fino a farsi confondere. Un intenso conflitto fra il mentire a sé stessi e fare i conti con la propria vocina interiore.