Capitolo speciale #2

17 0 0
                                    

Gavriel

Night, my room.

Mi avvicino a Pandora con gli occhi
incandescenti, il suo corpo mi attira come un magnete.
Mi sembra di aver aspettato questo momento da un'eternità ed ora che lei è qui davanti a me è ancora più bella di come me la ricordavo.

Ho desiderato tanto una vita felice, poi è arrivata lei, Pandora, e ho capito che avevo semplicemente bisogno di vivere. Non c'entra nulla la felicità, avevo bisogno di sentirmi vivo e di godermi la vita al massimo, ogni istante, ogni momento.

Non perdo tempo a poggiare le mie labbra sulle sue, riscaldando immediatamente l'atmosfera del bar.
Il suo bacio è come lei, ardente. La mia lingua, indomabile, si insinua tra le sue labbra e, cercando di avere l'uno il predominio sull'altro, sento che entrambi cominciamo a perdere la testa.

Poggio le mani sui suoi glutei mentre la mia lingua esplora incontrollabilmente la sua bocca, beadosi del suo sapore dolce e irresistibile come una droga.
Mi allontano un po'
e tiro via la mia t-shirt, non ho intenzione di perdere altro tempo;.la vedo ammirare il mio petto
perfettamente scolpito.

"Vuoi un consiglio?" Le sussurro all'orecchio, dei brividi le percorrono il collo e la sento tremare sotto il mio tocco.
"Quando sei con me, non devi
portare biancheria intima. È inutile."
Pandora si avvicina a me e con un gesto fermo mi abbassa i pantaloni, rivelando i miei boxer scuri.
Sono sorpreso per la sua audacia, ma la cosa non mi dispiace affatto.

"Bene allora... Perché non
applichi anche a te stesso i tuoi
consigli?" Chiede sorridendo malignamente.
"Fai quello che ti dico, Pandora, non
quello che faccio io."
La bacio nuovamente prima di darle il tempo di rispondere e poggio ancora le mani sui suoi glutei apprezzandone i contorni.

Poso le mie labbra sul suo collo e
mi delizio della sua pelle delicata, poi faccio un passo indietro e guardo le sue iridi argentee.
Il suo volto sembra quello di un angelo, nessuno potrebbe credere che lei sia la Morte in persona.

Pandora mette le braccia intorno al mio collo per abbracciarmi ed io la afferro per i fianchi sbattendola contro il bancone del bar, sento un rantolo di dolore e piacere risalire dalla sua gola.

Dopo tutto ciò potrei morire in questo momento ma essere lo stesso felice, perché la mia vita le appartiene ed è questa l'unica cosa che conta per me.

Passo le mani sotto la sua canotta, il contatto con la sua pelle calda è paradisiaco. Afferro il tessuto e lo sollevo, rivelando il suo reggiseno davanti al mio sguardo vorace.
Ricomincio a baciarle il collo scendendo progressivamente, le mie labbra percorrono il suo petto, poi si dirigono verso l'ombelico.

Fa molto caldo, i nostri corpi sono in
ebollizione.
Angelo e demone, luce e oscurità, bene e male, l'unione perfetta.

Sbottono lentamente i suoi jeans scuri e li abbasso, lei solleva un piede per
sbarazzarsi completamente di loro.
Appiccico il mio corpo contro il suo e metto una mano sotto la sua coscia destra sollevandola per avvicinarla se possibile ancora di più a me.

Sono all'apice dell'esplosione, una
febbre irresistibile si impadronisce di
me. Sentire il suo corpo contro di me mi rende folle, perdo il controllo di me stesso.

La bacio selvaggiamente.
Mentre incrocia le sue gambe sul mio
dorso metto le mani sui suoi glutei e la faccio salire sul bancone.
Non ricordo come siamo giunti a questo punto ma non mi importa, sto perdendo il filo dei miei pensieri,
non riesco più a ragionare... quando
Pandora è di fronte a me, ho solo una voglia: perdere la testa.

Faccio il giro del bancone per andare sul retro ed osservo gli oggetti
attorno a me, il mio solito sorrisetto accompagna l'idea malsana che mi è appena venuta in mente.
Mi avvicino a lei e all'improvviso la vedo sussultare quando poso sul suo collo un piccolo cubetto di ghiaccio recuperato dal congelatore sotto al bancone lucido.

Si gira verso di me e mi guarda interrogativa, io le sorrido con un'aria maliziosa per poi sussurrare "Non è che un cubetto di ghiaccio."
Il contrasto del freddo con la sua
pelle bruciante la fa rabbrividire e tremare ad ogni mio tocco.

Faccio scivolare il cubetto di ghiaccio sul suo seno, stimolando la sua pelle
delicata nei punti più sensibili.
Gradualmente scendo verso il basso
ventre mentre il ghiaccio si scioglie.
Il cubetto si scioglie completamente nella mia mano mentre il liquido cola sui suoi fianchi candidi.

Poggio le labbra delicatamente sul suo basso ventre bevendo l'acqua dal suo corpo come un'oasi. Poi prendo un altro cubetto di ghiaccio e questa volta parto dall'incavo della sua caviglia per risalire progressivamente lungo la gamba. Faccio avanzare il cubetto di ghiaccio all'interno della coscia, laddove la sua pelle è più sensibile; questo si fonde totalmente e le cola lungo l'interno delle cosce.

Osservo la cicatrice che le attraversa il quadricipite, i ricordi di quando è venuta a salvarmi a casa di Will mi ritornano in mente. Lei è la mia salvezza, la mia musa.
Poso dei leggeri baci sulla linea candida mentre con le dita disegno dei piccoli cerchi sulle sue gambe.

Quando mi risollevo la vedo togliersi il reggiseno e, senza darmi il tempo di reagire me lo butta in faccia. Faccio una risata roca, questa ragazza sa sempre come prendermi di sorpresa.
L'indumento mi cade sulla spalla ed io lo prendo e lo getto lontano, va a finire su una bottiglia.

Le rivolgo un ultimo sguardo infuocato, poi salgo sul bancone e mi metto sopra di lei, il nostro abbraccio è ardente e appassionato.
Entrambi bruciamo di un fuoco che non possiamo spegnere.

Sento ogni singolo centimetro del suo corpo premere contro il mio, gambe, braccia, ventre, siamo come due pezzi di puzzle che si incastrano alla perfezione.

Mi fiondo ancora sulle sue labbra, ma all'improvviso il suo corpo scompare da sotto il mio ed io affannato riapro gli occhi sul soffitto bianco della mia camera.

Era soltanto un sogno.

Becoming Death, non sfidare la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora