Capitolo 15

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In no time, somewhere.

Il miglior risveglio della mia vita, non posso negarlo.

Alzo leggermente la testa per osservare il volto di Gavriel che dorme serenamente, sono appoggiata sul suo petto e lui mi circonda la vita con un braccio. Il suo torace si alza e si abbassa regolarmente e le sue labbra rosate sono socchiuse.

I ricordi della sera precedente mi ritornano in mente facendomi risalire un brivido di piacere lungo la schiena.

Non posso però smettere di pensare che in questo letto ci sono stata anche con Aidan; solo che questa volta è diverso, questa volta desideravo che accadesse, mentre con il Guardiano era più un desiderio che non riuscivo a controllare, dettato in parte dai suoi poteri e in parte dal fatto che volevo cancellare ogni altra mia preoccupazione dalla testa.

"Hai freddo?"
La voce di Gavriel mi riporta alla realtà, con una mano mi accarezza dolcemente la spalla e nello stesso momento mi guarda con i suoi occhi azzurri come il cielo.
"Per niente, vorrei solo che questo momento durasse per sempre"
Mi sorride e poi mi lascia un tenero bacio sulle labbra.

"Gavriel... c'è una cosa che dovrei dirti" un nodo mi serra lo stomaco, ma voglio essere sincera con lui.
"Di te e Aidan?" Mi anticipa.
"Tu... come?"
"Abbiamo già chiarito mentre dormivi: non preoccuparti, mi ha spiegato come stanno le cose. Alla fine non è tanto male quel tipo e si vede che ci tiene veramente a te"
Sono stupita dalle sue parole, questo proprio non me l'aspettavo.

"Dove sei rimasto nascosto per tutti questi anni?" Scherzo.
"Nei tuoi sogni..." mi risponde con un sorrisetto malizioso.

All'improvviso la mia espressione ritorna seria, un pensiero poco piacevole comincia a vorticare nella mia mente: la profezia.
"Dovremmo parlarne, prima o poi"
Lui sembra capire al volo dove voglio arrivare.
"Vuoi proprio rovinare questo momento?" Il suo sguardo si è fatto teso, la tensione fra di noi diventa subito palpabile.
Mi separo dal nostro abbraccio e mi siedo sul letto tenendo ben stretto il lenzuolo sul mio petto, non mi va più di sentire il suo sguardo sul mio corpo nudo.
"Ci hai già pensato tu" rispondo acida.

"Pandora..."
"Devo prepararmi, il mio allenamento comincerà fra poco"
Si avvicina di nuovo al mio viso per posarmi una mano sulla guancia ma io giro la testa dall'altra parte.
Sento lo scricchiolare delle molle del letto, Gavriel si è appena alzato e sta raccogliendo i suoi vestiti.

Quando lascia la stanza io sto ancora fissando il muro, non ho avuto la forza di guardarlo o non sarei riuscita a farlo andare via.

𖠄 *ೃ

Owen

26 giugno, Will's house.

Sono tornato al college dopo ben due settimane di assenza alle lezioni.
È stato strano riabituarsi a quella routine che consideravo familiare, niente incantesimi, niente libri strani con le lettere che si muovono e niente battibecchi tra me e mio padre.

Mio padre...

Durante le ore di lezione quasi non percepisco il dolore legato alla sua scomparsa, - ho vissuto questa vita solitaria per anni - ma quando torno nella mia stanza del campus la realtà mi ricade addosso, schiacciandomi.

Sono passato persino all'ospedale per dare la notizia: allora ho scoperto che mio padre aveva chiesto un permesso di tre settimane per malattia.
Si era voluto liberare di qualunque impegno per dedicarsi unicamente a suo figlio.

"Recupereremo tutto il tempo perso"
Mi aveva detto.
Ma quando si tratta di una persona che ami, il tempo non basta mai.

Odio tutti quegli occhi che mi guardano con pietà, tutte quelle frasi fatte, quelle pacche sulla schiena, quegli abbracci freddi come il ghiaccio.
'Condoglianze'
Per quelli che non hanno fantasia.
'Era un brav'uomo'
Ma se neanche lo conoscevano.
'Sei un ragazzo forte'
Per chi non sa guardare oltre la superficie.

Becoming Death, non sfidare la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora