Capitolo 11

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Owen

18 giugno, graveyard.

"Ciao mamma, non so se lo sai,
ma da quando non ci sei tu non sono piú lo stesso, ho seguito i tuoi passi per così tanto tempo e non sono in grado in questo momento
di farne altri senza te affianco. Lo so che sono passati ormai più di due anni dalla tua scomparsa, però a questo punto ho capito che la frase 'il tempo guarisce ogni cosa' non racconta affatto la verità. Perché il mio dolore non si è affievolito neanche per un attimo, neanche quando ho scoperto che tu non eri la mia madre biologica.
Sai a volte mi chiedo se mi vedi,
forse da lassù anche se un po' lontano riesci lo stesso; amavo quando mi ccarezzavi la guancia se ti facevo domande senza senso, in fin dei conti usavo sempre aprire discorsi assurdi pur di avere la tua attenzione.
Ho sempre provato ad indossare i tuoi panni da supereroina ma credo che, nonostante i poteri magici che ho scoperto di avere, non sono lontanamente vicino ad avere la forza che ti contraddistingueva.
Voglio dirti che se anche adesso non ci sei, nella mia testa ci sei ancora rimasta e sono certo che le persone non muoiono mai veramente se c'è qualcuno che le ricorda."

Osservo la lapide di mia madre - Hannah Brooks - con sopra incisa un'epigrafe che ho scelto io stesso.
'L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte.'

È la stessa frase scritta sulla tomba di Lily e James Potter e, da grande fan quale sono, ho deciso di dedicarla a lei; d'altronde è stata proprio Hannah a farmi conoscere quel libro e a farmene innamorare. Ci divertivamo ad imparare le citazioni più belle e a dedicarcele nei momenti che secondo noi le rispecchiavano meglio.

È da tempo che non venivo a farle visita - da prima dell'incidente - quindi avevo tante cose da raccontarle: dalla nuova vita di Pandora alla nuova amicizia con Gavriel, dal legame ritrovato con mio padre alla scoperta dei miei poteri.

A proposito di poteri, in quest'ultima settimana io e mio padre abbiamo adottato il metodo che ho proposto e gli allenamenti sono andati a gonfie vele.

Chiudo gli occhi, concentrandomi sul sentimento di amore e dolcezza che mi trasmette mia madre, e con il palmo della mano teso in avanti faccio sbocciare una corona di fiori bianchi sulla terra smossa della tomba.

"Ora devo andare a trovare un amico, grazie di tutto"

𖠄 *ೃ

Dopo due settimane ritornare al college mi sembra quasi come risvegliarmi da un sogno.

Le aule, gli armadietti, i corridoi pieni di studenti mi sembrano così familiari sebbene allo stesso tempo distanti.
Non ho idea di dove Gavriel abiti, conosco il luogo dove 'lavora' ma non la sua casa - cosa che mi fa sentire come se non mi fossi interessato abbastanza. Lui si è offerto di aiutarmi a controllare i miei nuovi poteri, mentre io, pur sapendo che cosa stava passando, sono restato nascosto a casa di mio padre.

È l'ora di pranzo e l'aria del parco è pregna di un odore di erba appena innaffiata e fiori ricolmi di polline.
I quattro alberi sotto i quali Gavriel è solito sedersi sono pieni di frutti multicolore: mele, limoni e persino piccoli mandarini ancora acerbi.

Il ragazzo è seduto nello stesso posto che Pandora mi aveva indicato.
Con un movimento della mano simile ad un arco faccio piegare i rami degli alberi verso terra a creare un piccolo igloo verdeggiante; Gavriel sobbalza per la sorpresa ma subito capisce chi è la causa di quel fenomeno insolito.

Ormai utilizzare la magia è diventato semplice come respirare; riesco a sentire perfettamente l'aria che si muove intorno a me, la vita che scorre nelle piante, il lento cullare della terra e il gorgogliare di una sorgente sotterranea.
I miei poteri mi hanno fatto capire che tutto ciò che ci circonda non si limita a stare, ma ad essere.

Becoming Death, non sfidare la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora