Mefisto impallidì quando Ignifero svenne, poté chiaramente percepire il suo cuore arrestare il suo normale lavoro e il respiro bloccarglisi nel petto quasi a volerlo soffocare.
Non sapeva cosa fare perché pareva che la vita stesse improvvisamente cominciando a scivolare via dalle sue labbra che con una velocità spropositata avevano iniziato ad assumere un colore cianotico; stava morendo.
Non poteva fare nulla, ma poi pensò che forse una soluzione poteva esserci, che forse nonostante quel tunnel paresse senza luce una via per uscirne l'aveva trovata e proprio per questo decise di portare il suo ragazzo in quel luogo traumatizzante, forse la vicinanza alla sua anima poteva salvarlo.
Una volta che fu dentro all'edificio, nella parte più profonda, il corpo gelido del ragazzo riacquistò parte del suo calore per poi cominciare a muoversi di sua iniziativa, corse, corse veloce nonostante avesse gli occhi serrati, probabilmente un mito inconscio dettato dall'istinto di conservazione.
Mefisto lo perse di vista, finché si arrese e tirò completamente fuori la sua natura di demone, non gli piaceva farlo, non amava esporre la sua coda dato che era la sua più grande debolezza, come quella di tutti i demoni, eppure per lui lo avrebbe fatto senza riflettere.
Utilizzò la maledizione che li aveva legati poiché questo ne era il vero scopo, iniziò persino a fiutare l'aria che sapeva di lui, sentire il suo odore così forte e vivo come mai lo aveva percepito lo stava facendo eccitare e allo stesso tempo un calore piacevole e confortevole era dilatato nel suo cuore.
Però quella felicità inspiegabile che solo il pensiero di quello ragazzo gli aveva provocato venne spezzata come si spezza un bicchiere di cristallo che scivola a terra e la colpa fu della scena che gli capitò dinnanzi alle iridi color oro.
Un demone dai capelli dello stesso colore del rame, le iridi rosse come il sangue più vivo, la pelle pallida e perfetta legato da catene di un nero purissimo aveva appoggiato le labbra su quelle di Ignifero e la sua lunga cosa si muoveva allegra nell'aria mentre stringeva il corpo del ragazzo fra le sue braccia quasi con gioia.
«Sembra che il fato ci abbia fatto riunire Ignifero » sussurrò poi a qualche centimetro dalle sue labbra con voce sognante e un po' rauca quasi non avesse parlato per tento tempo prima di quella fatidica frase che fece bollire di rabbia il sangue nelle vene di Mefisto.
Quella fu la prima volta che provò sulla sua pelle la gelosia, fu la prima volta che i suoi poteri demoniaci minacciavano di andare fuori controllo e fu anche la prima volta che desiderò con ogni singola fibra del suo essere quasi immortale la morte cruenta di qualcuno.
Qualcuno che, tra l'altro, conosceva fin troppo bene.
Poco dopo Ignifero aprì gli occhi guardandosi attorno confuso mentre il demone dalla chioma armata sorrideva con fare innocente parlando di quanto fosse felice che si fossero rivisti, eppure nonostante la sua confusione il pensiero del suo ragazzo lo spinse ad allontanarsi da lui.
Fu allora che il demone notò l'altro, arrabbiato e decisamente molto minaccioso, notò le sue iridi oro risplendere di rabbia pura, la sua bocca contratta in una smorfia di rabbia, il suo corpo era avvolto da fiamme scure e cupe e il suolo sotto di lui pareva marcire tanta era la sua rabbia.
«Oh, fratello, quanto tempo » ghignò l'altro ridendo ma la risata gli morì in gola quando percepì la forza demoniaca del fratello sempre crescente e percepì un chiaro intento omicidio indubbiamente a lui rivolto e non se lo aspettava.
Ignifero si alzò intontito sentendo la terra sotto i suoi piedi muoversi come un mare tempestoso, o forse era solo lui troppo scombussolato per capire come si stava muovendo e cosa stava facendo nel vano tentativo di rimanere stabile sulle sue gambe e proprio quando stava per cadere Mefisto lo aiutò a riacquistare il suo equilibrio.
«Ti senti bene? » chiese per poi mordersi la lingua dicendosi che forse quella domanda non era stata proprio intelligente, in fin dei conti era ovvio che non stava bene poiché era appena tornato a una precaria situazione che oscillava fra vita e morte, più inclina alla seconda se si vuole poi specificate.
Era terribile per la sua povera mente, ricordi e ancora ricordi emergevano da qualche antro oscuro e nascosto della sua mente impedendogli di focalizzare l'attenzione su dove si trovava e quello che stava succedendo, odiava quel tipo di situazione perché non aveva alcun controllo.
«Sto bene, Mefisto » rispose con il respiro ancora incerto, era chiaro come non potesse stare bene ma era anche ovvio che avesse detto quelle cose perché non aveva la minima intenzione di far preoccupare il demone e proprio sul volto di questo si presentò un sorriso un po' nascosto quando se ne rese conto.
«Oi, non lasciatemi fuori dalla conversazione in questo modo » si lamentò l'altro tirando inutilmente le proprie catene come a volersi avvicinare di più al ragazzo che finalmente aveva ripreso conoscenza, però poi si fermò, si disse che se voleva far avvicinare Ignifero non si sarebbe dovuto impegnare poi molto.
Un sorriso malevolo gli solcò il volto continuato dalle sue ciocche color rame «Hey, Ignifero, sai che queste catene- » non riuscì a terminare la frase che il metallo che lo aveva tanto a lungo incatenato parve svanire nel nulla.
Mefisto si morse la lingua tanto forte che ebbe paura di staccarsela, prese persino il labbro e un rivolto di sangue scarlatto scivolò sulla sua bicarbonato vellutata e lungo il suo mento pallido, era stato troppo improvviso.
L'odore di Ignifero si era fatto così intenso e la sua presenza spirituale incombente che per un attimo aveva desiderato non avere quel legame con lui e questo era stato peggio, infatti un quel momento il demone si ritrovò sotto l'eccitante influsso della forza del suo ragazzo ma anche sotto quella prorompente della maledizione.
Le sue gambe cedettero e venne ripreso al volo, per sua fortuna solo Ignifero si rese conto che quella sua improvvisa, critica, situazione si era generata e che quello che lo aveva sfiancato era la pura eccitazione
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Oltre la morte
FantasyE se un ragazzo ripartisse dalla sua morte conosciuta solo da lui e chi lo ha ucciso, se riuscisse a liberarsi dalla fine per avere quell'inizio che non c'è mai stato nella sua vita ma se fallisse nel ricordare o scoprire chi lo ha privato del respi...