Gavriel
1-2 giugno, Rocky Mountain College.
Butto giù il terzo bicchiere di rum della serata, dopo tutto questo tempo spero ancora che possa cancellare i miei problemi.
Sorrido tra me e me.
Non capisco perché sono venuto a questa festa: nessuno mi parla, nessuno mi degna della minima attenzione e, come se non bastasse, sembro la persona più depressa della sala.Mi rassetto il ciuffo e faccio per alzarmi dalla sedia, questo posto è asfissiante; ma, non appena poso un piede a terra, noto una ragazza avvicinarsi spedita al bancone.
È vestita totalmente di nero, cosa che mette ancora più in risalto la sua carnagione pallida. Ha un viso che sembra scolpito nel marmo: zigomi alti, naso all'insù, occhi grandi dalle folte ciglia e labbra carnose dalla forma a cuore.
La vita magra è fasciata da una cinta in pelle, mentre la scollatura della canotta, che cerco di non fissare troppo, è adornata da una collana argentata.
Ha un fisico atletico ma non credo faccia sport, infatti il portamento sicuro manca un tantino di grazia.Si accomoda sullo sgabello accanto al mio, ovviamente non mi degna di uno sguardo.
Io invece non riesco a scollarle gli occhi di dosso.Il mio sesto senso mi dice che dovrei conoscerla, e lui non sbaglia mai. Diciamo solo che ho una certa affinità per le anime umane, riesco sempre a capire cosa si nasconde dietro le maschere che tutti portano per nascondere le proprie emozioni.
Percepisco qualcosa di diverso in lei, non so ancora in che senso, ma sono sicuro di avere ragione.
"Vodka liscia" ordina. Ha una voce leggermente roca ma melodiosa, sembra il suono del vento tra gli alberi.
Il ragazzo che si occupa di servire al bar poggia un bicchiere pieno di un liquido cristallino sul bancone e io lo spingo verso la ragazza dicendo "Questa ti dà subito in testa, piccola"
Subito mi pento di quell'affermazione, ma ormai è troppo tardi.
"Anche i tuoi pregiudizi sulle donne"
Senza guardarmi finisce l'intero bicchiere in un unico sorso, poi alza i suoi occhi neri su di me.
Un mezzo sorriso mi spunta sul viso: mi sono messo contro la ragazza sbagliata."Davvero, vacci piano. Non vorrei che cadessi tra le mani dell'uomo nero"
Aggiungo e lei mi rivolge uno sguardo infastidito, credo che sarebbe divertente continuare a prenderla in giro. Solo che alla fine sono certo vincerebbe lei.
"Ti svelo un segreto... sono io l'uomo nero!" E così dicendo si alza e sparisce nuovamente tra la folla come una piuma nera in mezzo alla tormenta.Mi sollevo a mia volta, non sprecherò quest'occasione. Quella ragazza mi attira come il miele con le api, voglio saperne di più.
Mi immergo tra i ragazzi che ballano in mezzo alla pista alla ricerca del mio cigno nero e dopo un po' scorgo una chioma corvina ondeggiare tra i corpi ammassati.Sta scuotendo i fianchi in un ballo sensuale mentre intona le stesse note della canzone che riempie la sala.
Un lampo mi attraversa la mente: quella voce... è la stessa che ogni tanto sento cantare nel bar dietro casa mia. Ecco perché mi è sembrata familiare da quando l'ho vista avvicinarsi al bancone.Non mi ero mai soffermato a guardare la cantante del gruppo, mi sono sempre limitato ad ascoltare la sua voce con il capo chino sul mio solito bicchiere di rum.
Mi faccio avanti e, in uno slancio di audacia, le afferro la vita per poi tirarla contro di me.
Lei, o meglio Pandora, ora che ricordo il suo nome, si volta per guardare in faccia il suo assalitore e, non appena mi riconosce, esclama "Certo che non ti arrendi mai, eh"
Mi guarda con un lieve sorriso sulle labbra, segno che non sta per prendermi a pugni, almeno spero.
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Becoming Death, non sfidare la morte
ParanormalUn'incidente. Ormai sono all'ordine del giorno. Ne parlano ogni sera al telegiornale e magari noi non ci facciamo neanche più caso, non ascoltiamo più la voce della giornalista che ci parla di auto fracassate, gente ferita o - persino - caduta fra...