CAPITOLO 16 - Desideri parte 2

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Se ne stava lì immobile ad osservare il suo riflesso nel vetro, scavando dentro di sé, per trovare il coraggio di bussare. Sperava di non essere lei quella ragazza dall' espressione stanca ed agitata per quelli che in alcuni istanti le sembravano motivi futili.

Trovò poi la forza di bussare alla porta stile anni '80 dal doppio vetro e dalla maniglia cilindrica nera, semi curva.

La sua mano chiusa si mosse quattro o cinque volte con lieve insicurezza ed il suono che ne uscì fu immediatamente inghiottito dal vetro, soffocato ed ammortizzato.

Fece qualche passo indietro guardandosi attorno, assicurandosi che nessuno la stesse osservando.

Una manciata di secondi furono sufficienti per far comparire un fascio di luce bianco dalle sfumature azzurre.

L'immagine dei due si sovrapposero nel cuore della notte.

L'uomo estrasse un grosso e pesante mazzo di chiavi dalla tasca e sul volto di Bianca comparve un sorriso. "Sembra San Pietro" , pensò.

<<Felice che tu sia venuta ragazzina, non starai mica ridendo di un uomo di una certa età in pigiama?>>.

<<Mi dispiace averti svegliato Giovanni>>.

<<Su svelta, adesso entra>>.

Giovanni fece passare la ragazza e prima di chiudere la porta diede un'occhiata veloce al gigantesco atrio che ospitava i tabelloni delle partenze e degli arrivi.

I pensieri di Bianca improvvisamente mutarono, rapiti ed affascinati della vita di quello che ormai era diventato il suo amico.

<<Vuoi bere qualcosa? >>

Le fece segno di accomodarsi al bancone. Illuminò con la torcia le sedute per agevolare gli spostamenti della ragazza e si diresse al quadro elettrico con passo lento e con aria piuttosto assonnata: accese solo due luci piccole e soffuse.

La ragazza fece segno di no con la testa e lui, incurante, si mise a preparare qualcosa dandole le spalle.

Il silenzio piombò sui due improvvisamente.

Giovanni attese pazientemente che Bianca iniziasse il suo discorso, se era venuta a cercarlo nel cuore della notte doveva avere qualcosa d'importante da dire o da confidare.

<<E così è qui che vivi Giovanni ... >>

Finalmente si girò ed osservò la ragazza dritto negli occhi. <<Ebbene si...

nel retro di questo bar ho una piccola stanza dove dormo. I proprietari mi fanno stare qui in cambio di aiuto, sono delle brave persone>>.

<<Che cosa sei una specie di barbone moderno?>> quelle parole uscirono da Bianca involontariamente, fra un mezzo sorriso divertito, prima che potesse rendersene conto.

Il buon Giovanni appoggiò due tazze sul bancone, girandosi finalmente.

<<Rispondi a questa domanda Bianca: è più importante dove vivo e cosa faccio per vivere o chi sono veramente?>>

Il tono dell'uomo si era fatto severo e fermo.

I suoi occhi azzurri erano fissi sulla ragazza, in attesa di una risposta.

Bianca fu colta di sorpresa, non sarebbe riuscita a sostenere una conversazione tanto impegnativa.

<<Perdonami Giovanni, non intendevo parlarti in quel modo. Credo che così di pancia risponderei che è molto più importante chi sei>>.

L'uomo rimase serio e cupo. Nei suoi silenzi crescevano le insicurezze di Bianca.

<<Molto bene ragazzina, e tu? Chi sei veramente?>>

Qualcosa senza loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora